Traslocando. È andata così, l’autobiografia di Loredana Bertè edita da Rizzoli è stata un buon successo in classifica e sicuramente tra i regali più gettonati per lo scorso Natale assieme a 25 di Adele.
Nel libro Loredana Bertè racconta ciò che sicuramente i suoi fan più fedeli già conosco bene, la rock star di Sei Bellissima e Amici non ne ho è sempre stata un fiume in piena e non ha mai fatto mistero della sua vita sempre sull’orlo del precipizio. Dall’infanzia da incubo a Bagnara Calabra, alla fuga con l’amico Renatino -fratello nella vita e nell’arte- e l’amata sorella Mimì (Renato Zero e Mia Martini).
Gli amori andati a male, i dischi (i contratti vanno in fumo, i dischi restano!), la musica, le storie di cattivo vicinato, lei con una mazza da baseball che fracassa la portineria del condominio in via Ariosto e il conseguente TSO.
Lo zio è già pronto a denunciarla.Quella di Loredana è una storia a cavallo tra violenza, sogni infranti e mille traversie, è vero, ma è anche una storia piena di ironia. Il lato comico di Loredana Bertè è stato forse, almeno in parte, il segreto della sua salvezza.
Di Traslocando. È andata così la cosa irresistibile sono gli episodi folli e surreali che si susseguono pagina dopo pagina. Come in un film di Blake Edwards. Loredana racconta che Michael Jackson la fece mandare a prendere da una limousine -come in una storia di C’è posta per te– e avrebbe voluto che facesse lei da opening ai suoi concerti, l’artista scelta lui non la sopportava (e dato che si parla del Bad Tour del 1988 o parlava di Kim Wilde o di Taylor Dayne, una dimenticata da Dio). Michael Jackson e Loredana Bertè si erano conosciuti durante un tour promozionale quando Michael ancora era uno dei Jackson Five.
Surreale l’immagine di Aida Cooper -amica e corista fedele di Loredana da sempre- e Rossana Casale legate e imbavagliate a una sedia con il cellophane.
Ribadito l’episodio sulla polemica dell’esibizione a Sanremo nel 1986 con Re. Loredana -e coriste al seguito- si presentò in un mini abito steam punk in pelle nero con un pancione finto: «l‘unico a farmi i complimenti e ad andare oltre la provocazione, lanciandosi in un gorgheggio di “Beautiful” e “Unbelievable”, fu Sting». E Lady Gaga nel 2011 l’ha copiata.Ovviamente a Björn Borg -ex campione di tennis che ora fa mutande- grande amore della sua vita, non risparmia nulla, racconta della droga e delle perversioni, di quando in albergo parlando con la reception lo sentì richiedere delle escort “very bicth!” per un’orgia. Loredana gli spaccò una racchetta in testa e se ne andò «pensavo di sta a’ Brescia e invece stavo a Hong Kong».
La loro fu una storia travagliata, lei venne mal accolta alla corte di Svezia e la suocera fece di tutto per far naufragare il matrimonio, riuscendoci. Racconta Loredana Bertè in un’intervista del 1994 a Sette:
«Borg era pazzo. Aveva in casa tre pistole e ci giocava puntandomele alla tempia. Una volta premette il grilletto. E poi mi disse che era carica. Io gli dissi: “Ma sei scemo?” E gli detti una scarica di botte […].
Quando arrivavamo in Svezia i giornali scrivevano: “Bentornato Bjiorn. Purtroppo c’è Loredana” […]. Dopo quattro anni di matrimonio io ho detto: lo vogliamo fare un figlio? Io ho fatto solo dischi nella vita, vorrei fare anche qualcosa di
più serio. E la madre mi rispose: un figlio italiano? Mai […]. Disse: tu un figlio da Bijorn non lo avrai mai perché Bjiorn deve avere solo figli svedesi».
Uno degli episodi migliori raccontati nel libro è quello è quello della partita di tennis di Björn Borg a cui Loredana dovette assistere per doveri coniugali. A farle compagni sugli spalti, annoiati tanto quanto lei c’erano Andy Warhol e Liza Minnelli, che se ne andò via (con una scusa del cazzo!).
Anche l’incontro con Tina Turner in ascensore a Riva del Garda ha già un posto nel nostro cuore però. Loredana presentò a Tina lo stilista Azzedine Alaïa. Tina Tuner a Riva del Garda? Ebbene sì, non siate malfidati. Era il 1984, al Festival di Riva del Garda. Tina Turner stava promuovendo la smash hit What’s love got to do with it, Loredana si esibì con Ragazzo mio e Una sera che piove per promuovere Savoir faire, il terzo album della trilogia scritta e prodotta da Fossati. I capitoli precedenti Jazz (1983) e Traslocando (1982), che dà il titolo all’autobiografia.Loredana Bertè è così: una sopravvissuta. Una sopravvissuta agli anni ’80 in cui anche Riva del Garda poteva sembrare l’ombelico del mondo. Chissà se anche Tina Turner se lo ricorda e un giorno la vedremo a Porta a Porta con Loredana a urlare di gioia per la rimpatriata come già successo tra Liza Minnelli e Gina Lollobrigida.