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Michael Moore torna al cinema con Where to Invade Next

“Where to Invade Next”, come dire “dove andiamo a  invadere la prossima volta” è la domanda provocatoria con cui Michael Moore torna sul grande schermo.

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In uscita il 3 ottobre a New York, all’omonimo Festival del cinema e accolto da una vera ovazione alla prima mondiale al Toronto Film Festival  la scorsa settimana, “Where to Invade Next“, con lo stile inconfondibile del regista americano, riflette su quello che lui definisce ‘lo stato di guerra permanente degli Stati Uniti’, ma questa volta la questione ci riguarda molto più da vicino di quanto si pensi.

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Autore di docu-film celebratissimi come ‘Fahrenheit 9/11” (Palma d’oro 2005 al Festival di Cannes), “Bowling a Colombine”, che gli è valso il Premio Oscar nel 2003, senza dimenticare lo straordinario “Roger & Me” (1989) e il più recente “Sicko” (2007), Michael Moore è autore, sceneggiatore, regista e produttore che dagli anni ’80 porta in primo piano questioni cruciali e drammatiche della società americana, col suo stile ironico e tagliente.

Il suo ritorno al cinema segna un allargamento di orizzonte e la realizzazione di un progetto che coltivava da almeno 30 anni, come ha spiegato in un’intervista. Where to invade next infatti non è girato negli Stati Uniti ma nella “vecchia” Europa. Tunisia, Norvegia, Francia, Portogallo e Italia sono alcuni dei Paesi in cui Moore ha girato per aprire una riflessione sulla politica americana, vista da lontano e un confronto.michael_moore-where-to-invade-next

In ogni Paese la sua geniale provocazione parte da un gesto quanto mai significativo: piantare la bandiera americana dichiarando l’invasione. Che sia nell’appartamento privato di due norvegesi o nel bar parigino poco importa.

La reazione degli “invasi” è il punto di partenza per riflettere, come ha spiegato alla presentazione canadese  “su cosa è successo a noi americani, alla nostra anima” e ancora “su come viene interpretato e vissuto il cosiddetto sogno americano nel resto del mondo.”

Al centro del suo viaggio, per scelta, tutti gli aspetti positivi che esistono negli altri Paesi. Il governo al femminile dell’Islanda, la depenalizzazione delle droghe in Portogallo, il sistema italiano che prevede ferie e permessi pagati per i lavoratori, la sanità gratuita della Svezia, la cura che hanno i francesi per il cibo e le persone, garantendo una qualità altissima nelle mense scolastiche.

La sua narrazione, passata anche attraverso importanti programmi televisivi e libri, è l’espressione di un impegno civile irrinunciabile.

“La democrazia non è uno sport da spettatori, è un evento a cui partecipare. Se non vi partecipiamo cessa di essere una democrazia.”

Un impegno civile che, nonostante più volte ha evidenziato e denunciato gli aspetti più negativi e nefasti, non perde la speranza. Anzi, probabilmente è proprio la fiducia che, attraverso l’impegno personale quotidiano,  un mondo migliore si possa costruire,  a sostenere l’ attività di Michael Moore.

Negli Stati Uniti, che si preparano ad affrontare le prossime elezioni politiche del 2016 le questioni poste da Moore non sono di secondo piano.Donald-Trump

“Credo sia troppo presto per poter dire cosa accadrà. In questo momento diverse persone sono preoccupate dell’ascesa di Donald Trump ma vorrei dire a queste persone di ricordare che Trump è innanzitutto un artista da palcoscenico. Presto la gente dirà ‘Ok, ne abbiamo abbastanza di questa commedia.’ “

La critica sta già definendo “Where to invade next” come uno dei migliori film di Michael Moore che però al momento non ha un calendario di distribuzione e i conservatori americani si sono già schierati dichiarando che non andranno a vedere il film e invitando a ignorarlo.

Atteggiamenti visti anche dalle nostre parti, non troppo tempo fa, per chi ha buona memoria.

Ma per Michael Moore questo atteggiamento è dettato solo dalla paura.

“La destra americana è così spaventata perchè io sono una delle poche persone di sinistra che ha un enorme consenso in tutta l’America, anche nella parte considerata tradizionalmente conservatrice. Io raggiungo milioni e milioni di persone e per loro questa rappresenta una minaccia.”

Nella speranza di riuscire a vedere ‘Where to Invade Next” anche qui da noi, ecco il primo teaser, diffuso direttamente dall’autore e un piccolo video da lui registrato al Toronto Film Festival, poco prima della presentazione in sala.

 

 

 

 

Per chi si trovasse a New York in questo periodo, il NY Film Festival, dove peraltro il 27 sarà proiettato “Mia Madre” di Nanni Moretti, si svolgerà dal 25 settembre all’11 ottobre con un ricchissimo programma di eventi e proiezioni.

– Dettagli e programma completo qui: NY-FF 2015

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