Seduta, con i gomiti appoggiati ad uno scrittoio. Elegante come solo le donne della Belle Epoque sapevano essere. Un cappello a tesa larga cela una folta chioma castana raccolta in un’acconciatura, mentre un orecchino e una collana illuminano il volto di una donna innamorata dell’arte, che ha speso la sua vita per realizzare un sogno. E’ Lady Florence Phillips. Il suo ritratto, un vibrante olio su tela di Antonio Mancini del 1909, apre la mostra allestita alle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia “Capolavori della Johannesburg Art Gallery – Da Degas a Picasso”.
Nel suo sguardo il disegno di un grande progetto, in quell’anno ancora agli esordi, che oggi ha il nome di una delle principali collezioni d’arte di Johannesburg, la Johannesburg Art Gallery, di cui la mostra pavese va a raccontarne la storia, o meglio il sogno di una donna emancipata che ha voluto donare al Sudafrica un museo “utile alla comunità”.
Originaria di Cape Town e moglie di Lionel Phillips, destinato a diventare uno dei più potenti magnati delle miniere di diamanti sudafricane, fu a Londra che Lady Phillips si appassionò all’arte. Prima timidamente, e poi con sempre maggior fervore. Dai dipinti del ‘700 che inizialmente attiravano la sua attenzione, allargò i suoi interessi alle Arts&Craft di William Morris, affascinata dagli aspetti legati al sociale e al rapporto con le arti applicate.
L’arte può essere utile alle persone, soprattutto ai più bisognosi; l’arte genera crescita sociale: fu così che Lady Phillips se ne accorse. E tornata nel 1906 a Johannesburg decise di dare vita ad un vero e proprio museo, improntato sul modello fortemente didattico del Victoria and Albert Museum di Londra.
Mise in campo tutte le sue conoscenze e abilità persuasive per dare vita al suo progetto visionario: coinvolse i grandi magnati della finanza sudafricana e inglese, amici del marito, a sovvenzionare il progetto e a donare le proprie collezioni, vendette un diamante azzurro, regalato dal marito per acquistare delle opere. E qualche anno dopo, nel 1910, la Johannesburg Art Gallery, “La Grande Signora”, aprì i battenti, dapprima ospitata dalla South African School of Mines and Technology, poi finalmente, nel 1915, nell’edificio progettato da Sir Edwin Lutyens e costruito da Robert Howden, attuale sede, quest’anno centenaria, dell’Istituzione.
La mostra ripercorre così la realizzazione di un sogno attraversando una collezione d’arte che dall’800 inglese, passa agli impressionisti, fino a scoprire il ‘900 nelle sue avanguardie europee e gli artisti d’oltreoceano, per spaziare infine nell’arte sudafricana, a noi europei quasi ignota. Un excursus temporale di quasi due secoli che subito fa intuire quanto il titolo “Da Degas a Picasso” sia riduttivo per una mostra che raccoglie opere di Dante Gabriel Rossetti, Alma-Tadema, Corot, Van Gogh, Gauguin, e poi Francis Bacon, Roy Lichtenstein, Andy Warhol, Kenneth Noland, e i sudafricani Irma Stern, George Pemba e Maggie Laubser.
La collezione, fondata nel 1910 è cresciuta inizialmente grazie al fondamentale contribuito di Sir Hugh Lane, il collezionista irlandese che aprì gli occhi a Lady Phillips sull’impressionismo francese quando le istituzioni londinesi ancora guardavano il movimento con sospetto.
Così, dopo una prima sezione dedicata all’800 inglese, con capolavori di Millais, Hunt, Alma-Tadema, Turner e Rossetti, l’esposizione continua con un capitolo interamente dedicato all’impressionismo. Si va dalle prime opere anticipatrici della corrente, come l’incantevole paesaggio di Corot, alle iconiche “Due ballerine” di Degas, arrivando poi ad abbracciare la scena post-impressionista con Cézanne, Gauguin, Van Gogh, Toulouse-Lautrec, Bonnard e Vuillard attraverso opere che già aprono la strada alla modernità.
Una modernità che però Lady Phillips non fece in tempo a conoscere e che anche Sir Hugh Lane non frequentava. Le prime acquisizioni o donazioni d’arte moderna infatti arrivano alla Johannesburg Art Gallery piuttosto tardi, ma non per questo oggi la collezione non vanta capolavori firmati dai più importanti protagonisti delle avanguardie, come Derain, Matisse, Picasso, Modigliani, Pechstein.
Fino ad uno studio di Francis Bacon, un carboncino di Henry Moore, un’opera di Lichtenstein, un triplo ritratto di Joseph Beuys di Andy Warhol, e il poligonale acrilico su tela di Noland datato 1978.
Ma la parte della mostra più interessante per noi europei è l’ultima breve sezione dedicata al Sudafrica, una sala conclusiva che lega due mondi sotto il segno universale dell’arte che non conosce confini.
