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Rari dipinti dal XIV al XVII secolo esposti da Sarti a Tefaf 2015

La Galleria Giovanni Sarti, con sede a Parigi,  sarà presente alla 28^ edizione di TEFAF MAASTRICHT (13-22 marzo 2015). Nello stand 372 saranno esposti rari e importanti dipinti dal XIV al XVII secolo. Ecco alcuni highlight in mostra:

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Donnino (1460-post 1515) e Agnolo (1466-1513) di Domenico del Mazziere (Maestro di Santo Spirito) Lucrezia annuncia il suicidio Circa 1505-1510. Su Tavola. 63 x 113,5 cm.

Un dipinto di questo formato e con una così evidente intenzione narrativa è senza dubbio una spalliera, ovvero un pannello che, insieme ad altri delle stesse dimensioni, ornava le pareti di una camera nuziale in un palazzo patrizio. L’episodio qui illustrato è tratto dalla Novella 43 del Novelliere di Giovanni Sercambi (1375 ). In essa l’intimo dramma umano di Lucrezia, che scrive al padre e al marito per informarli della violenza subita da Tarquinio il Superbio, è sostituito dal magnifico colpo di scena dell’eroina che fa irruzione nella sala di un banchetto al quale partecipano tutti gli interessati. Il dramma si svolge sulla scena di un banchetto creando scompiglio e sgomento: il vasellame è rovesciato o caduto a terra, i commensali si agitano e si rivolgono spaventati verso la donna che, sulla destra, sembra sul punto di svenire sostenuta da due fanciulle che accorrono in suo aiuto. A capotavola il soldato in elmo e corazza indica con la mano un personaggio dall’aspetto sinistro e dall’espressione furibonda che pare avere l’intenzione di fuggire.

Agnolo di Domenico di Donnino (Firenze, 1460 - post 1515) Madonna col Bambino. Tempera e olio su ravola - 82 x 65.5 cm.
Agnolo di Domenico di Donnino
(Firenze, 1460 – post 1515)
Madonna col Bambino.
Tempera e olio su ravola – 82 x 65.5 cm.

La Vergine, avvolta nell’abbondante manto azzurro, foderato di verde, aperto sulla veste rossa, contempla il Bambino sdraiato sulle sue ginocchia con uno sguardo assorto e malinconico di grande intensità Maria siede su di un trono riccamente decorato da specchiature marmoree, coronato da una conchiglia verde, in origine chiusa da una volta a botte a cassettoni azzurri, che si intravede lungo il margine superiore della tavola.

Giovanni Antonio Galli, detto SPADARINO (Roma, 1585 - 1652) Tolomeo II discute la traduzione in greco del Pentateuco con gli studiosi ebrei. Circa 1630. Olio su tela, cm 116, 5 x 161,5.
Giovanni Antonio Galli, detto SPADARINO (Roma, 1585 – 1652)
Tolomeo II discute la traduzione in greco del Pentateuco con gli studiosi ebrei.
Circa 1630.
Olio su tela, cm 116, 5 x 161,5.

Uno dei motivi che più colpiscono in questo nuovo dipinto è naturalmente la rarità del soggetto, che suggerisce una commissione assai intellettuale e probabilmente di ambito aristocratico: Tolomeo II, secondo sovrano della dinastia tolemaica regnante in Egitto (il suo regno ebbe luogo all’incirca fra il 285 e il 246 a.C.), decise di far tradurre in greco i primi cinque libri dell’Antico Testamento (Pentateuco) per dotare di tale traduzione la Biblioteca d’Alessandria, da lui stesso appena fondata. Furono nominati settantadue (o piuttosto settanta) eruditi ebrei, sei per ognuna delle dodici tribù di Israele, che in settantadue giorni ad Alessandria portarono a termine la traduzione, ognuno indipendentemente, senza confrontarsi. Le traduzioni alla fine risultarono tutte sorprendentemente corrispondenti. Questo nuovo dipinto costituisce una bellissima e importante aggiunta al catalogo di Spadarino; infatti la qualità e le caratteristiche stilistiche non lasciano dubbi sulla sua paternità. Basterebbero le figure degli studiosi ebrei per confermarlo: quello di sinistra è una sorta di firma, aggiornamento del San Marziale nel Miracolo di Santa Valeria eseguito dal pittore all’inizio del quarto decennio. La somiglianza con quest’ultimo è tale che si potrebbe addirittura ipotizzare che a posare sia stato lo stesso modello. Via via che i dipinti di Spadarino tornano alla luce, viene sempre più sottolineata la meravigliosa originalità di questo pittore, l’invenzione di iconografie segnate da un’intimità svelata, cariche di una sensualità felpata, morbida, di una ambiguità indecifrabile, a volte più esplicita e osata.

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GALLERIA GIOVANNI SARTI
137 rue du Faubourg Saint-Honoré, 75008 Paris
Tel. (33.1) 42 89 33 66 – Fax. (33.1) 42 89 33 77
Email : giovanni.sarti@wanadoo.fr
www.sarti-gallery.com

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