Che cos’è. St. Moritz Art Masters 2015 è un formato, è un festival dell’arte in Engadina, dove collezionisti, mercanti e artisti hanno la possibilità di confrontarsi e vedere opere in vari luoghi anche diversi dalle gallerie.
Storia e tema del 2015. St. Art Masters 2015, ideato dal vulcanico Monty Shadow (L’Uomo che è stato Google prima di Google, cit) otto anni fa,“…esplorerà l’evoluzione dei movimenti artistici del XX secolo italiano, dal Futurismo alla Metafisica, dal Razionalismo allo Spazialismo; concentrandosi in modo particolare sul fermento degli Anni Sessanta e Settanta, ma arrivando fino alle più recenti istanze del contemporaneo. Seguendo il concept definito da un comitato scientifico che conta su Davide Rampello, curatore del Padiglione Zero per EXPO 2015, sui mercanti d’arte Marco Voena e Luigi Toninelli, sul direttore della Fondation Beyeler Samuel Keller, sulla direttrice di Vogue Italia Franca Sozzani, sul curatore Reiner Opoku, sui collezionisti Beat Curti e Roland Berger”.
Chi espone. Se volete vedere opere di (in ordine alfabetico, sic e nominativi presi dal comunicato stampa): Adriano Parisot, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Alberto Magnelli, Albino Galvano, Aldo Mondino, Alessandro Busci, Annibale Biglione, Atanasio Soldati, Andrea Robbi, Andreas Thurner, Angelo Bozzola, Anita Campbell, Arnaldo Pomodoro, Augusto Garau, Augusto Perez, Bruno Munari, Carla Badiali, Corrado Cagli, Enrico Bordoni, Enrico Castellani, Enrico Prampolini, Ettore Sottsass, Ezio D’Errico, Fausto Melotti, Filippo Scroppo, Fillia, Francesco Messina, Gaspare Otto Melcher, Giacomo Balla, Giacomo Manzù, Gian Pedretti, Gianfranco Fasce, Gianni Bertini, Gianni Monnet, Giorgio Griffa, Giovanni Gastel, Giulio Turcato, Hubert Kiecol, Ideo Pantaleoni, Isabella Traglio Vismara, James Turrell, Jannis Kounellis, Joel Shapiro, Leiko Ikemura, Luca Pancrazzi, Lucio Fontana, Luigi Veronesi, Lupo Borgonovo, Manlio Rho, Marco Petrus, Marino Marini, Mario Nigro, Mario Radice, Martin Kippenberger, Mauro Reggiani, Matteo Guarnaccia, Mimmo Rotella, Monica Bonvicini, Nicolaj Diulgheroff, Nino Di Salvatore, Nora Bianchi and the Pragmatists Group, Not Vital, Oliver Kruse, Paolo Bottarelli, Paolo Scheggi, Piero Golia, Piergiorgio Colombara, Piero Manzoni, Robert Bösch, Roberto Crippa, Rose de Vauville, Salvo, Sante Monachesi, Simone D’Auria, Tadashi Kawamata, Tato, Vittorio Sella, Wifredo Lam.
Molte opere, per la verità non le ho viste nel tour de force prodotto per i giornalisti, appena dopo la presentazione con elogi e ringraziamenti per sponsor (Cartier dalla prima edizione) e una bevuta di Champagne Perrier Jouet (altro sponsor).
Ecco cosa ho visto al Festival. (“Forse fiera dal prossimo anno” affermazione di Marco Voena).
Lam and Italy/Galerie Gmurzynska St. Moritz. Esposti stupendi lavori in ceramica (piatti magnificamente presentati), disegni, una piccola scultura e pitture mature dell’artista cubano. Una serie di foto anni ’50 e ’60 di Wifredo Lam ad Albissola con la famiglia e amici artisti che mostrano il suo amore per il Bel Paese. (10 luglio/30 agosto). Al Centre Pompidou di Parigi (30 settembre/15 febbraio 2016), al Tate Modern di Londra (14 settembre 2016/8 gennaio 2017) e Museo Reina Sofia di Madrid, si svolgeranno grandi retrospettive del lavoro di Wifredo Lam, un grande rilancio per l’artista vissuto in Italia. 60 mila dollari per una ceramica.
700 Snowballs di Not Vital/Galerie Andrea Caratsch. (20 luglio/12 settembre). Già esternamente le grandi vetrine mostrano l’installazione con le sfere di vetro soffiato a mano dal maestro Pino Signoretto di Murano sono poggiate sul pavimento, il colpo d’occhio e la sensazione è notevole, ma entrare e camminare tra loro è ancora più incredibile: immersi nella natura e con equilibrio instabile tra palle uniche e irripetibili come la vita. L’installazione di Not Vital è stata esposta anche alla Biennale di Venezia 2013 sulla Isola di San Giorgio Maggiore. Il diametro delle palle di neve è di 30 cm circa.
