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Abu Dhabi Fashion Sustainability Experience: storia di un’utopia realizzata

Lo scorso marzo Armani diceva “No alle pellicce” seguendo le orme di Vivienne Westwood, mentre alcuni ambientalisti preparavano un blitz contro lo stilista Gaultier. Il molto rumore tra i vertici del fashion biz non ha impedito però a tre giovani imprenditori milanesi di passare dalle parole ai fatti presentando, tra il 30 Marzo ed il 4 Aprile 2016, la prima edizione dell’ Abu Dhabi Fashion Sustainability Experience: tre giorni di sfilate, eventi e videoproiezioni per mettere sotto i riflettori l’esigenza di un nuovo modo di convivere con il pianeta.

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Abu Dhabi Fashion Sustainability Experience

Rivoluzionare lo stile di vita del mondo globalizzato è un’impresa tutt’altro che semplice. Lo sanno bene Luca Molinari, Mikel Dolci e Matteo Berciga che di imprevisti ne hanno avuti parecchi. Primo fra tutti la scelta del set del loro meeting creativo. I tre infatti avevano designato Masdar City, il primo centro urbanistico completamente a emissioni zero sorto nel bel mezzo del deserto emiro, ma all’arrivo si sono trova ad affrontare un contenitore di sabbia, totalmente disabitato. Nonostante una prima battuta d’arresto, non si sono demoralizzati e hanno perseguito il loro obiettivo di comunicare il difficile concetto di eco-sostenibilità ad un mondo sorto, scegliendo Abu Dhabi e il fashion business come veicoli di questo messaggio.

E’ nata così l’Abu Dhabi Fashion Sustainability Experience irriverente, scioccante, creativa e soprattutto green. Sì, perché grazie al supporto della società di sviluppo di energia ecosostenibile Alcott, gli organizzatori si sono impegnati a versare un contributo in denaro per ogni particella di CO2 emessa per la realizzazione dell’evento alla United Nation, la quale utilizzerà il ricavato per sanare il disboscamento in alcune parti dell’Amazzonia.

Abu Dhabi Fashion Sustainability Experience
Abu Dhabi Fashion Sustainability Experience

“Per veicolare il nostro messaggio abbiamo prestato attenzione a tanti piccoli gesti: non abbiamo utilizzato le cartelle stampa, le modelle hanno sfilato senza trucco né parrucco, a  piedi nudi sull’erba e illuminate da un percorso fatto di candele. Inoltre, per questa prima edizione abbiamo deciso di rinunciare a qualsiasi forma di sponsorship proprio perché vogliamo partner davvero pronti a sposare in toto la nostra causa” (Luca Molinari, Founder Abu Dhabi Fashion Sustainability Experience)

Sette gli stilisti presenti tra cui Francesca Liberatore, Cristina Burja e David Tlale, per 6 nazionalità coinvolte. Tra loro anche una storia di creatività unica nel suo genere proveniente dall’Istituto Caterina da Siena: creare una collezione totalmente ecosostenibile. Così un gruppo di apprendisti designer tra i 14 e 18 anni, zaino in spalla e idee in testa, sono volati in Tanzania per realizzare insieme alle tessitrici autoctone capi totalmente riciclabili per poi approdare all’Abu Dhabi Fashion Sustainability Experience stupendo gli oltre 200 invitati internazionali. Un melting pot creativo ancora in fasce ma che ha già regalato grandi soddisfazione ai suoi giovani creatori, garantendo alla Abu Dhabi Fashion Sustainability Experience un biglietto di ritorno negli Emirati Arabi, il prossimo ottobre.

Abu Dhabi Fashion Sustainability Experience
Abu Dhabi Fashion Sustainability Experience

“Ci siamo serviti del fashion business, uno dei mercati più floridi al mondo, per comunicare un messaggio importante. Ma la vera, per noi, la vera sfida non è rivolta strettamente al mondo della moda, il nostro  obiettivo è far diventare l’ecosostenibilità un brand, o meglio ancora, un brand molto cool. Per noi, la prima edizione dell’Abu Dhabi Fashion Sustainability Experience è stata solo la prova generale di un progetto più ambizioso che da appuntamento ad ottobre a tutti coloro i quali sono convinti che il mondo sia unico.” (Mikel Dolci, Founder Abu Dhabi Fashion Sustainability Experience)

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