Inesplorata nelle sue espressioni storiche, culturali ed artistiche il Molise rappresenta senza dubbio una terra ricca di fascino. Le sue alte colline, le montagne, i verdi pascoli sui quali veniva disegnato l’intero sistema viario dei Tratturi, le “autostrade” di un tempo che portavano uomini, armenti e merci tra la Puglia e gli Abruzzi, sono meta di un turismo di nicchia che contagia sempre più anche curiosi provenienti dall’Olanda, dall’Inghilterra e dalla Germania, desiderosi di spingersi verso mete meno battute.
Proprio in cima all’alto colle che svetta su Campobasso, capoluogo regionale e punto di riferimento dell’antico Sannio, si trova il comune di Ferrazzano (850 slm), magnifico borgo costruito in pietra bianca scalpellinata, celebre per aver dato i natali ai nonni di Robert De Niro e bandiera arancione del Touring Club.
Dal 2007 grazie all’instancabile lavoro di Stefano Sabelli, attore campobassano con importanti esperienze tra cinema e teatro, nasce il Teatro del Loto, una struttura teatrale nuova, unica e suggestiva nella concezione degli arredi e nella divisione degli spazi. Progettualmente basato sui principi di ergonomia e suggestioni del Feng Shui, il teatro nasce con l’intento di riunire in un unicum – mai prima probabilmente realizzato – concetti architettonici occidentali ed orientali, tali da essere eccellenti testimoni della migliore tradizione scenica ma, al contempo, proiettati a valorizzare la struttura nell’innovazione. Proprio l’ampia flessibilità dello spazio ha permesso nel corso delle stagioni teatrali avvicendatesi sino ad oggi la realizzazione di diverse tipologie di spettacolo, sia di tradizione che di sperimentazione. Ristrutturata portando la zona scenica a terra, la platea è stata disposta su una gradinata in teck di nuova costruzione con sedie in rattan ed olmo massello laccato, tipiche della tradizione coloniale cinese. La peculiarità della platea, inoltre, è determinata dal fatto che tanti importanti artisti hanno adottato le particolari poltrone del Loto, donandole di fatto al teatro. Fra questi: Silvio Orlando, Massimo Ranieri, Michele Placido, Luca de Filippo, Alessandro Gassmann, Carlo Cecchi, Jerome Savary e tanti altri personaggi dello spettacolo e della cultura. Ogni sedia, infatti, riporta il nome del donatore.
La platea è sormontata da una galleria dotata di palchetti e barcacce. Sempre realizzati in Cina, questi appaiono come antichi baldacchini in olmo massello, vere e proprie stanze da thè, con sedute in tatami giapponesi, dotati di piccoli tavolinetti d’appoggio e scaldacqua elettrici.
Ma la passione di Stefano Sabelli, direttore artistico instancabile, ha regalato una nuova stagione di spettacoli, inaugurando l’Emporio Teatrale “L’urlo, la grazia, la rabbia, il talento” con una programmazione che, da autunno a primavera 2015, prevede più di quaranta giornate di spettacolo.
“Non è facile programmare per un periodo così lungo – afferma Sabelli – senza sapere se ci saranno sostegni pubblici o privati e, comunque, dovendo investire tante energie, risorse economiche e lavorative. Per il 2014/2015 apriamo le porte al teatro civile e di conoscenza, a quello classico, alla nuova drammaturgia, al teatro danza e alla musica internazionale. Abbiamo iniziato con lo spettacolo italiano più premiato degli ultimi anni (La merda di Cristian Cerasoli) e concluderemo con il meraviglioso Sogni d’oro su Adriano Olivetti.”
Tra gli spettacoli in programma si segnala The restaurant of many orders, straordinario spettacolo di teatro danza giapponese di scena dal 10 al 12 febbraio. Per la prima volta in Europa lo spettacolo di Hirosci Koike, tratto dall’omonimo romanzo di Kenji Miyazawa, scrittore buddista degli anni venti, arriva nel nostro paese, grazie alla collaborazione dell’Istituto di Cultura Giapponese d’Italia. In marzo sarà la volta di Chelsea Hotel, spettacolo di Massimo Cotto (voce storica delle radio italiane) e Mauro Ermanno Giovanardi (ex leader dei la Crus) ambientato nel celebre albergo di New York che ha fatto la storia del rock. Subito dopo arriveranno le Sorelle Marinetti con Non ce ne importa niente, con il loro repertorio di indimenticabili canzoni “radiofoniche” del Trio Lescano, Silvana Fioresi, Mario Jattini, Alberto Rabagliati e Natalino Otto. In aprile sarà la volta dello spettacolo di Fulvio Falzarano con Il tormento e l’estasi di Steve Jobs, tratto da The Agony and ecstasy of Steve Jobs di Mike Daisey, con l’adattamento di Enrico Luttmann. Infine la stagione si conclude con una doppia data (25 e 26 aprile) dello spettacolo di Roberto Scarpa, dal titolo Sogni d’oro, la vera favola di Adriano Olivetti, dedicato alla grandezza e alla vitalità del pensiero e della forza dell’azione pubblica dell’industriale, orientati al bene comune.
Il Teatro del Loto, dunque, rappresenta uno scrigno che regala al pubblico molisano autentiche perle teatrali e musicali difficilmente usufruibili in altri luoghi del centro sud d’Italia. “Non sono affatto tempi facili – conclude Sabelli – sappiamo cosa accumuna società civile, forze produttive e lavorative del Paese e del Molise: la difficoltà di restare ancora in piedi, di crederci ancora. Da anni noi facciamo il nostro, con caparbietà e non ci stancheremo di chiedere alla Istituzioni, di fare lo stesso.”