Print Friendly and PDF

Le nuove sale delle Gallerie dell’Accademia di Venezia

Gallerie dell'Accademia, Antonio Canova Antonio Canova, Creugante, 1796-1801, calco in gesso. Gallerie dell'Accademia, Venezia
Gallerie dell'Accademia, Venezia
Gallerie dell”Accademia di Venezia, Sala pittura del Settecento.

Le Gallerie dell’Accademia di Venezia diventano sempre più grandi. 7 le nuove sale inaugurate lo scorso 29 gennaio che portano il grande pubblico alla conoscenza e alla fruizione di un altro importante spazio dedicato all’Arte Moderna. Si tratta dell’Ala Palladiana, progettata nella seconda metà Cinquecento proprio dal grande Andrea Palladio. Così, dopo l’apertura delle 5 nuove sale nel maggio del 2015, continua con successo il progetto del museo veneziano Verso le Grandi Gallerie.

Gallerie dell'Accademia, Venezia
Loggia Palladiana con i gessi di Antonio Canova, Gallerie dell’Accademia, Venezia.
Gallerie dell'Accademia, Venezia, Nuove sale
Antonio Canova, Leoni, 1783-1792. Calchi in gesso dai leoni del monumento a Clemente XIII Rezzonico a Roma.

Passati i due, ancora spogli, saloni del Lazzari, il visitatore può accedere alle nuove sale partendo dalla luminosa loggia affacciata sul cortile interno. Qui, a dominare la scena è il candore dei gessi di Antonio Canova: dalla sequenza di rilievi narrativi ai due imponenti leoni – calchi del monumento romano a Clemente XIII Rezzonico – l’importante corpus di opere canoviane continua nella piccola saletta contenente i bozzetti dell’artista appartenenti al museo e nell’ultima sala espositiva, il Tablino.

Gallerie dell'Accademia, Antonio Canova
Antonio Canova, Creugante, 1796-1801, calco in gesso. Gallerie dell’Accademia, Venezia

In quest’ultimo, l’esempio architettonico più puro di classicismo palladiano, è esposta la statuaria. Così, la forza espressiva del possente pugilatore Creugante, si raffronta all’eleganza e alla bellezza apollinea del femmineo Paride. Il nuovo allestimento museografico pone dunque l’accento sull’importanza di Canova nei confronti dell’Accademia veneziana: molte delle opere in mostra furono proprio scelte dallo scultore e inviate da Roma, altre invece arrivarono nella città lagunare per volere di Leopoldo Cicognara – presidente dell’Accademia agli inizi del XVIII secolo – come modelli d’apprendimento per gli allievi della neonata istituzione.

Gallerie dell'Accademia, disegno, Rosalba Carriera, Venezia
Rosalba Carriera, Ritratto di giovinetto, 1726 ca, carta, cm 34 x 27. Gallerie dell’Accademia, Venezia

Artisti del ‘700 e dell’800 veneziano e veneto dialogano nelle sale retrostanti la loggia palladiana. Il percorso espositivo si apre con le opere dei maestri che, nell’Europa del Gran Tour, hanno portato la pittura lagunare oltralpe: dai pastelli di Rosalba Carriera alle vedute di Canaletto passando per le scene mitologiche di Sebastiano Ricci e gli scorci nordici di Bernardo Bellotto, tra i più stimati vedutisti delle settecentesche corti dell’Europa centrale e orientale. La visita nelle nuove sale continua all’insegna di pitture a tema storico-allegorico; da Venezia che premia le Arti di Michelangelo Morlaiter all’Allegoria della Pittura dipinta dal Maggiotto, queste tele rappresentano i pièce de réception presentati dai pittori come banco di prova della loro abilità per accedere all’Accademia.

Il Maggiotto, Gallerie dell'Accademia, Venezia
Domenico Fedeli detto Il Maggiotto, Allegoria della Pittura, 1768-1769. Gallerie dell’Accademia, Venezia

Non potevano mancare le opere di uno degli artisti più noti nel panorama dell’arte italiana del XIX secolo: Francesco Hayez. Entrato a far parte dell’Accademia veneziana in giovanissima età, sono molte le tele del maestro esposte nelle nuove sale del museo. A catturare l’occhio del visitatore è senza dubbio il grande Rinaldo e Armida, tela realizzata dal pittore durante il periodo nella Capitale.

Francesco Hayez, Rinaldo e Armida, Venezia
Francesco Hayez, Rinaldo e Armida, 1813, Gallerie dell’Accademia, Venezia

A dialogare con le opere del professore di Brera, sono le scene mitologiche di Giovanni Demin e Vincenzo Giacomelli. Prima di accedere al grande Tablino, il percorso espositivo porta ad un piccolo vestibolo dominato dal bassorilievo del trevigiano Luigi Borro rappresentante la Liberazione dell’Ossesso. Di fronte a questo, i busti marmorei di Tiziano, Giovanni Bellini e Sebastiano del Piombo, realizzati dagli scultori dell’Accademia in epoca ottocentesca, consacrano i principali esponenti della storia dell’arte veneziana.

Con un vero e proprio omaggio alla pittura e alla scultura dei grandi artisti che hanno reso l’Accademia di Venezia centro nevralgico della pittura e della scultura moderna, le nuove sale delle Gallerie costituiscono un altro importante tassello dell’impegno dell’ente museale a diventare il “museo faro – come ha affermato la sua direttrice Paola Marinidella pittura veneziana”.

INFORMAZIONI UTILI

Verso le Grandi Gallerie – Le sale dell’Ala Palladiana

Gallerie dell’Accademia, Venezia

www.galleriedellaccademia.org

Commenta con Facebook

leave a reply

*