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Capolavoro di Tiziano alla Galleria Palatina

Tiziano Galleria Palatina Tiziano, Il suicidio di Lucrezia, 1516

Il suicidio di Lucrezia, capolavoro giovanile di Tiziano, sarà esposto fino all’8 dicembre 2015 presso la Galleria Palatina di Firenze. Il Kunsthistorisches Museum di Vienna ha concesso in prestito tale opera per celebrare il proprio centoventicinquesimo anniversario.

Tiziano, Il suicidio di Lucrezia
Tiziano, Il suicidio di Lucrezia, 1516

Il Direttore della Galleria Palatina, Matteo Ceriana ha così commentato: “Ad affiancare il maggior nucleo di opere di Caravaggio fuori dai musei italiani è andato l’Amorino dormiente a rappresentare la fase ultima e più drammatica del pittore.

In cambio il museo austriaco ha concesso lo straordinario capolavoro giovanile di Tiziano Vecellio, Il suicidio di Lucrezia, che si apparenta magnificamente con altri dipinti veneti della Palatina del secondo decennio del secolo.

La politica di scambi di opere, esposte nella sala delle statue all’ingresso della Galleria, iniziata con il Liutista di Francesco Salviati del museo Jaquemart-Andrée, dopo questa viennese proseguirà con altre opere da musei stranieri e italiani per arricchire, seppur temporaneamente, le collezioni con dipinti che strettamente si inseriscono nel contesto del museo e a creare una ragione di rinnovato interesse anche per i fiorentini che ben conoscono il loro più caratteristico museo”.

Tiziano Galleria Palatina
Tiziano, Il suicidio di Lucrezia, 1516

LA SCHEDA DELL’OPERA

Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore 1488\1490 –Venezia 1576)
Il Suicidio di Lucrezia (1516-17 ca.)
Kunsthistorisches Museum di Vienna

IL SOGGETTO

Lucrezia, patrizia romana figlia di Spurio Lucrezio e moglie di Lucio Tarquinio Collatino, preferì togliersi la vita piuttosto che sopravvivere al disonore di essere stata violentata da Sesto Tarquino, figlio del re Tarquinio il Superbo.
L’uccisione di Sesto Tarquinio da parte del marito Collatino che onorava la promessa fatta alla sposa in punto di morte, fu all’origine della rivolta popolare contro il dominio etrusco personificato dai Tarquini (509 a. C.). Questi furono scacciati da Roma e alla monarchia seguì la nascita della repubblica (Tito Livio, Ab Urbe condita Libri, libro I, 57- 58; Ovidio, Fasti, II, 685-852).

Tiziano, Il suicidio di Lucrezia
Tiziano, Il suicidio di Lucrezia (particolare)

Sin dai tempi della storiografia di età augustea, la nobildonna romana –esaltata per mirabile castità e bellezza- fu consacrata fra i modelli di virtù femminili. Di conseguenza la raffigurazione di Lucrezia nell’atto di compiere il suicidio conobbe una diffusione vastissima sia in Oltralpe con pittori quali Jorge Breu il Vecchio (1475), Durer (1518), Lucas Cranach (1535 ca.) che in ambito italiano, lombardo, veneto e ferrarese in particolare.

Il Suicidio di Lucrezia di Tiziano raffigura l’eroina romana – e alle sue spalle il marito Collatino che tenta di dissuaderla dalla volontà di uccidersi- in un’immagine palpitante di vita, nella fierezza dell’azione che sta per compiere. Il pittore, assecondando un aspetto che molto colpiva i suoi contemporanei, esalta il contrasto, e paradossalmente anche l’accordo, fra la presenza viva e sensuale della donna, la sua bellezza radiosa e la morte che sta per sopraggiungere.

Tiziano, Il suicidio di Lucrezia
Tiziano, Il suicidio di Lucrezia (particolare)

LA TAVOLA

Il dipinto, oggi esposto nella Galleria Palatina, apparteneva alla collezione del re Carlo I d’Inghilterra e venne acquistato intorno al 1650 dall’arciduca Leopoldo Guglielmo, governatore dei Paesi Bassi e grande estimatore della pittura veneta. Attraverso le indagini radiografiche eseguite sulla tavola, con il sostegno finanziario del Fondo Austriaco per la Ricerca (FWF), è stata accertata l’esistenza sotto l’immagine visibile a occhio nudo di una composizione antecedente alquanto diversa. Nella prima versione -visibile ai raggi X – si percepisce chiaramente la figura di Lucrezia minacciata da Tarquinio con il pugnale in mano.

Tiziano, Il suicidio di Lucrezia
Tiziano, Il suicidio di Lucrezia (particolare)

A seguito del cambiamento di posizione di braccia e mani dei due protagonisti, operato da Tiziano, l’immagine si trasforma: Lucrezia, avendo fatto un scelta morale rigorosa, dirige il pugnale contro se stessa e l’aggressore si trasforma nel marito Collatino che la guarda senza poterglielo impedire.
La critica assegna l’opera alla seconda metà degli anni ‘20 del Cinquecento, gli anni della definitiva consacrazione a Venezia del giovane pittore cadorino. Superata la fase più strettamente giorgionesca, l’artista mette a punto uno stile peculiare caratterizzato da un impianto pittorico determinato in massima parte dal colore fluido e splendente, disseminato di tocchi di luce, che rendono una realtà di naturale concretezza, come dimostrano in questo caso la qualità tattile dei tessuti e quella tenerissima degli incarnati.

INFORMAZIONI UTILI

Tiziano, Il suicidio di Lucrezia

Galleria Palatina di Firenze 

ottobre-8 dicembre 2015

 

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