Premonizione o colpo di genio? Con il progetto “Balloon Art”, a cura di Chiara Canali, Mr. Savethewall balza agli onori della cronaca e conquista il pubblico e la critica che dal 6 al 9 novembre ha affollato gli spazi di The Others, la rassegna dedicata alla sperimentazione e allestita nelle celle dell’ex carcere Le Nuove.
Il denaro è stato infatti uno dei temi maggiormente esplorati in questa edizione di Artissima, dall’empireo di “Shit and Die” – la mostra curata da Maurizio Cattelan a Palazzo Cavour – alle gallerie esordienti di Paratissima.
Ma è nella cella n.317 dell’ex carcere che Mr. Savethewall ha messo in scena lo scoppio della bolla speculativa che contraddistingue oggi il mondo dell’arte: il “One Dollart”, l’odierna unità di misura del “valore” di un’opera d’arte, va a ruba e diventa l’icona della bolla dell’arte. I visitatori si mettono in coda per farsi autografare “il verdone” con la faccia di Jeff Koons, unico principio e metro del successo di un artista. Dollart che tappezzano il pavimento della cella perché fuoriusciti dal celebre Balloon Dog di Koons, scoppiato come un palloncino bucato. Ed ecco che anche il celebre cagnolino esploso in una bufera di banconote assurge a icona di un sistema e di un mercato.
Con il progetto “Balloon Art” Mr. Savethewall ha voluto stimolare, in maniera sottile, alcuni spunti di riflessione sul meccanismo perverso che condiziona il sistema dell’arte contemporanea: un sistema che si fonda sul denaro come unico elemento di valorizzazione di un’opera d’arte, al di là di ogni contenuto, messaggio o intuizione, al punto da diventarne esso stesso contenuto anziché strumento per acquistarla.
Senza banalizzazioni, Mr. Savethewall invita ognuno a riflettere sul rischio che l’opera d’arte possa essere ridotta unicamente a bene di investimento, diventando terreno di speculazione finanziaria e non qualcosa di universale a beneficio del genere umano.
Mr. Savethewall ha messo a nudo la bolla dell’arte con un’installazione a metà fra parodia e satira che prende di mira l’atteggiamento a volte ossessivo di alcuni collezionisti disposti a sborsare cifre esorbitanti pur di possedere l’arte contemporanea. L’opera d’arte diventa così famosa (o famigerata?) non per il suo significato intrinseco, ma per la somma spesa per accaparrarsela. E’ questo il messaggio che Mr. Savethewall ha voluto dare con “Arte da Urlo”: una tela (dal titolo provocatoriamente allusivo) su cui compare a caratteri cubitali la cifra milionaria di 119.922.500 $ totalizzata dal celebre Urlo di Edvard Munch all’asta di Sotheby’s nel 2012.
Un atteggiamento disincantato e ironico che viene condensato in “Midart”: una banconota da 500 euro autografata dall’artista sotto la frase “Ora ne vale 1000”. Una lettura quasi grottesca dei paradigmi su cui si fonda oggi il sistema dell’arte e degli affascinanti, ma anche inquietanti, meccanismi di attribuzione del valore “economico” di un’opera in rapporto al grado di notorietà raggiunto dal suo autore.
Ne sono un esempio le tre star del momento i cui “brand”, secondo Mr. Savethewall, dominano un segmento dell’attuale mercato dell’arte causando – involontariamente – proprio quel duplice meccanismo messo in evidenza dal progetto “Balloon Art”: the dark side and the sunny side of the moon.
Dopo il successo a The Others il progetto “Balloon Art” si trasferirà a Bollate per BollARTe, progetto promosso da Fabbrica Borroni e nudoecrudo teatro per la diffusione dell’arte contemporanea.