Print Friendly and PDF

Parigi: Mois de la Photo. Gli eventi continuano a dicembre

Courtesy: Bruno Fert. "Al-Qubayba Ramle N31°53'35.7'' E34°46'07.6'' Dépeuplement: juillet 1948"
Courtesy: Bruno Fert. “Al-Qubayba Ramle N31°53’35.7” E34°46’07.6” Dépeuplement: juillet 1948″

La fotografia, in tutte le sue forme, in Francia ha un  seguito e un sostegno notevoli. In ogni angolo la Parigi del Mois de la Photo lancia occhiate ammiccanti ai curiosi e ai conoscitori per godere del piacere di vedere una stampa al platino o alla gelatina d’argento insieme alle più o meno usuali stampe a colori.

Un Mois de la Photo, che vanta esposizioni in luoghi istituzionali e meno conosciuti e che diventa solo un pretesto per continuare a parlare e mostrare la fotografia. Gli eventi hanno una durata che vanno oltre il mese di novembre e hanno dei contenuti che arricchiscono la conoscenza di un media che per avere più di 150 anni mostra capacità di evolvere, di interessare e di appassionare gli animi votati alle correnti più disparate della fotografia.

Partiamo da ciò che si è concluso. Al Carrousel du Louvre dal 14 al 16 novembre si è tenuta la terza edizione di “fotofever“. Nata nel 2011 da un’idea di Cécile Schail, figlia di fotografo e appassionata, questa fiera è votata alla volontà di trasmettere la passione per la fotografia e la febbre da collezionista a tutti.

Così “fotofever” mette in scena le immagini in modo da attirare nuovo pubblico e coinvolgerlo, avvolgerlo, del desiderio di acquistare un’opera per far crescere nuovi autori. Ogni anno viene proposto un tema, insieme a gallerie che esibiscono fotografi, si sviscera una collezione internazionale. Il 2014 è stato l’anno del “Denaro” ed è stata presentata la collezione della belga Galila Barzilai Hollander. Collezionista che insieme all’Association des Galleries d’Art Paris ha garantito la qualità artistica di questa edizione del “fotofever”. Secondo i dati raccolti, sono stati raggiunti buoni livelli di vendite soprattutto per opere a meno di 5.000,00 euro che restano il nocciolo del mercato della fotografia. 17 le gallerie italiane in fiera, 14mila i visitatori.

fotofever2

Passiamo a qualche suggerimento, un elenco di luoghi da visitare a Parigi, a dicembre o il prossimo gennaio, per chi ama approfondire l’argomento.

Partiamo da la Maison Européenne de la Photographie che presenta una mostra percorso curata e spiegata da Michel Frizot, storico della fotografia. “Toute photographie fait énigme”, realizzata con il sostegno di Neuflize Vie e in co-produzione con il Museo Nicéphore Niépce, prova a spiegare ciò che è al centro del processo fotografico attraverso un percorso snodato con fotografie conosciute e amatoriali, di autori sconosciuti e dilettanti, e lo spiega con uno sguardo che scavalca i criteri della storia e dell’arte. E sempre a la Maison Européenne de la Photographie vale la pena vedere l’esposizione “Main basse sura la terre” di Marie Dorigny, Prix photo 2013 ricevuto dall’Agence Française de Développement, che ha realizzato un lavoro sulle terre arabili del mondo. Terre che dopo il 2000 sono diventate appannaggio del profitto di governi, consorzi o fondi di investimento esteri con il risultato di smantellare l’agricoltura familiare e autosufficiente.

Alla galleria che il Centre Pompidou ha aperto alla fotografia, al piano meno uno, occhi puntati su Jacques-André Boiffard, fondatore della rivista “La Révolution surréaliste”, fotografo ufficiale di André Breton per “Nadja” e poi complice di George Bataille nella rivista “Documents”. Jacques-André Boiffard ha realizzato alcune tra le memorabili immagini del surrealismo.

