Milano celebra l’estro creativo di Joan Miró. Dopo la retrospettiva dedicata a Paul Gauguin, la lente d’ingrandimento del Museo Delle Culture si posa su uno degli interpreti più rappresentativi del Surrealismo, per analizzarne la pionieristica relazione con la materia.
La forza della materia
“L’inizio è qualcosa di immediato. È la materia a decidere” soleva dire Joan Miró. Grazie alla regia della Fundació Joan Miró di Barcellona, oltre cento capolavori del maestro catalano si dislocano lungo il Museo delle Culture, per raccontare la sua liaison con il medium artistico. Sala dopo sala supporti tradizionali si combinano a tecniche fino a quel momento mai incontrate, mentre approcci comuni dialogano con inedite potenzialità espressive, per un viaggio attraverso l’aspetto più primordiale della creatività. Dalla carta al cartone, dalla tempera alla grafite, passando attraverso la ceramica, i pastelli, l’acquaforte, la china… ma non solo.
Oltre la pittura, all’origine dell’espressione creativa
Classe 1893, Joan Miró incontra l’arte da bambino ed è amore a prima vista. Dopo la fanciullezza le lezioni di disegno si alternano agli studi commerciali, ma in seguito ad un esaurimento nervoso il futuro surrealista abbandona tutto per seguire la sua vocazione. Lascia la terra natia e parte alla volta di Parigi, dove entra in contatto con le menti più brillanti delle avanguardie ed entra nella storia.
Acerrimo nemico della pittura convenzionale, che diceva “andrebbe stuprata, uccisa e assassinata”, Miró viaggia pericolosamente contromano, verso l’ancestralità dell’espressione creativa. Per tornare alle origini, si appropria di segni legati al linguaggio dell’inconscio e si avvale di materiali grezzi, fino a quel momento estromessi da accademie, musei e gallerie. Scopre l’elegante semplicità del cartone, la nobiltà disinvolta della grafica e la grazia della china sfumata sulla tela.
Il più surrealista del Surrealismo
Poeta delle alchimie oniriche e cantore dei misteri della psiche, Joan Miró trasporta sulla tela gli abissi più profondi dell’animo umano, fino ad essere definito dal stesso capostipite del movimento André Breton come “il più surrealista di noi tutti”.
L’ermetismo comunicativo di Mirò incanta i bambini e seduce gli adulti, attraverso un linguaggio intellettualmente criptico e indecifrabile, eppure avvolgente ed emotivamente accessibile.
Verso il contemporaneo
Nell’ex Ansaldo un susseguirsi di capolavori porta in scena il fervore creativo delle Avanguardie, la lezione surrealista e l’ossessione per la matericità. Accanto agli iconici pittogrammi neri e alle figure campite coi colori primari che meglio incarnano l’immaginario comune su Joan Mirò, si fanno posto scorci creativi in cui l’artista si inoltra con coraggio in strade meno conosciute, verso il contemporaneo. Dall’allora pionieristica combustione, all’assemblaggio di materiali di riuso, fino alla sfrontata deturpazione delle proprie creazioni.
Un’occasione per scoprire -o riscoprire- un grande Signore di quell’Arte Moderna di cui, in fondo, siamo tutti figli e nipoti.
INFORMAZIONI UTILI
Miró. La forza della materia
a cura di Teresa Montaner
MUDEC
Via Tortona 56, Milano
Fino all’11 settembre 2016