Globi, curve, movimento delle forme, dal microcosmo al macrocosmo: l’Astrarte di Renzo Bergamo in mostra alla Fondazione Maimeri dal 31 maggio al 12 giugno.
Un percorso tra i disegni a matita di Renzo Bergamo nello spirito del movimento dell’Astrarte, nato a Milano negli anni 70, che unisce tra loro arte, scienza e tecnologia
Ipervelocità, cosmologia, corpi celesti, emozioni, pensiero, energia cosmica, tutto questo e molto di più è quello che troviamo nelle opere di Renzo Bergamo, esposte dall’Associazione Renzo Bergamo per l’Arte e per la Scienza presso la Fondazione Maimeri dal prossimo 31 maggio al 12 giugno (Corso C.Colombo n. 14, Milano).
Una mostra, curata da Angelo Crespi, Direttore della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano, che ci porta alla riscoperta dell’Astrarte, il movimento nato a Milano il 4 ottobre del 1970, che proponeva un’arte che si confrontava con le nuove scoperte tecnologiche di quegli anni, specie quelle riguardanti i viaggi intergalattici e sulle possibili nuove conoscenze che avrebbero concesso all’uomo. Un movimento che aveva come precedenti illustri, il Futurismo e lo Spazialismo, anche se il contesto competitivo era quello dell’arte cinetica e programmata.
“Se il limite di molta Astrarte è quello di non aver trovato soluzioni estetiche resistenti che potessero supplire all’obsolescenza del contenuto programmato – spiega Angelo Crespi – nel caso di un nucleo specifico di opere di Renzo Bergamo,che saranno esposte alla Fondazione Maimeri, accade il contrario: in una serie di lavori, soprattutto disegni a matita in bianco e nero, dal valore intatto, il significato trova piena rispondenza nel gesto, e la bellezza della composizione, la maestria del tratto vivificano il messaggio, rendendolo eternamente contemporaneo, tanto da imporre una riscoperta e una nuova presentazione al pubblico. Di primo acchito, potrebbero sembrare lavori minori, così spesso viene intesa la grafica, invece in questo caso le matite e i pastelli non sono per nulla bozzetti bensì opere autonome che rimandano per assonanza a quel proto simbolismo francese”.
“Nella pittura di Bergamo i globi, le curve, il movimento delle forme, lo stesso concetto di dinamismo, erano orientati verso una rappresentazione che partiva dal microcosmo per pervenire al macrocosmo”, notava Andrea Bisicchia che del movimento fu testimone e ispiratore. Così gli ammassi cellulari e quelli stellari, proposti da Renzo convergono e si sovrappongono, le costruzioni molecolari appaiono quelle di metropoli e di edifici di un remoto futuro pur sempre possibile, le primordiali strutture animali rimandano ad esoscheletri di creature (forse) aliene, o frutto di incubi.
“Così anche Bergamo, che aderisce al movimento nel 1974, esponente a suo modo di un’arte ‘non retinica’, è un’artista di grande potenza rappresentativa–sottolinea l’epistemologo Giulio Giorello – che ha cercato, riuscendovi, di dare forma visibile non alle cose così come ci appaiono nella percezione quotidiana e nemmeno ai demoni della propria interiorità, bensì alle componenti del mondo esplorato dalla scienza: particelle elementari, atomi, molecole, pianeti, stelle, galassie”.
Renzo Bergamo
Renzo Bergamo nasce il 2 novembre 1934 a Portogruaro (VE). Soggiorna a Parigi, trascorre due anni in Maremma, va a Zurigo dal fratello, per poi stabilirsi definitivamente a Milano nel 1960 dove vive a Brera, nel cuore culturale della città, a soli due passi dal bar Jamaica, dove frequenta Lucio Fontana, Gianni Dova, Piero Manzoni, Roberto Crippa ed Emilio Scanavino. Diventa molto amico anche di alcuni intellettuali milanesi come Giorgio Strehler e Bruno Munari.
Gli anni Sessanta sono per Bergamo un decennio molto proficuo, in cui la sua evoluzione artistica compie passi significativi. La sua pittura si orienta sempre più verso l’astratto e in particolare la ricerca artistica si direziona verso la rappresentazione di una simbologia legata al cosmo, alle galassie, ai campi gravitazionali. Nelle opere affiorano sia l’infinitamente grande dell’universo, sia l’infinitamente piccolo dell’atomo e questo tema diventerà per Bergamo una cifra stilistica e intellettuale costante. Negli anni Settanta torna a Milano dove partecipa ad una nuova esperienza artistica: il movimento dell’Astrarte, appena fondato da un gruppo di artisti fra cui spicca il nome di Filippo Degasperi.
Dopo qualche anno l’artista sente la necessità di staccarsi dal gruppo, ritenendo che sia meglio restar solo sentendosi meno esposto all’influenza di altri. Bergamo matura l’idea che esporre sia un’operazione puramente commerciale e si ritira anche dal circuito pubblico. Nel 1985 si trasferisce in Sardegna, sono gli anni delle opere sull’ “Estetica del Caos” e delle “Musiche”, un ciclo di disegni nato dopo aver composto alcune sue personali sperimentazioni musicali al pianoforte.
Nel 2000, rientrato a Milano, inizia una nuova ricerca pittorica da lui definita “Archeologia Cosmica” e si interessa al fenomeno della radioattività, ricerca che rimane incompiuta a causa dell’improvvisa morte avvenuta il 10 maggio 2004. Qualche mese prima a una giovane che gli chiedeva consigli rispose: “Per fare l’artista ci vuole grande amore, grande forza di volontà e grande coraggio, sincerità. L’Arte è il coraggio di osare”.
Associazione Renzo Bergamo per l’Arte e per la Scienza
L’Associazione Renzo Bergamo per l’Arte e per la Scienza nasce nel 2009 per volontà della moglie Caterina Arancio, dopo l’improvvisa scomparsa dell’artista.
La prima mostra si svolge, precedentemente alla nascita dell’associazione, nell’edizione del Festival della Scienza di Genova 2007 (“Estetica del Caos – nelle pieghe dei mondi possibili”), nel 2013 il Comune di Milano promuove una mostra a titolo “Atomo – Luce – Energia” al Castello Sforzesco di Milano e a seguire nel 2014, l’Officina delle Zattere a Venezia promuove l’esposizione “Ordine e Immaginazione”.
Astrarte
Il Movimento di Astrarte nasce a Milano il 4 ottobre 1970; il manifesto viene firmato tra gli altri dal pittore Filippo Degasperi e dal critico d’arte Andrea Bisicchia. Motore centrale del movimento è la volontà di creare una nuova poetica artistica in grado di dialogare con la Scienza, attraverso il linguaggio della fantasia e la potenza del colore. Le opere di questi artisti indagano la simbologia del cosmo, delle galassie, dell’infinito, degli astri e si confrontano con un nuovo concetto di Tempo e di Spazio, quello dettato dalla teoria della relatività.
INFORMAZIONI UTILI
L’Astrarte di Renzo Bergamo
Fondazione Maimeri
dal 31 maggio al 12 giugno