A Roma, vicino a Porta San Paolo, c’è una piramide.
La curiosa storia della Piramide Cestia è ovviamente molto antica. Tutto ebbe inizio nel I secolo a.C. quando Caio Cestio, un importante uomo politico dell’antica Roma, decise che come proprio monumento funerario la piramide sarebbe stata la scelta ideale.
La preferenza va ricercata nel contesto storico di quel periodo: siamo negli anni della conquista dell’Egitto e i ricchi e colti romani restarono subito affascinati dal gusto orientale. Caio Cestio decise così di farsi costruire la propria tomba a forma di piramide al di fuori della città – come era usanza – lungo una strada consolare, la via Ostiense, l’antico collegamento tra l’Urbe ed il suo porto, la città di Ostia Antica.
Sappiamo con certezza, grazie al testamento dello stesso Caio Cestio, che la piramide fu costruita in soli 330 giorni, venendo innalzata tra il 18 e il 12 a.C., anche se ciò che impressiona maggiormente è la sua portentosa struttura: è alta quasi 37 metri e ha una base quadrata di circa 30 metri per lato.
Ma chi era questo ricco uomo politico? E’ lui stesso a presentarsi nelle iscrizioni sulle facciate della piramide come un importante membro del collegio sacerdotale degli Epuloni, i quali avevano il compito di organizzare in città i sacri banchetti annuali in onore delle più importanti divinità. E per la sua costruzione, non si badò a spese. Il figlio di Caio Cestio vendette i pregiati arazzi detti “attalica” e con il ricavato fece realizzare due statue in bronzo dorato da posizionare proprio all’ingresso del monumento.
La tomba non era certo isolata, ma anzi, era circondata da un recinto costruito con blocchi di tufo (oggi ancora in parte visibili) e con quattro colonne innalzate proprio in corrispondenza dei quattro angoli della Piramide. Di queste colonne oggi ne restano visibili solo due, riportate alla luce nel 1656 e subito riposizionate nella loro collocazione originaria, per volere di papa Alessandro VII Chigi. Ma le sorprese più grandi della Piramide si celano al suo interno, dove si trova la camera sepolcrale: un piccolo vano rispetto alla mole imponente della Piramide, ma con pareti interamente e delicatamente affrescate con figure femminili alternate a vasi lustrali e gioiose Vittorie alate sulla volta. Ciò che resta ancora oggi completamente avvolto nel mistero è se Caio Cestio decise di farsi cremare o inumare: non sono stati infatti rinvenuti né sarcofagi né urne cinerarie.
Ciò che è certo è che all’interno della stanza non vi doveva essere alcun bene prezioso perché Augusto aveva appena vietato, con una apposita legge, l’ostentazione del lusso nelle tombe. Un vero smacco per i numerosi tombaroli che nel corso dei secoli hanno più volte cercato di intrufolarsi all’interno della piramide cercando i tesori.
E’ giunta così ben conservata fino ai nostri giorni perché fu inglobata nelle Mura Aureliane nel IV secolo d.C. e in questo modo ne fu risparmiata la sua distruzione, trovandosi esattamente lungo il tracciato delle nuove mura. Ma è un monumento particolarmente fortunato perché scampò anche ad un’altra distruzione, quella dei bombardamenti durante la II Guerra Mondiale, che invece buttarono giù per sempre un tratto adiacente delle Mura Aureliane.
Il nostro Caio Cestio non fu l’unico però a costruire una piramide a Roma. Sappiamo infatti che in città ve ne erano almeno altre tre: due nell’area dove oggi sorgono le chiese gemelle di piazza del Popolo ed una lungo via della Conciliazione, all’altezza della Chiesa di Santa Maria in Traspontina. Quest’ultima fu distrutta nel 1499 da papa Alessandro VI Borgia per ampliare la viabilità della strada vicina a San Pietro, in occasione dell’imminente giubileo.
La fama però della Piramide Cestia fu grande già in passato, quando di fatto divenne una delle tappe obbligate di visita per i giovani rampolli delle famiglie europee che compievano il Grand Tour, l’importante viaggio di formazione e studio tra XVII e XIX secolo: vedere una Piramide a Roma sorprendeva davvero tutti!
Approfondimento a cura di L’Asino d’Oro Associazione Culturale L’Asino d’Oro, che organizza visite guidate e passeggiate per andare alla scoperta di Roma con archeologi e guide turistiche abilitate della Provincia.