Il Codex Seraphinianus di Luigi Serafini in mostra al Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci.
È stata prolungata fino al 10 aprile l’esposizione al Labirinto della Masone delle tavole originali del Codex Seraphinianus, opera prima di Luigi Serafini, realizzata in circa tre anni di lavoro, dal 1976 al 1978. Nato nel 1949 a Roma e formatosi come architetto, Serafini si era rivolto a Franco Maria Ricci all’inizio degli anni Ottanta per la pubblicazione di questa sua storica opera onirica e surreale.
>> Ricci diede alle stampe il Codex Seraphinianus già nel 1981 nella collana I segni dell’uomo, in una lussuosa edizione in due volumi rilegati in seta, divenuti oggi una rarità per collezionisti bibliofili.
Il Codex Seraphinianus, il cui titolo latino richiama espressamente il minuzioso lavoro da amanuense eseguito da Luigi Serafini, è costituito da circa 300 tavole e può essere definito come un’enciclopedia di un mondo parallelo, dove alle surreali illustrazioni che ritraggono piante, alberi, uomini, città e molto altro ancora, sono affiancati curiosi e precisi segni grafici, lettere di un alfabeto a noi sconosciuto. Una sorta di versione contemporanea del Manoscritto Voynich.
>> Così la descriveva Calvino nel primo numero della rivista FMR, del 1982: «Una grafia corsiva minuziosa e agile e (dobbiamo ammetterlo) chiarissima, che sempre ci sentiamo a un pelo dal poter leggere e che pure ci sfugge in ogni sua parola e in ogni sua lettera».
Nelle tavole del Codex Seraphinianus si rispecchiano una scienza e un mondo insieme simili e dissimili dai nostri, dove, sempre nelle parole di Calvino, l’anatomico e il meccanico si scambiano le loro morfologie […] l’umano e il vegetale si completano, […] il vegetale si sposa al merceologico, lo zoologico al minerale, […] e così il cementizio e il geologico, l’araldico e il tecnologico, il selvaggio e il metropolitano, lo scritto e il vivente.In chiusura di questa esposizione eccezionale, sabato 9 aprile alle ore 17 Luigi Serafini sarà ospite al Labirinto della Masone per una conferenza in cui, insieme a Franco Maria Ricci, racconterà la genesi, la diffusione e il successo della sua straordinaria opera.
Macchine surreali, metamorfosi animali e vegetali, una sequenza di invenzioni colorate commentate da una scrittura immaginaria, il Codex Seraphinianus è un libro di culto, un codice miniato visionario e misterioso. Apprezzato da storici e critici dell’arte come Federico Zeri e Vittorio Sgarbi, il Codex ripercorre in chiave utopica e fantastica tutti i campi dello scibile, dalla zoologia alla botanica, dalla mineralogia all’etnografia, dalla fisica alla tecnologia: uomini tenaglia, amanti- coccodrillo, uova che volano, alberi capovolti. 10Quest’anno, 32 anni dopo la prima edizione, Rizzoli pubblica una nuova edizione dell’opera in due versioni, trade e deluxe, arricchite da nuove tavole e, solo per l’edizione deluxe, in cofanetto, da carte giganti ispirate al mondo dei tarocchi. Sia le copie del libro in edizione deluxe sia le tavole dei Ta-Roc Seraphiniani sono numerate e firmate dall’autore.