“Paris Champ & Hors Champ” è l’esposizione, da non perdere, alla Galerie des Bibliothèques de la Ville de Paris. 113 fotografie e video contemporanei che percorrono le trasformazioni urbane e le evoluzioni del modo di porre lo sguardo su Parigi attraverso la fotografia. Tra i nomi noti, i cui scatti sono stati inseriti in questa mostra, ritroviamo quelli di Gabriele Basilico, Mimmo Iodice, William Klein, Martin Parr.

La Galerie La Chambre Claire, nel sesto arrondissement a pochi passi da Saint Germain, propone “Les Absent” di Bruno Fert. Il giovane fotografo francese ha voluto fare un viaggio a ritroso nel tempo per provare a tracciare le origini della questione palestinese. E così camminando attraverso Israele e Palestina, l’ha osservata sotto una lente singolare, quella dei resti delle città e dei villaggi che sono stati abbandonati da più di 700.000 palestinesi spostatisi nei Paesi vicini nel 1948, quando lo stato d’Israele ha dichiarato la prima guerra israelo araba. Il risultato ha effetti etonnants.

 

Courtesy: Bruno Fert. "Al Bassa N33°04'34'' E35°08'27'' Dépeuplement: 14 mai 1948"
Courtesy: Bruno Fert. “Al Bassa N33°04’34” E35°08’27” Dépeuplement: 14 mai 1948″

Vale la pena fare un passaggio a La Maison de la Photographie Robert Doisneau che mette in mostra una raccolta di fotografie amatoriali del XX° secolo: tutte ritrovate. E a La Fondation Henri-Cartier Bresson dove le fotografie di William Eggleston sono snocciolate, esibite, nel passaggio dal bianco e nero al colore.

Il Centquatre-Paris, lo spazio di produzione e residenza di artisti da tutto il mondo per ricerche estetiche e culturali pensate insieme, sotto forma di cooperazione, propone “Intromisiones” di Aitor Ortiz, spagnolo, che utilizza la fotografia come mezzo di documentazione, di analisi, di esplorazione e trasformazione degli spazi architettonici. E ancora “toujours l’aurore” di Jean-François Spricigo dove l’amore incondizionato per la natura e gli animali viene immortalato attraverso la sfida sempre aperta del catturare il pulsare di un istante.

L‘Istituto Italiano di Cultura a Parigi, invece, presenta Martina Della Valle con “Segni Effimeri Stratificati e Sensibili” curato da Giovanna Calvenzi e Laura Serani.

La Société française de photographie ha realizzato in collaborazione con l’organizzazione umanitaria Future Youth Project “Sans Nom, San Abri” un progetto votato al recupero di immagini scattate e abbandonate il cui unico futuro potrebbe essere il cassonetto. E non è tutto. Il progetto ha anche la finalità di raccogliere e conservare diapositive realizzate tra il 1970 e il 2000 da una coppia che amava scattare per turismo o con la presenza dei turisti. Entrambe le operazioni presentano, e sostengono, la necessità, e la difficoltà, di preservare gli archivi fotografici come documento del passato.

Il Musée Carnavalet con la proposta “Paris libéré, Paris photographié, Paris exposé” racconta la liberazione di Parigi nel 1944 con fotografie di Robert Doisneau, René Zuber e Jean Séeberger arricchite dal contributo inviato da quanti, cittadini, hanno risposto all’appello del direttore del museo François Boucher.

Infine una visita a La Monnaie de Paris, in occasione della riapertura al pubblico, per una esposizione non fotografica. A cominciare dal Salon Dupré, parte il progetto artistico “Chocolate Factory” di Paul McCarthy, una mostra che mette il visitatore al centro della discussione. Ognuno, dopo aver visto ciò che è esibito, fa una chiacchierata con un mediatore dell’equipe della Monnaie de Paris.

Courtesy: Bruno Fert. "Lifta N31°47'43'' E35°11'47'' Dépeuplement: janvier 1948"
Courtesy: Bruno Fert. “Lifta N31°47’43” E35°11’47” Dépeuplement: janvier 1948″

 

Info:
www.fotofeverartfair.com
moisdelaphoto-off.org/2014/

 

Commenta con Facebook

leave a reply

*