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Fuori FIAC 2018. Basquiat, Schiele, Caravaggio, Picasso (e molto altro). 10 mostre da non perdere a Parigi

FIAC 2018, Foire Internationale d’Art Contemporain, Parigi FIAC 2018, Foire Internationale d’Art Contemporain, Parigi
Fondation Louis Vuitton: Jean-Michel Basquiat & Egon Schiele
Fondation Louis Vuitton: Jean-Michel Basquiat & Egon Schiele

FIAC 2018 è alle porte. Vi segnaliamo le 10 mostre da non perdere a Parigi nella settimana della fiera d’arte moderna e contemporanea francese.

La 45ª edizione della Foire Internationale d’Art Contemporain di Parigi -meglio conosciuta come FIAC- si terrà dal 18 al 21 ottobre al Grand Palais. La fiera accoglierà 195 gallerie da 27 Paesi del mondo e la ville lumière sarà lo sfondo di innumerevoli eventi e fiere collaterali, grandi mostre e opening nelle più grandi gallerie della città.

>> Abbiamo selezionato per voi le 10 mostre da non perdere fuori-FIAC

Centre Pompidou: Cubismo

Dal 17 ottobre il Centre Pompidou sarà sfondo di un viaggio attraverso uno dei movimenti fondatori nella storia dell’arte moderna: il cubismo (1907-1917). Seguendo un itinerario cronologico, circa 300 opere di Pablo Picasso, Georges Braque, Andre Derain, Henri Laurens, Robert Delaunay, Fernand Léger, Francis Picabia, Marcel Duchamp evidenzieranno la ricchezza, l’inventiva e la proliferazione di questo movimento che non si limitò unicamente alla geometrizzazione delle forme e al rifiuto della rappresentazione classica, ma la cui ricerca radicale e l’energia creativa sono state all’origine dell’arte moderna.

Juan Gris, « Le petit déjeuner », 1915 © Philippe Migeat - Centre Pompidou, MNAM-CCI /Dist. RMN-GP © Domaine public
Juan Gris, « Le petit déjeuner », 1915 © Philippe Migeat – Centre Pompidou, MNAM-CCI /Dist. RMN-GP © Domaine public

Musée Marmottan Monet: Collezioni private. Un viaggio dagli impressionisti ai fauves

Dagli Impressionisti ai Fauves. Il Musée Marmottan Monet ospita una sessantina di opere, provenienti esclusivamente da collezioni private -molte presentate per la prima volta al grande pubblico- che comprendono capolavori di Monet, Degas, Caillebotte, Renoir, Rodin, Seurat, Signac, Gauguin, Van Gogh, Bonnard, Derain, Vlaminck e Matisse.

Fondation Louis Vuitton: Jean-Michel Basquiat & Egon Schiele

Rivoluzionari, eclettici e fuori dagli schemi. La Fondation Louis Vuitton questo autunno -seguendo la scia del successo delle mostre della stagione passata- presenta una doppia-mostra di due giganti del moderno che non richiedono presentazioni: Jean-Michel Basquiat & Egon Schiele.

Fondation Louis Vuitton: Jean-Michel Basquiat & Egon Schiele
Fondation Louis Vuitton: Jean-Michel Basquiat & Egon Schiele

Gallerie Thaddaeus Ropac: Emilio Vedova, A Historical Survey

Galerie Thaddaeus Ropac presenta la prima retrospettiva dell’artista veneziano Emilio Vedova in Francia, in collaborazione con la Fondazione Emilio Vedova di Venezia. La mostra è un’indagine sugli anni dal 1950 al 1985, con una particolare attenzione ai primi anni ’80, periodo chiave nella carriera dell’artista italiano, con opere rappresentative delle sue serie più acclamate, tra cui Plurimi (1961-63), Da Dove (1984), Di Umano (1985) e Oltre (1985).

Thaddaeus Ropac: Emilio Vedova, A Historical Survey. Photo: Thaddaeus Ropac
Thaddaeus Ropac: Emilio Vedova, A Historical Survey. Photo: Thaddaeus Ropac

Musée d’Orsay: Picasso. Blu e rosa

Il Musée d’Orsay e il Musée National Picasso-Paris si uniscono -per la prima volta- e collaborano per la realizzazione di una mostra d’eccezione dedicata ai periodi blu e rosa di Pablo Picasso. Se da un lato l’esposizione riunisce degli indiscussi capolavori, dall’altro propone una rinnovata lettura degli anni 1900-1906, era cruciale della carriera dell’artista, che nessun museo francese aveva finora trattato nel suo insieme.

