Il Mediterraneo è da sempre considerato luogo d’incontro, scambi, culture e contaminazioni. L’artista Michelangelo Pistoletto lo sa bene e consacra la città di Napoli come luogo d’incontro di queste differenze, dotandola di diverse opere tra cui alcune permanenti, accomunate tutte da un unico monito verso il mondo contemporaneo: non dimenticare la cultura del passato perché è utile a migliorare la società futura.
“Lo specchio del Mare Mediterraneo riflette le origini delle civiltà orientali, europee e nordafricane. Nello stesso specchio si rifletterà la civiltà di domani”.
Il Mediterraneo è un luogo d’incontro e scontro di civiltà dotate di differenze. Sono state proprio queste ultime a determinare la cultura di cui è figlia la società attuale. Pistoletto rintraccia questa importante eredità culturale ma allo stesso tempo ne evidenzia le caratteristiche, il suo essere una combinazione di elementi differenti che hanno costituito la sua ricchezza. Un’eredità e una lezione preziosa che l’artista riattualizza attraverso le sue opere come guida per la società contemporanea.
Love Difference non è solo lo slogan del Movimento artistico promosso da Pistoletto, che ha come finalità la promozione di una politica Intermediterranea, ma può essere anche la chiave di lettura con cui interpretare la maggior parte delle opere che l’artista ha realizzato in città. L’opera Mediterraneo a Rilievo (Love Difference) del 2008 è una tra queste. La scritta Love Difference (Amare le differenze) è un monito che riecheggia tra i colonnati di piazza del Plebiscito in ben 16 lingue differenti.
Il colonnato abbraccia la piazza e il Mediterraneo. Le sagome dei paesi sono rialzate e contornate in arancione ed emergono i nomi dei paesi che affacciano in uno spazio ristretto nel bacino di diverse culture secolari. Il risultato è la visione, in uno spazio contenuto e soprattutto ravvicinato, di paesi che si ha sempre l’impressione che siano lontani. Ecco come l’Europa non sembra più così distante dall’Africa, la Palestina e Israele in continuo confitto ora con l’opera di Pistoletto sono vicine. Tutto è concentrato e raccolto, basta un passo per cambiare continente. L’opera è un invito ad accorciare le distanze, basta poco per avvicinarsi a culture apparentemente diverse e trarre la ricchezza dalla differenza.
Coerente con lo stesso principio è l’opera Intermediterraneo, presente presso la stazione Dante della metropolitana di Napoli. Realizzata nel 2001, quest’opera è costituita da una serie di frammenti di un grande specchio che sono tenuti insieme da una trama di linee nere e rosse che tracciano i lineamenti del Mediterraneo. L’opera anticipa il progetto che Pistoletto ha presentato nel 2003 dal titolo Love Difference-Movimento Artistico per una Politica InterMediterranea.
“Uniformità e differenza sono i due termini antagonisti che rappresentano la massima tensione conflittuale nell’attuale realtà planetaria. Una politica che porti ad “amare le differenze” è vitale per lo sviluppo di nuove prospettive nell’intera compagine sociale” (Dal Manifesto Love Difference, 2002)
La Venere degli Stracci e l’Orchestra di stracci, presenti entrambi al Madre, sono le due opere più facilmente riconducibili alla corrente artistica nota come Arte Povera. Realizzate rispettivamente nel 1967 e il 1968, le opere interpretano quelli che erano ‘gli appunti per una guerriglia’ del movimento, tesa ad una rifondazione della società. Nella Venere degli Stracci l’accostamento del calco della divinità agli stracci provenienti dalla vita moderna può essere interpretato come la volontà di avvicinare la quotidianità al mondo della storia dell’arte. Attraverso l’accostamento di questi materiali vi è il tentativo di far riflettere in maniera provocatoria su come la realtà possa subentrare nel mondo ‘istituzionale’ della storia dell’arte come nuovo mezzo utile per la riformulazione di una nuova società.
Il linguaggio multiforme di Michelangelo Pistoletto è al Museo di Capodimonte con l’opera Rilievi Anno Bianco del 1989. La superficie dei pannelli esposti è densa e grumosa. A quest’ultima l’artista affida la trasmissione del suo messaggio: è la deposizione degli elementi esterni sulle opere bianche a determinare una nuova stratificazione dell’opera, è quindi il mondo contemporaneo ad intervenire e determinare l’opera d’arte nella sua lenta deposizione.
I messaggi dell’artista sono efficaci anche nei luoghi di transitorietà come la stazione metropolitana. Presso la stazione Garibaldi l’artista ha realizzato il suo più recente intervento a Napoli. L’opera si adatta al contesto in cui è collocata, assecondando il passaggio dei cittadini napoletani. Il risultato è l’utilizzo di uno specchio, su cui sono applicate sagome di persone comuni. Il riflesso dei cittadini, che passano davanti all’opera, attesta l’importanza dell’intervento del mondo esterno per darle un significato. Il passante diventa per un momento protagonista e l’opera acquista ulteriore significato nella sua interazione col mondo contemporaneo.
Napoli è uno dei luoghi che meglio esprimono le caratteristiche della civiltà del Mediterraneo: una città in cui si respirano storia e una cultura che è visibilmente stratificata. L’obiettivo è far risorgere quello che è avvenuto con le società millenarie: riaprire il mondo alle differenze e alle contaminazioni, intese come elemento positivo di arricchimento e di forza, per la costituzione di un mondo all’avanguardia, che sappia accettare l’inarrestabile processo di globalizzazione come elemento prezioso per il mondo di domani.
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Museo di Capodimonte:
via Miano, 2 – 80131 Napoli
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