Da subito Lady Phillips espresse il desiderio che il suo museo non fosse un luogo destinato solo ad un’élite, ma aperto a tutti. E soprattutto aperto all’arte locale. Ci volle molto tempo però perché l’intento di Lady Phillips fosse realizzato. La prima opera black fu infatti acquistata nel 1940: fu un dipinto di Gerard Sekoto. Ma fino al 1972 fu l’unica, a causa del regime dell’apartheid, e si dovette aspettare fino al 1986 per vedere cambiare sensibilmente grazie ala creazione dell’Anglo American Johannesburg Centenary Trust. E ora si può dire che la sezione di arte sudafricana sia tra i punti di forza dell’interno museo.
Il percorso espositivo comprende opere di Irma Stern, una delle più importanti autrici sudafricane del XX secolo, dalle ascendenze espressioniste, che ha conosciuto il successo prima in Europa e poi nella propria terra. Si passa poi ad un ritratto firmato da Maggie Laubser che sembra far stringere la mano a due mondi raffigurando una ragazza dai tratti africani in uno stile espressionista. Si continua con le contaminazioni con l’arte europea attraverso un’opera di Maude Summer, per poi indagare l’arte locale con Selby Mvusi che rappresenta il versante più contrastato e doloroso della scena artistica sudafricana soffocata dall’apartheid. E a chiudere la mostra George Pemba, che nella sua arte racconta le tradizioni locali, la vita urbana e la realtà dell’apartheid, con uno stile del tutto personale capace di mediare intuizioni e grammatiche diverse.
La mostra è ideata, prodotta, organizzata da ViDi in collaborazione con il Comune di Pavia e la Johannesburg Art Gallery, con il patrocinio del Consolato Generale del Sudafrica di Milano e realizzata con la consulenza scientifica di Simona Bartolena.
Per maggiori info clicca qui.
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INFORMAZIONI UTILI
“Capolavori della Johannesburg Art Gallery – Da Degas a Picasso”
a cura di Simona Bartolena.
Apertura: 21 marzo – 19 luglio 2015
Sede: Scuderie del Castello Visconteo di Pavia
Orari
Dal lunedì al venerdì: 10.00 – 19.00
Giovedì: 10.00 – 22.00
Sabato, domenica e festivi: 10.00 – 20.00
(La biglietteria chiude un’ora prima)
Prezzi
Intero: 12,00 euro (Audioguida inclusa nel prezzo)
Ridotto: 10,00 euro (Audioguida inclusa nel prezzo)
over 65 anni, ragazzi dai 13 a 18 anni, gruppi (min 15 max 30 persone), Soci Touring Club Italiano muniti di tessera in corso di validità, Iscritti FAI muniti di tessera in corso di validità.
Ridotto speciale: 9,00 euro (Audioguida inclusa nel prezzo)
Studenti dell’Università di Pavia muniti della propria Ateneo Card o del documento d’iscrizione all’Università, Possessori della My Museum Card
Ridotto scuole e bambini: 5,00 euro
Gruppi di scolaresche, bambini dai 6 ai 13 anni
Gratuito: disabili, accompagnatori disabili, giornalisti muniti di tesserino dell’Ordine dei Giornalisti con il bollino dell’anno in corso, accompagnatori gruppo adulti (uno per gruppo), accompagnatori scolaresche (due per gruppo), bambini under 6 anni.
Con il biglietto della mostra puoi visitare anche i Musei Civici di Pavia aprezzo ridotto negli orari di apertura indicati sul sito www.museicivici.pavia.it
Informazioni e prenotazioni
Tel:+39 0382 33676
Tel:+39 02 36638601 (dal lunedì al venerdì 9.00-13.00/ 14.00 -18.00)
info@scuderiepavia.com
Informazioni e prenotazioni pacchetti promozionali e turistici
www.me-in-italy.com
Tel: +39 0382 578706 | info@me-in-italy.com
Prevendita biglietti
www.vivaticket.it
Tel: 892 234 (numero a pagamento)
Accesso disabili
senza vettura: L’accesso alle Scuderie, che si trovano nel fossato del Castello, è possibile dal cancello all’interno del Parco. E’ necessario telefonare in biglietteria (Tel:+39 0382 33676) per l’apertura del cancello del fossato.
con vettura: I disabili possono accedere, in auto o con pulmino, direttamente alle Scuderie da Piazza Emanuele Filiberto scendendo nel fossato del Castello Visconteo dove è possibile parcheggiare per la durata della visita il mezzo utilizzato.
Oggi, abbiamo visto con emozione la mostra,da Degas a Picasso presso le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia.
Dobbiamo, congratularci con tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di una mostra di alto livello Internazionale, esponendo capolavori della Johannesburg.Art Gallery.
IL Centro Culturale “Giorgio La Pira” Onlus- Pavia
Grazie