Il 15 dicembre andranno in asta da Christie’s a Londra gli abiti di Margaret Thatcher (vero nome Margaret Hilda Roger (1925-2013) sopranominata The Iron Lady, il più celebre politico del XX secolo in Gran Bretagna. Ricoprì la carica dal 1979 al 1990, il periodo di governo più lungo per un Primo Ministro inglese e la prima e unica donna ad aver ricoperto tale incarico.
In catalogo 350 cimeli (di cui 200 in vendita solo online fino al 16 dicembre) che hanno segnato la vita di Margaret Thatcher e, in qualche maniera, anche la storia politica degli anni ’80. Ci saranno i tailleur che ha indossato duranti gli incontri con i capi di Stato di mezzo mondo, l’abito da sposa blu notte di velluto del suo matrimonio nel 1951, la valigetta in pelle rossa con il logo della corona e la scritta “Prime Minister” nella quale la Lady di Ferro conservava documenti in grado di far tremare mezzo mondo. Ma anche le mitiche borsette considerate dai suoi collaboratori e ministri una sorta di arma impropria temuta e venerata: si narra, infatti, che la Thatcher terrorizzasse i ministri durante gli incontri di governo con le sue borsette piene di documenti, al punto che negli anni ’80 fu coniato per lei il termine handbagging, ovvero la politica della borsetta.
Ci saranno in asta numerosi gioielli tra cui la spilla di diamanti stile Giorgio III del 1800 circa, che sarà in vendita con una base tra le 8 mila/ 10 mila sterline e un meraviglioso collier in stile Art Deco in diamanti e smeraldi firmato Chaumet, datato 1930 e stimato 120 mila/180 mila sterline. I lotti in vendita hanno stime che vanno dalle 200 sterline alle 180 mila.
«Margaret Thatcher capiva tutto il potenziale della moda per valorizzare e proiettare la personalità e i suoi look sono diventati così sinonimo di power dressing. L’offerta dell’asta non sarebbe completa senza abiti come il vestito Royal Blue in crepe di lana di Aquascutum indossato in parlamento quando la Thatcher era Primo ministro, intorno al 1989-90 (stima: 2 /3 mila sterline)», spiega Adrian Hume-Sayer, Christie’s Head of Sale che ha curato l’asta della Thatcher.
Secondo il Daily Telegraph la collezione venne inizialmente offerta al Victoria & Albert Museum ma, sembra, sia stata rifiutata in quanto non conformi alla linea museale. I responsabili del museo hanno dichiarato: “Nel nostro museo vengono esposti solo oggetti che hanno qualità estetica e tecnica, non un valore puramente politico o sociale come nel caso dei beni della Thatcher”.
La polemica sui media inglesi perdura da settimane, c’è chi sostiene che l’abbigliamento della Lady abbia rilevanza storica nella politica inglese e che rappresenti l’evoluzione nel costume del Paese sostenendo che la Thatcher per molti sia diventata un’icona in un’epoca di grandi controversie.
E’ stata lanciata una raccolta di fondi, con l’obbiettivo di raggiungere una somma sufficiente per acquistare in blocco i beni in vendita. Il Time ha pubblicato un articolo di grande rilievo intitolato “Salvate la borsetta della Thatcher” per incentivare la raccolta, mentre altri quotidiani come l’Indipendent si sono schierati contro la possibile acquisizione pubblica sicuri che la ministra sarebbe stata contraria a tale spesa pubblica.