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Addio a Bernard Aubertin, tra gli animatori del “Gruppo Zero”

bernard aubertin

Si è spento il 31 agosto scorso l’artista francese Bernard Aubertin. Nato nel 1934 a Fontenay-aux-Roses,  fu tragli animatori del “Gruppo Zero” di Düsseldorf  con Heinz Mack, Otto Piene e Günther Uecker.

bernard aubertin

A questo periodo risalgono i suoi primi monocromi.  Proprio dopo aver visitato lo studio di Yves Klein, l’artista “…capisce in che direzione cambiare il suo modo di fare pittura. Sceglie istintivamente di lavorare con il rosso, riconoscendolo come portatore di una forza primordiale e liberatoria, capace di incarnare quell’ansia di ridefinizione dei canoni stilistici e estetici che sentiva sempre più pressante in sé. Il gesto energico dell’artista è presenza viva, ancor più che nei Monochromes rouges, in una serie di opere di due anni successiva, i Tableaux-clous, in cui cerca di rompere con la bidimensionalità della pittura nel tentativo di conferire “una nuova vibrazioneal monocromo”. Pianta dei chiodi su delle tavole di legno, trapassandole da parte a parte…”*

Parallelamente  realizza i suoi primi tableaux feu (quadri fuoco) in cui i chiodi sono sostituiti da fiammiferi, che vengono poi dati alle fiamme. Insieme ai quadri,  realizza anche sculture con il fuoco: incendia oggetti di uso comune, da strumenti musicali a libri fino alle automobili.

La sua attività artistica si è svolta inizialmente a Parigi e poi dagli anni ‘70 a Brest e per lunghi periodi tra Brescia e Verona. Dal 1990 viveva e lavorava a Reutlingen in Germania.

Bernard Aubertin
L’artista con  il Gruppo ZERO: Heinz Mack, Otto Piene, Bernard Aubertin, Günther Uecker _Festa Zero_1989

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bernard aubertin

 

bernard aubertin

bernard aubertin

Dal  punto di vista del mercato dell’arte, secondo Artprice 100 €  investiti nel  2000  in una sua opera valgono in media 346 € nel maggio 2015,  con un aumento del 246%.

 

bernard aubertin

“Devo dire che mi annoio quando lavoro.
Lavorare non mi dà piacere.
Ma quando il quadro è finito,
nonostante la fatica e l’energia impiegata per realizzarlo,
davanti al risultato mi sento pieno di gioia pura”.

Bernard Aubertin, 1999

 

 

 

(* dal testo critico di Melania Gazzotti)

Foto e info: www.archiviobernardaubertin.it

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