La Milano che sale, che guarda al futuro con un evento dalla portata universale, la Milano che accoglie turisti a frotte, riscopre il Rinascimento con un tris di mostre a Palazzo Reale che mettono l’accento sul vasto e prestigioso patrimonio storico-artistico del Belpaese. Accanto all’attesissima esposizione dedicata a Leonardo e alla mostra incentrata sulle signorie milanesi, sono infatti visitabili da giovedì 30 aprile i venti arazzi cinquecenteschi commissionati da Cosimo I de Medici ai più illustri artisti della Firenze rinascimentale, nella mostra dal titolo “Il principe dei sogni – Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino” a cura di Louis Godart.
Monumentali e maestosi, i venti panni arredano le pareti della storica Sala delle Caratidi del palazzo meneghino raccontando la storia di Giuseppe, il principe dei sogni. Un racconto biblico che da due millenni ispira creazioni artistiche, letterarie e musicali, e che ha sempre affascinato lo stesso Cosimo de Medici, nominato a capo del Governo di Firenze a 17 anni, la stessa età di Giuseppe quando per la prima volta viene citato nella Bibbia.
Giuseppe è un eroe moderno e le sue gesta ancora oggi appassionano i lettori: è un uomo tra gli uomini, un uomo che ha incontrato la gelosia, l’amore, l’ingiustizia, il perdono. Un eroe mite, in grado di trionfare su tutte le insidie, di sfuggire agli invidiosi, di governare l’Egitto contando solo sulle sue qualità intellettuali: un mix di caratteristiche che suonavano come una metafora delle alterne fortune della famiglia fiorentina e che mettevano in risalto il ruolo demiurgico di Cosimo su Firenze.
Quella delle Storie di Giuseppe, per Cosimo è una delle sue prime imprese da mecenate. 20 arazzi per decorare la Sala dei Duecento dell’attuale Palazzo Vecchio di Firenze. Era il 1545, anno al quale risalgono i primi documenti ritrovati, quando diede il via al grandioso progetto. Celebrativo, senz’altro, ma anche legato a riferimenti filosofici, artistici, astrologici e magici. E per realizzarlo chiamò le eccellenze fiorentine dell’epoca, artisti come Jacopo Pontormo, Agnolo Bronzino, regista quest’ultimo di tutta la serie, e Francesco Salviati a cui, di tutta l’opera, è attribuito un solo panno.
Dopo il successo della mostra a Roma al Palazzo del Quirinale i venti arazzi giungono così a Milano, in concomitanza con l’apertura dei battenti di Expo, tesi a celebrare l’eccellenza italiana e lo splendore del rinascimento fiorentino, nonché l’ottimo lavoro di restauro condotto negli ultimi 27 anni dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e dal Laboratorio degli Arazzi del Quirinale, per un totale di 119.000 ore di lavoro, grazie al quale oggi si possono nuovamente ammirare tutti insieme dopo centocinquanta anni tutti i panni, divisi tra Roma e Firenze nel 1882 per volere dei Savoia. Pontormo e Bronzino, con la partecipazione di Salviati firmarono i cartoni preparatori, ma per la realizzazione degli arazzi Cosimo non esitò a contattare i migliori esperti di questa tecnica, ovvero i due fiamminghi Jan Rost e Nicolas Karcher.
La narrazione, che percorre tutte le pareti della Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale inizia con i sogni di Giuseppe che suscitano l’invidia dei fratelli che decidono – nel terzo panno – di vendere il fratello, inscenando la sua morte davanti al padre Giacobbe, che si accascia disperato ai piedi della tunica macchiata di sangue. La storia prosegue in Egitto, dove Giuseppe è accolto al palazzo di Putifarre e fugge alla passione della donna che indispettita fa in modo che Giuseppe venga imprigionato. Uscito di prigione dopo sette anni, Giuseppe è chiamato alla corte del Faraone per interpretare un sogno, predicendo sette anni di abbondanza seguiti da altrettanti di carestia. Tornano in scena i fratelli, che Giuseppe riconosce nonostante loro non si accorgano di lui. Maestosa la scena del banchetto con i fratelli e dopo altri episodi sublimemente narrati dai due fiorentini, Giuseppe si fa riconoscere dai fratelli e poco dopo gli arazzi raffigurano l’agoniato e commovente incontro con il padre Giacobbe, con la cui morte e sepoltura si chiude il ciclo.
Un allestimento unico per Milano che fino al prossimo 23 agosto darà luce alla straordinaria raffinatezza della manifattura dei panni medicei, profondamente intrecciati con la storia stessa dell’Italia, e vera e propria testimonianza dell’artigianato e dell’arte rinascimentale. La mostra “Il principe dei sogni – Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino” si fa così immagine del genio italiano, frutto di competenze diverse, da quelle del politico mecenate, alla maestria degli artisti, fino all’odierna bravura dei restauratori dell’Opificio delle Pietre Dure e del Quirinale che hanno avuto cura di uno straordinario patrimonio che non solo vuole essere una celebrazione del passato, ma anche una preziosa indicazione per il futuro di un’Italia cosciente delle proprie qualità e abilità.
I venti arazzi di Pontormo e Bronzino, dopo la tappa meneghina, faranno ritorno a casa, proprio nella Sala dei Duecento di Palazzo Reale per cui erano stati concepiti, dove saranno esposti dal 15 settembre al 15 febbraio, in occasione dei 150 anni di Firenze Capitale.
L’esposizione, a cura di Louis Godart, è promossa dalla Presidenza della Repubblica Italiana, dal Comune di Firenze e dal Comune di Milano in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Expo 2015 e la Fondazione Bracco, con il sostegno di Acea, dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e di Poste Italiane. Main sponsor Gucci. L’organizzazione generale e la realizzazione sono di Comunicare Organizzando.
L’evento fa parte delle iniziative di ExpoinCittà, il palinsesto di oltre 17mila iniziative, promosso dal Comune e dalla Camera di Commercio di Milano, che accompagnerà la vita culturale della città durante il semestre dell’Esposizione Universale.
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INFORMAZIONI UTILI
Titolo: “Il principe dei sogni – Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino”
Sede: Milano, Palazzo Reale, Sala delle Cariatidi
Date: 30 aprile – 23 agosto 2015
Sede: Firenze, Palazzo Vecchio, Sala dei Duecento
Date: 16 settembre 2015 – 15 febbraio 2016