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Viaggio in Italia negli scatti di Leonard Freed

Leonard Freed Leonard Freed, Sicilia 1975 © Leonard Freed Magnum Brigitte Freed

Il Centro Saint-Bénin di Aosta dal 21 maggio al 20 settembre ospita la  mostra Leonard Freed. Io amo l’Italia cento opere scattate dal fotografo americano, membro della celebre agenzia Magnum Photos, in diverse città fra cui Firenze, Milano, Napoli, Roma, Venezia e in piccole località italiane, a partire dalla metà del Novecento agli inizi del nuovo secolo.

Leonard Freed
Leonard Freed. Firenze 1958
© Leonard Freed Magnum Brigitte Freed

Gli scatti, tutti in bianco e nero, raccontano il rapporto fra Leonard Freed e l’Italia – terra che ha amato profondamente e che lo ha ospitato per oltre quarantacinque soggiorni – tappa importante della sua autorevole carriera.

“La storia d’amore” con l’Italia, così come lui stesso la definiva, ha inizio tra il 1952 e il 1958, quando, mosso dall’interesse per l’arte, compie i primi viaggi in Europa e scopre la passione per la fotografia. Da sempre attratto dallo studio della natura umana, dei comportamenti, dei caratteri, s’innamora da subito degli italiani che ne incarnano le differenti tipologie e che ha modo di osservare anche nella Little Italy di New York, dove si trasferisce nel 1954. Passano quindi in secondo piano i paesaggi, l’arte, l’architettura, la politica, che rappresentano lo sfondo della sua personalissima analisi della società.

Leonard Freed
Leonard Freed, Sicilia 1975
© Leonard Freed Magnum Brigitte Freed

La ricerca di Leonard Freed, sensibile all’antropologia culturale e all’indagine etnografica, scaturisce dalla necessità di ritrovare il senso delle proprie origini attraverso lo studio di comunità tradizionali. Ne deriva il suo esser affascinato dalla vita della gente comune, dal calore e dalla spontaneità che si osserva negli scatti che immortalano lavoratori siciliani, persone che passeggiano, bambini che giocano o che vanno a scuola, uomini e donne che compiono i gesti tipici della loro quotidianità, soldati, aristocratici veneziani e romani.

La sua analisi trasversale della società offre uno spaccato di 50 anni di storia, dove se da un lato sono evidenti i cambiamenti e le differenze socio-economiche legati al trascorrere degli anni, dall’altro si percepisce una continuità gestuale che esula dal passare del tempo. Gli atteggiamenti, le espressioni, i gesti appaiono come cristallizzati in un passato che diviene presente.

Leonard Freed
Leonard Freed. Napoli, 1956
© Leonard Freed Magnum Brigitte Freed

Il suggestivo percorso espositivo offre quindi una minuziosa descrizione della popolazione italiana, dove a scene di uomini che spingono carretti di legno – per il trasporto di frutta nella Little Italy di New York degli anni ’50 o nel frettoloso spostamento di un enorme pesce nell’assolata Sicilia degli anni ’70 – si alternano scene di semplice rilassatezza. Lo si scorge negli scatti con persone sedute davanti alla propria abitazione o nell’immagine di un uomo intento ad offrire prodotti tipici (Sicilia, 1974), secondo i costumi dell’ospitalità mediterranea.

Del rapporto con la fotografia e con i suoi soggetti Leonard Freed aveva un’idea molto chiara e affermava infatti: “Sono come uno studente curioso, che vuole imparare. Per poter fotografare devi prima avere un’opinione, devi prendere una decisione. Poi quando stai fotografando, sei immerso nell’esperienza, diventi parte di ciò che stai fotografando. Devi immedesimarti nella psicologia di chi stai per fotografare, pensare ciò che lui pensa, essere sempre molto amichevole e neutrale”. E ancora: “Voglio una fotografia che si possa estrapolare dal contesto e appendere in parete per essere letta come un poema”.

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INFORMAZIONI UTILI:

Leonard Freed. Io amo l’Italia
A cura di Enrica Viganò
In collaborazione con Leonard Freed Archive, New York e Admira, Milano
Centro Saint-Bénin – Via Festaz 27, Aosta
21 maggio – 20 settembre 2016
Inaugurazione venerdì 20 maggio, ore 18
Orari tutti i giorni dalle 9 alle 19
Catalogo italiano-inglese, edito da Admira edizioni (in mostra € 34)

Ingresso € 6 intero, € 4 ridotto, € 3 per i soci del Touring Club Italiano e Alpitur, gratuito per minori di 18 anni e scuole
Ingresso cumulativo con la mostra Enrico Baj. L’invasione degli ultracorpi, (11 giugno – 9 ottobre 2016) al Museo Archeologico Regionale di Aosta al costo di € 10 intero e € 6 ridotto.

Regione autonoma Valle d’Aosta – Assessorato Istruzione e Cultura
Attività espositive: tel. 0165.274401 / u-mostre@regione.vda.it
Centro Saint-Bénin: tel. 0165.272687
www.regione.vda.it

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