“In questi giorni mi sono molto divertito allo Chat Noir.
Avevamo procurato un’orchestra e abbiamo fatto ballare il popolo.
E’ stato molto divertente,
siamo andati a dormire soltanto alle 5 del mattino,
cosa alquanto pregiudizievole per il lavoro del mattino stesso”
Henri Toulouse-Lautrec
24 giugno 2015, Londra
Viali, strade, piazze, teatri, stabilimenti balneari, stazioni, bar: la vita moderna entra nei dipinti impressionisti. E gli stessi artisti diventano veri e propri poeti, testimoni della quotidianità francese della seconda metà dell’800. Se la tranquillità e la mutevolezza della natura catturano l’attenzione di Claude Monet – il padre del movimento – e Camille Pissarro, altri suoi colleghi sono attratti dalla vita mondana. Pierre-Auguste Renoir vuole dipingere la joix de vivre nelle sale da ballo, i momenti conviviali, il sorriso sui volti delle persone; Edgard Degas si lascia incantare dal fruscio del tulle e dalla grazia delle ballerine; e Gustave Caillebotte resta affascinato dalla quotidianità.
E un ruolo chiave è giocato dai café. Si ricorderà “L’assenzio” di Degas, così come “Il Ballo al Moulin de la Galette” di Renoir, e, saltando una generazione, restano indimenticabili le ballerine del Moulin Rouge immortalate da Henri Toulouse Lautrec.
Ma un altro bar ha segnato la storia dell’arte. E’ “Il Bar delle Folies-Bergère”. Lo dipinse Edouard Manet, il precursore della corrente, nonostante non abbia mai voluto essere considerato un impressionista. Colui che destò scalpore con la sua “Colazione sull’erba” ritraendo una donna nuda in un contesto contemporaneo e che liberò l’arte dall’accademismo, ma che non fu disposto a rinunciare a partecipare ai Salon.
Di quel Bar delle Folies-Bergère il prossimo 24 giugno Sotheby’s, in occasione dell’asta di arte impressionista e moderna, offrirà a collezionisti e appassionati una prima versione datata 1881 ad una stima di £15-20 milioni. Si tratta di uno dei soggetti più celebri e iconici di Manet, attraverso il quale, nella celebre versione del 1882, esposta al Salon e oggi conservata alla Courtauld Gallery di Londra, l’artista raggiunse l’apice della sua carriera.
Nell’opera all’asta da Sotheby’s, un esemplare di dimensioni più piccole (47x56cm) che rimase nella collezione personale di Manet fino alla sua morte, traspare una grande immediatezza pittorica. Il soggetto è lo stesso della tela più celebre: dietro un bancone imbandito di bottiglie, una donna ben vestita dallo sguardo assente, alienato, lo sguardo di chi non ama il proprio lavoro, necessario però per vivere. Lo sguardo di chi vorrebbe essere altrove. Attorno a lei, catturato dal riflesso dello specchio, il frastuono del locale: uomini e donne eleganti intenti a chiacchierare e a guardare lo spettacolo del trapezista che Manet dipinge nell’angolo in alto a sinistra. E al bancone, un uomo chiede alla barista di versargli un bicchiere.
Le indagini scientifiche hanno dimostrato che inizialmente Manet abbozzò sulla tela più grande, quella oggi conservata alla Courtauld Gallery, la stessa composizione della prima versione. Ma successivamente la modificò dando più risalto alla figura della donna e al suo sguardo perso nel vuoto. L’artista immortalò una scena tipica del Bar aux Folies-Bergère, il teatro parigino di varietà, inaugurato nel 1869 in rue Richer. Pantomime, danza, acrobazie, musica, ragazze affascinanti dai sorrisi deliziosi, che diventarono il leit-motiv della Parigi di quegli anni.
L’opera che Sotheby’s propone in catalogo, la prima versione di quello che può considerarsi un vero e proprio testamento dell’arte di Manet, dopo la morte dell’artista fu ereditata dalla vedova Suzanne Manet. In seguito passò di mano ad Edomond Bazine, un amico di Manet che aveva scritto la prima monografia sul lavoro dell’artista nel 1884, per poi essere acquistata tramite Paul Durand-Ruel dal collezionista d’arte viennese Hermann Eissler. Nel 1926 il collezionista Franz Koenigs, uno dei più importanti del suo tempo, comprò “Le Bar aux Folies-Bergère”, e la sua famiglia ne restò proprietaria fino al 1994, quando il dipinto fu aggiudicato da Sotheby’s a Londra per £4,4 milioni.
“Evocando l’ambientazione del Folies-Bergère – ha affermato Helena Newman a capo del dipartimento di Arte Impressionista e Moderna da Sotheby’s – Edouard Manet ha fatto di una scena quotidiana, un’immagine iconica della Parigi moderna”.