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La straordinaria originalità dello stile Liberty a Napoli. In mostra a Palazzo Zevallos Stigliano

Gustavo Nacciarone Clara prima delle nozze, 1892 olio su tela, 266,50 x 160,5 cm Collezione Intesa Sanpaolo, Foto Giusti Claudio, Firenze

Alle Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli, a settembre, arriva il Liberty

L’architetto e critico d’arte Alfredo Melani definì così il Liberty: “Nn’arte nuova, stile nuovo, stile moderno, stile Liberty, stile floreale, in quanti modi questo movimento estetico è indicato!”, una vera ventata di giovinezza, proprio “n’ aria ‘e primavera” come quella che soffia nei versi della poesia Marzo (1898) di Salvatore Di Giacomo.

E da questa frase è stato tratto il titolo della mostra Napoli Liberty. N’aria ‘e primmavera, a cura di Luisa Martorelli e Fernando Mazzocca, che si apre a Napoli il prossimo 25 settembre 2020 (fino al 24 gennaio 2021)

Marzo (1898) di Salvatore Di Giacomo

Marzo: nu poco chiove
e n’ato ppoco stracqua:
torna a chiovere, schiove,
ride ’o sole cu ll’acqua.

Mo nu cielo celeste,
mo n’aria cupa e nera:
mo d’ ’o vierno ’e tempeste,
mo n’aria ’e primmavera.
N’auciello freddigliuso

aspetta ch’esce ’o sole:
ncopp’ ’o tturreno nfuso
suspireno ’e vviole…
Catarì!… Che buo’ cchiù?
Ntienneme, core mio!

Marzo, tu ’o ssaie, si’ tu,
e st’auciello songo io.

Con più di settanta opere, tra dipinti, sculture, gioielli e manifatture varie, la mostra mette in luce la diffusione dello stile modernista e i caratteri originali della arte a Napoli nel periodo che va dal 1889 al 1915.  Alla fine dell’Ottocento si vive in Europa la stagione dell’Art Nouveau e il processo di sviluppo avviato dalle grandi Esposizioni nazionali e internazionali, insieme all’affermazione di una borghesia imprenditoriale, trasformano radicalmente le città italiane.

Manifattura Ascione
Collier, 1909
oro e corallo, 42 cm
Museo Ascione, Napoli, Foto Emilio Pinto

La novità del nuovo stile – in Italia detto Liberty – contagia Napoli, città in via di rinnovamento che vuole lasciarsi alle spalle gli anni del colera. Leggi speciali finanziano l’ampliamento urbano, il risorgimento economico e l’industrializzazione riscattano l’immagine della città: è la Belle Époque e un fiorire di progetti che rese Napoli una metropoli moderna e cosmopolita sin oltre la fine della Grande Guerra. Napoli matura un processo di modernizzazione che alimenta un rinnovato dialogo tra intellettuali, giornalisti, scrittori e politici.

La mostra

La mostra si apre con una sala dedicata ai dipinti del soggiorno a Napoli di Felice Casorati, che preludono, nelle sale successive, le opere dei protagonisti di quel movimento d’avanguardia, denominato Secessione dei 23, nato a partire dal 1909 per iniziativa di Edgardo Curcio, Francesco Galante, Odoardo Pansini, Raffaele Uccella e Eugenio Viti, insieme agli scultori Costantino Barbella, Filippo Cifariello e Saverio Gatto.

Felice Casorati Persone, 1910 olio su tela, 150 x 177 cm
Collezione privata. Courtesy Enrico Gallerie d’arte

Uno spazio rilevante viene riservato alle arti applicate che, durante la stagione del Liberty, s’integra con le arti maggiori in una prospettiva di produzione moderna nella nuova era del consumo. Sarà esposta La fontana degli Aironi (1887), lezione esemplare di Filippo Palizzi, anticipatore in tale ambito artistico che seppe infondere alle generazioni successive le basi di un decisivo rilancio nel campo delle manifatture.

Vincenzo Caprile
Elena del Montenegro, principessa di Napoli, 1899
pastello su cartone, 54 x 50 cm
Collezione Intesa Sanpaolo, Foto Giusti Claudio, Firenze
Giuseppe De Curtis Sogno a Venezia, 1890 tempera su tela, 130 x 145 cm
Collezione Intesa Sanpaolo, Foto Giusti Claudio, Firenze

In mostra sono presenti due opere di Almerico Gargiulo, un maestro-intagliatore che lavora il legno intarsiato seguendo linee tondeggianti, alla maniera di Carlo Bugatti. Saranno esposte anche manifatture di alto pregio, nel settore dell’oreficeria preziosa e delle manifatture delle pietre dure (corallo, madreperla e tartaruga), genere in cui Napoli diviene prima in Europa.
Come i gioielli di Emanuele Centonze, Gaetano Jacoangeli e Vincenzo Miranda, famosi in tutta Europa per diademi, spille, fermagli dalle infinite varianti.  E la Scuola del Corallo di Torre del Greco, distintasi per una lavorazione raffinata, eclettica e moderna delle pietre dure, applicata ad oggetti di valore funzionale, molto richiesti dal mercato, quali bottoni, portagioie e pettenesse.

Vincenzo Migliaro Seduzioni, 1906
olio su tela, 62 x 42 cm
Collezione privata, Napoli

Spicca il dipinto Seduzioni (1906), di Vincenzo Migliaro, immagine guida della mostra, il cui soggetto è una vetrina della gioielleria Jacoangeli, dove si scorge una figura femminile che lascia trapelare la sua intensa emotività davanti a quegli oggetti del desiderio.

La mostra si chiude con una sezione dedicata ai manifesti e alla grafica pubblicitaria.

Leopoldo Metlicovitz Ambito italiano, E. & A. Mele & C.i Manifesto pubblicitario carta/ cromolitografia, 1900 ca 1909 carta cromolitografia, 254,60 x 151 cm Museo Nazionale Collezione Salce, Direzione Regionale Musei Veneto. Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.
Foto Direzione regionale Musei Veneto. Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo

NAPOLI LIBERTY. N’ARIA ‘E PRIMMAVERA
25 settembre 2020 – 24 gennaio 2021

Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano
via Toledo 185, Napoli

Mostra a cura di Luisa Martorelli e Fernando Mazzocca

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