Era stata annunciata un anno fa la creazione del parco monumentale a Porto d’Ercole che avrebbe reso omaggio al mito di Caravaggio, ma oggi la situazione è sconvolgente.
Secondo le più accreditate fonti storiche infatti, il Michelangelo Merisi spirò proprio a Porto d’Ercole, il 18 luglio 1610, in attesa della grazia papale che gli avrebbe permesso di fare ritorno a Roma, dove qualche anno prima era stato condannato per aver ucciso un nobiluomo durante una rissa.
Proprio il prossimo 18 luglio, in concomitanza con la ricorrenza della morte del pittore di origini bergamasche, dovrebbe inaugurare il parco monumentale. Ma la situazione ad oggi riserba alcune spiacevoli sorprese.
Intorno ad una piccola piazzola rotonda, tra i panni stesi e una lavanderia, si erge a un metro e mezzo da terra, sostenuto da due pilastrini, un sarcofago di cemento sormontato da una riproduzione della “Canestra di frutta”, la più celebre natura morta di Caravaggio. Il nome Michelangelo Merisi non compare da nessuna parte. Solo la scritta “Caravaggio” ci fa intuire che siamo davanti alla tomba del pittore seicentesco che contiene delle ossa sicuramente umane, ma di incerta attribuzione.