Il Museo Civico di Sanremo custodisce la più ricca e completa collezione di sculture di Franco Bargiggia, nato a Milano nel 1888 e trasferitosi negli anni venti a Sanremo, dove raggiunse esiti particolarmente apprezzabili soprattutto nell’ambito delle arti plastiche.
Le sculture in esposizione sono il risultato di una selezione accurata volta a privilegiare i lavori che meglio rappresentano le scelte stilistiche dell’artista. La purezza delle forme e la contenuta maestosità dell’assetto plastico, costruito attraverso linee morbide e sinuose, proiettano l’osservatore in una dimensione intima che evoca il calore degli affetti familiari.
Bargiggia riesce a fare emergere dalla materia plasmata il senso di sacralità insito nella figura materna, che si esterna in abbracci teneri e avvolgenti.
La forza introspettiva del soggetto, che nelle sculture è veicolata dal modellato armonioso della materia, si impone anche a livello pittorico nell’unico dipinto in esposizione, Danza dello scialle, opera di gusto tardo liberty dalle cromie accese in cui la moglie dell’artista diventa la protagonista di una danza sensuale. Il tema della danza e la sua resa in termini pittorici alludono alla vita della Sanremo di un tempo e all’atmosfera luminosa e sognante di un’epoca. Sarebbe riduttivo cercare di comprendere le scelte estetiche di Franco Bargiggia senza analizzare il contesto in cui queste scelte sono maturate: siamo nella Sanremo dei primi anni del Novecento, la Sanremo delle grandi esposizioni d’arte alle quali partecipano, accanto ai più importanti nomi del panorama artistico contemporaneo, giovani pittori e scultori in cerca di fama.
All’interno di questo vivace ambiente artistico e culturale i Premi San Remo (1935-1940) acquisiscono un ruolo di rilievo nella diffusione delle nuove sperimentazioni in campo figurativo e diventano per gli artisti dell’epoca un’occasione per far conoscere le proprie opere al grande pubblico. In questo contesto nascono e vengono premiate alcune delle più belle opere di Franco Bargiggia, che espone negli eleganti spazi espositivi di Villa Ormond, accanto ad altri scultori attivi a Sanremo negli anni trenta: i toscani Vincenzo e Nello Pasquali, Giovambattista Rilla e tanti altri nomi che hanno lasciato alla nostra città un patrimonio dal valore inestimabile, che si può oggi ammirare nelle sale del Museo Civico di Palazzo Borea d’Olmo e nei lussureggianti parchi-giardino delle antiche dimore signorili.
Franco Bargiggia nasce a Milano il 10 ottobre 1888 da Giovanni Battista, di professione sarto, e Carolina Stefanini. I genitori, avendo compreso la sua naturale propensione per l’arte, iscrivono il ragazzo all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove insegnano in quegli anni i celebri maestri Giuseppe Mentessi (1857-1931), Cesare Tallone (1853-1919) ed Enrico Butti (1847-1932). Franco Bargiggia si diploma a pieni voti nel 1912 ed espone, nello stesso anno, alla Mostra Nazionale di Scultura di Milano, ottenendo il Premio Tantardini con l’opera Il dolore.
Nell’immediato dopoguerra si dedica prevalentemente ad opere di carattere sociale (Figli della strada, Profughi, Madre operaia, Vedova), lavori che verranno da lui concepiti durante le brevi tregue di una grave forma di artrite deformante progressiva che gli colpisce le mani, il suo principale strumento di lavoro.
Nel 1930, nella speranza di superare i problemi di salute aggravati dallo strascico di una malattia polmonare, Bargiggia si trasferisce a Bussana di Sanremo insieme alla moglie Elda, sposata a Milano nel 1928. Nel 1931, dopo la nascita della figlia Silvia, partecipa alla 1ª Mostra d’Arte degli Artisti Sanremesi, allestita dal Comune di Sanremo a Villa Ormond. La mostra del 1931 segna l’inizio di una lunga serie di concorsi ed esposizioni in cui Franco Bargiggia ottiene importanti premi e riconoscimenti: nel 1933 partecipa alla 4ª Esposizione d’Arte e 1ª Provinciale di Villa Ormond con le opere in bronzo Primo bimbo, Giovinezza, Torso, Gioie materne, Mamma, L’attesa e l’importante gruppo Bimbo con tartaruga, acquistato nel 1988 dal Comune di Sanremo e attualmente esposto nelle sale del Museo Civico; nel 1934 vince a Genova il concorso nazionale di scultura Sogni di madre; nel 1935 partecipa alla Mostra del Sindacato Interprovinciale di Belle Arti della Liguria a Sanremo con le due opere in bronzo Poppante e Giorno di Natale; nel 1936 si classifica secondo al Premio Sanremo di Scultura con il bozzetto per il Monumento alla Regina Margherita e vince l’anno seguente con l’opera Il legionario.
Se le opere degli anni venti si accostano al gusto tardo liberty, negli anni trenta Bargiggia approda ad un intenso verismo e i temi intimistici legati al mondo familiare diventano il fulcro della sua ricerca espressiva. La moglie e la figlia ancora in tenera età ispirano una serie di soggetti legati alla maternità e all’infanzia: Giocondità (1932), Primo bimbo (1933), Maternità (1936), Tenerezze materne (1938), conservate nel Museo Civico di Sanremo, e la celebre Preghiera nel vespro (1936), esposta nell’atrio del Palazzo Comunale di Sanremo. Nel 1941 la moglie e la figlia si trasferiscono a Milano: Bargiggia rimane solo, nella sua casa di Via Rivolte San Sebastiano, nella Pigna di Sanremo.
Nonostante sia assai stimato negli ambienti artistici della Riviera, mancano le grandi committenze e nel frattempo si accentua la sua dolorosa malattia. Franco Bargiggia trascorre gli ultimi anni della sua vita solo e malato. È sostenuto economicamente da pochi amici, tra questi il pittore Alberto Beltrame. Si spegne all’Ospedale di Sanremo il 18 marzo 1966. La sua salma riposa nel cimitero milanese del Musocco.
a cura di Chiara Tonet
Responsabile Museo: Dott.ssa Loretta Marchi, conservatore-bibliotecario
Museo civico di Palazzo Borea d’Olmo
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