Aldo Mondino/Robilant + Voena, in collaborazione con Gian Enzo Sperone. I lavori esposti dell’artista torinese sono ispirati ai suoi viaggi (“La danse des Jares” del 1997, Mosaico del 1990, Gange’s View del 2000), sono oli su linoleum di grandi dimensioni e colori brillanti e vivaci. Presentata anche una grande scultura, omaggio alla Tour Eiffel composta dalla fusione di oggetti del suo studio e due foto grandi, una con Mondino che arriva in cammello a Brera alla mostra presso la Fondazione Mudima.
Marino Marini in palestra alla Scuola Vecchia. Lo scultore è presentato da Imago Art Gallery di Lugano e Toninelli Art Modern di Monaco. Undici sculture in bronzo che vanno dal 1942 al 1957 dedicate ai temi cari dell’artista toscano: cavalieri, cavalli, ballerine, miracoli, giocolieri, guerrieri e un nudo. “Si costrui, si distrusse e un canto desolato restò nel mondo” cit. Marino Marini.
Lucio Fontana e Piero Manzoni/Chiesa Protestante. Incredibile collezione privata di due grandi maestri, ormai riconosciuti in tutto il mondo. (“Fontana raggiungerà le quotazione di Mark Rothko” cit. Marco Voena).
“Il buco è l’inizio di una scultura nello spazio. I miei non sono quadri, sono concetti d’arte” cit. Lucio Fontana.
Di Manzoni esposti in una parete gli Achromes e il Pacco in carta da giornale adagiato e fissato su tela del 1961 immagine di St. Moritz Art Masters 2015.
“Non c’è nulla da dire: c’è solo da essere, c’è solo da vivere.” Cit. Piero Manzoni.
Monica Bonvicini, Piero Gola, Luca Trevisani e Matteo Guarnaccia/ Hotel Kulm. I lavori di questi quattro artisti nella hall dell’albergo e nel corridoio che porta alle sale da pranzo, non hanno spiegazioni didascaliche, peccato e da vedere.
Jannis Kounellis, Lawrence Carroll, Lucio Fontana, Fausto Melotti, Mario Nigro, David Smith, Cy Twombly/Galerie Karsten Greve. Al piano terra esposte quattro opere del già esponente dell’arte povera Kounellis: alle pareti un olio, grafite e collage di carta su tela (199,5×250 cm) del 1963, una scultura di lana nera e bianca, corda e legno (250 x200 cm) del 1968 e due lavori del 2010 Senza titiolo (100×70, impronte di catrame su carta montata su acciaio).
“Perché la pittura è costruzione di immagini. Ed è tale se è rivoluzionaria, senza freni per l’immaginazione” cit. Jannis Kounellis.
Al secondo piano, un bellissimo grande vaso di Fontana, due piccole ceramiche (una a muro) e un Concetto spaziale. Due gessi di Melotti e una sua lieve scultura.
“Le dimensioni bastano a volte a far credere che una piccolo opera sia una grande opera” cit. Fausto Melotti.
Paolo Scheggi, Agostino Bonalumi e Enrico Castellani/ Chesa Planta di Samedan. In questa bellissima casa del 1600, ora centro culturale dove gli arredi sono rimasti intatti Robilant + Voena (ancora loro) presentano questi tre artisti (chiamati Italian Neo Renaissance dall’A4 di presentazione delle opere). Cinque tele sovrapposte per Scheggi, due superficie bianche per Castellani, due bronzi e due belle tele per Bonalumi, tre opere per Melotti.
Giovanni Gastel, Simone d’Auria, Mimmo Rotella, Paolo Bottarelli/ Kempinsk Grand Hotel des Bains.
Le foto di Giovanni Gastel, grande fotografo di moda, sono poste vicino e in contrasto con gli strappi di Mimmo Rotella che si occupa di divi e dello show business.
Da vedere le interessanti installazioni tra design e provocazione di Simone D’Auria e i polimaterici lavori di Paolo Bottarelli, berlinese d’adozione.
Luca Pancrazzi/Forum Paracelsus. L’artista di Figline Valdarno espone Maseratirundum del 2007, un superclear glass and silicon su Maserati Quattroporte con un video di una passerella dell’opera per le strade di Mosca e una serie di vetri e siliconi che giocano con la luce.
Salvo/Chiesa Francese. Personale per il pittore di Leonforte con i suoi paesaggi dai colori puri.
Molto altro era da vedere, ma la nostra guida qui ci ha portato.
Conclusione.
Pro. L’idea del Walk in Art per le strade, gallerie, chiese, palestre, alberghi e luoghi diversi di St. Moritz e dell’Egadina, dedicato ogni anno ad una nazione (quest’anno all’Italia anche per l’Expo universale di Milano) e con il format che sicuramente si può replicare in altre città turistiche.
Pro anche il pranzo offerto dal general manager Reto Stockenius del Kempinsk Grand Hotel des Bains e preparato dal Gourmet Chef Matthias Schmidberger una stella Michelin e 17 punti Gault Millau.
Contro. Una organizzazione non perfetta nel materiale di promozione nelle singole mostre e per la cittadina e alcune incoerenze forse perché si punta troppo al business.
Uscire dagli schemi per vincere la guerra dell’indifferenza.
Ecco quello che mi aspetto da manifestazioni come St. Moritz Art Masters, ma non è facile