Pablo Picasso Acrobata con una palla © Image The Pushkin State Museum of Fine Arts, Moscow © Succession Picasso 2018
Pablo Picasso
Acrobata con una palla
© Image The Pushkin State Museum of Fine Arts, Moscow © Succession Picasso 2018

Palais de Tokyo: Carta bianca a Tomás Saraceno – ONAIR

A partire dal 17 ottobre il Palais de Tokyo ospita ONAIR, una mostra-ecosistema in cui una miriade di presenze, sia animate che inanimate, che si incontrano e convivono al suo interno. Alcune voci diventano silenziose, mentre altre, forse quelle meno udite dalle orecchie umane, sono amplificate. La mostra funziona come un ensemble di voci silenziose che eseguendo le partiture nascoste che collegano eventi e sensibilità, fenomeni terrestri e cosmici, tessendo una rete di relazioni che non possono essere descritte ma che possono essere percepite.

Musée Jacquemart-Andre: Caravaggio a Roma, amici e nemici

Un evento unico quello al Musée Jacquemart-Andre, in cui nove capolavori dell’artista, provenienti dai maggiori musei italiani -come la Galleria Nazionale di Palazzo Barberini, la Galleria Borghese e i Musei Capitolini a Roma, la Pinacoteca di Brera a Milano- saranno eccezionalmente riuniti, insieme al prestigioso prestito del Suonatore di liuto (1595-1596) dell’Ermitage di San Pietroburgo. La mostra ripercorrerà il periodo romano di Caravaggio dal 1592 fino alla sua fuga in esilio nel 1606 e sarà completata da opere di importanti pittori a lui contemporanei, come Annibale Carracci e José de Ribera, per mettere in evidenza il genio innovativo di Caravaggio e l’entusiasmo artistico che regnava nella Città Eterna in quel momento storico.

Michelangelo Merisi, dit Caravage, Saint-Jérôme - © Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Galleria Borghese
Michelangelo Merisi, dit Caravage, Saint-Jérôme – © Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Galleria Borghese

Torbabuoni Art: Alberto Burri

Dal 19 ottobre, a più di quarant’anni dall’ultima retrospettiva a lui dedicata in Francia (Musée National d’Art Moderne, 1972), nella sua sede parigina Tornabuoni Art riunisce più di 30 opere di Alberto Burri. Dagli inizi fino agli ultimi Cellotex degli anni novanta, passando per i Sacchi degli anni cinquanta, i Legni, i Ferri e le Combustioni degli anni sessanta, e i Cretti degli anni settanta. Da non perdere.

Alberto Burri, Rosso nero, 1955. Photo: Tornabuoni Art
Alberto Burri, Rosso nero, 1955. Photo: Tornabuoni Art

Almine Rech Gallery: Markus Lüpertz

Almine Rech Gallery presenta dal 13 ottobre la seconda mostra personale di Markus Lüpertz in galleria, con sculture e dipinti eseguiti dal 2008 al 2018. Cresciuto negli anni ’50 nella Germania Ovest, l’artista è sempre stato attratto fortemente dal cinema; le sue immagini combinano l’evocazione con l’invenzione. Ad una tavolozza, affianca un teschio e un elmo per formare una composizione che ricordi una natura morta; questi oggetti, tematicamente ricchi, interagiscono tra di loro non solo come riferimenti culturali ma come contorni, forme e colori. Ogni opera -isolata nella sua cornice- ha una sua complessità affettiva e formale.

Gagosian: Albert Oehlen. Sesso, religione e politica

Gagosian presenta, a partire dal 13 ottobre, un nuovo gruppo di dipinti del tedesco Albert Oehlen. Attraverso audaci pennellate espressioniste, metodologia surrealista, linee generate al computer e un’acuta consapevolezza dell’atto pittorico, Oehlen si impegna senza timore con la storia dell’astrazione, moltiplicando il potenziale dei codici visivi attraverso processi di stratificazione ed erosione. Dipinti su fogli di alluminio in olio e lacca, questi nuovi lavori contengono gli echi della serie precedente -figure disegnate rozzamente, macchie di pigmenti artificiali e combinazioni di varie tecniche- ma producono risultati completamente nuovi.

Albert Oehlen, Hill and Gully Rider, 2018 Lacquer and oil on aluminum, 102 ⅜ × 102 ⅜ inches (260 × 260 cm)© Albert Oehlen. Photo: Simon Vogel Albert Oehlen, Hill and Gully Rider, 2018 Lacquer and oil on aluminum, 102 ⅜ × 102 ⅜ inches (260 × 260 cm) © Albert Oehlen. Photo: Simon Vogel
Albert Oehlen, Hill and Gully Rider, 2018 Lacquer and oil on aluminum, 102 ⅜ × 102 ⅜ inches (260 × 260 cm)© Albert Oehlen. Photo: Simon Vogel
Albert Oehlen, Hill and Gully Rider, 2018
Lacquer and oil on aluminum, 102 ⅜ × 102 ⅜ inches (260 × 260 cm)
© Albert Oehlen. Photo: Simon Vogel

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