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Antonio Monda direttore della Festa del Cinema di Roma

Antonio Monda: intervista al nuovo direttore della Festa del Cinema di Roma. In Italia per presentare il suo nuovo libro Ota Benga, Antonio Monda -nel frattempo- è stato nominato direttore della Festa del cinema di Roma, città dove è cresciuto ma che ha presto abbandonato per cercare fortuna a New York.Antonio MondaI primi anni in America non furono per niente facili -racconta Antonio Monda- in pratica vivevamo con lo stipendio di mia moglie (Jacqueline Greaves, da cui ha avuto tre figli), mentre io mi arrangiavo con lavoretti vari: ho fatto l’imbianchino, e per cinque anni, anche il Super, una specie di portiere tuttofare in uno stabile di lusso, ma nel frattempo non ho mai ceduto, ho conservato la mia passione per la letteratura e il cinema e ho continuato con ostinazione a bussare a tutte le porte che potevo, fino a quando finalmente qualcuna si è aperta”.

E da quella porta aperta per Monda è cominciata una carriera poliedrica come organizzatore culturale di grandi eventi (fra gli altri, l’Open Roads, New Italian Cinema, la più importante retrospettiva italiana in America che si tiene al Lincoln Center a Giugno), come professore universitario, attore (le Avventure acquatiche di Steve Zissou), produttore e scrittore.

Gli ultimi tre romanzi L’America non esiste, La casa sulla roccia e il nuovo Ota Benga, fanno parte di un progetto di dieci romanzi che ripercorreranno la storia americana dagli anni ’50 a oggi. Ota Benga, in particolare, è il nome di un pigmeo strappato all’Africa e portato a forza in un America carica di razzismo che diventa, per volontà dello scrittore, anche un simbolo di un’umanità che non è mai cambiata.Antonio Monda

Questa è la parte letteraria di Monda, la cui passione è nata, insieme con quella per il cinema, molto presto. “Il mio primo lavoro nel cinema è stato fare l’assistente ai fratelli Taviani per il film, La notte di San Lorenzo –ricorda– un’esperienza che non dimenticherò mai. Ci provai anche con Sergio Leone, ma mi disse un no categorico e poi mi regalò una sua foto che conservo ancora”.

Sicuramente ad alimentare il successo poliedrico della carriera di Monda è stato quello di trasformare il suo appartamento newyorkese in uno dei salotti più importanti della città. “All’inizio a questi pranzi della Domenica invitato solo italiani –continua a raccontare Monda con un sorriso- ma si finiva a parlare solo di calcio e politica e così ho iniziato a invitare tutti quelli che mi sembravano interessanti e la cosa incredibile è che pian piano cominciavano ad arrivare ospiti come Martin Scorsese, Philip Roth e così via, accettando persino le regole della casa: non più di 12 a tavola e niente conversazioni di affari”.

Antonio Monda

Anche se con commensali del genere anche parlando del più e del meno, qualche idea vien fuori per forza. Intanto il suo amore per New York è presente anche nella squadra di collaboratori che lo affiancano nella preparazione del programma della Festa del cinema: Richard Pena, che per 25 anni ha diretto il Festival di New York, Giovanna Fulvi, esperta di cinema orientale e programmatrice a Toronto, e Alessia Palanti, esperta di cinema latino americano alla Columbia University, a cui si aggiungono anche il regista Francesco Zippel e il critico Alberto Crespi. Monda ci tiene a precisare la diversità della sua idea; “Innanzitutto sarà una festa e non un festival, niente gara o concorso, ma solo una giuria popolare”.

Antonio Monda

Particolarità che per essere sinceri aveva già inaugurato Marco Muller, dando una sterzata verso la festa, senza concorso, con una giura popolare, proprio nella sua ultima edizione. “Ci saranno meno film, quasi il 30 per cento in meno, la cui scelta dipenderà esclusivamente dalla qualità. Non ci saranno sezioni in cui dividere i film né tantomeno una sezione dedicata al cinema italiano. Punteremo ad avere ogni giorno tanti incontri con registi e attori di fama internazionale, in cui coinvolgere tutta la città e due retrospettive, una dedicata ad un grande della scena internazionale e l’altra ad un grande del nostro cinema”.

Con un budget di quasi 9 milioni di euro dal Comune di Roma e dal ministero dei Beni Culturali, Monda con il suo gruppo di collaboratori e sotto la supervisione della presidente Piera Detassis, è già al lavoro, anche perché i tempi sono molto stretti e l’attenzione su quello che avverrà il prossimo Ottobre (dal 16 al 23) è molto alta.

So che questa Festa, è nata per una volontà soprattutto politica -afferma Antonio Monda- conosco tutte le polemiche del passato, dai soldi spesi nelle prime edizioni, fino alla rivalità con Venezia. Io cercherò di fare soprattutto una manifestazione che invogli un regista a presentare il proprio film qui a Roma. La vita mi ha insegnato che, se si desidera davvero qualcosa, tutto si può fare anche partendo da zero”.

Il sogno americano continua.

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