Lo abbiamo chiamato «caso Colosseo». Perchè la chiusura del monumento per alcune ore per assemblea sindacale lo scorso 18 settembre ha creato un polverone mediatico incredibile, tanto che la notizia è stata ripresa sulle testate giornalistiche di tutto il mondo.
Oggi, 24 settembre, vi proponiamo un commento di Vittorio di Sgarbi dalla sua pagina facebook ufficiale:
«È singolare, come nel caso dei Casamonica, che si parli ancora del Colosseo. Questo ovviamente è un modo per sputtanare l’Italia senza la logica della verità. Non era uno sciopero ma un’assemblea e la cosa più ridicola era l’errore nell’indicazione dell’orario di chiusura, perché il Colosseo non è mai aperto fino alle 11 di sera. La chiusura era dalle 8.30 alle 11, due ore che non possono far pensare che l’Italia non funziona.
Roma non è Palmira, il Colosseo non è l’unico monumento di Roma, se è chiuso per 2 ore il Colosseo un turista va a vedere altre cose. Questa è una polemica strumentale. Se un turista non può entrare al Colosseo fino alle 11 non gli capita nulla, lo Stato deve pagare quelli che chiama a custodire i propri musei.
Anche la National Gallery certe volte è chiusa per le proteste di chi ci lavora. E il fatto è talmente minimo che soltanto un turista idiota non approfitta di queste due ore per vedere un’altra cosa. Un turista che non va a vedere altro e che vuole vedere solo il Colosseo è un cretino che non merita di vedere l’Anfiteatro Flavio».