Biografilm Festival 2016, a Bologna la celebrazione delle storie che vale la pena di conoscere.
Torna a Bologna l’ormai tradizionale appuntamento con una delle manifestazioni più amate dalla città, specialmente dai più giovani: ‘Biografilm Festival – International Celebration of Lives’ (10-20 giugno), il primo evento internazionale interamente dedicato ai racconti di vita e al cinema biografico e documentario, giunto quest’anno alla sua dodicesima edizione.
>> Il Festival, in continua e inarrestabile ascesa, prende il via con un programma ricco e invidiabile: tanti gli ospiti, nazionali e internazionali (dall’attore sud-americano Gael Garcia Bernal al fenomeno di quest’ultima annata cinematografica italiana, Luca Marinelli), ma sono molte soprattutto le anteprime, sia nazionali (Ma Ma, di Julio Medem con Penelope Cruz, o ancora Elvis & Nixon, di Liza Johnson con Michael Shannon e Kevin Spacey) che europee e, in alcuni casi, mondiali.
La manifestazione è attiva anche sul fronte musicale: grazie alla collaborazione con il main partner Unipol e la partnership con Sky Cinema, Sky Arte e Regione Emilia Romagna, l’offerta culturale nel mese di giugno propone ai cittadini bolognesi e agli ospiti del festival una serie di concerti gratuiti, portando in città alcuni fra gli artisti nazionali più acclamati, da Nada, protagonista della serata d’apertura, a Calcutta, Ghemon o ancora Iosonouncane.
Il Biografilm Festival 2016 è appena cominciato, ma l’entusiasmo è contagioso. La manifestazione è stata ufficialmente inaugurata giovedì 9 giugno all’Unipol Auditorium, Bologna, con una serata di gala in cui il direttore artistico Andrea Romeo ha dato il benvenuto ai suoi ospiti e ha presentato la giuria del concorso ufficiale di #Biografilm2016, composta da personalità di spicco di vari settori della cultura: il presidente Hussaim Currimbhoy, programmatore dei documentari del Sundance Film Festival; il produttore Michael Goodridge della Protagonist Pictures; il regista polacco Michal Marczak; ancora Roberto Mancinelli, producer musicale per la Sony e l’attrice Margita Gosheva, madrina di quest’edizione di Biografilm. Ma i protagonisti della serata sono stati anche i ragazzi volontari del Guerrilla Staff, gruppo di supporto storicamente affiliato al Festival, che quest’anno conta più di duecento giovani iscritti, a testimonianza dell’impatto sempre più grande della manifestazione.
The Music of Strangers: Yo-Yo Ma and the Silk Road Ensemble.
In occasione della serata di gala del Biografilm Festival 2016 è stato presentato agli ospiti uno dei documentari in concorso: The Music of Strangers: Yo-Yo Ma and the Silk Road Ensemble, del regista premio Oscar Morgan Neville (20 Feet from Stardom).
Il documentario, che per il pubblico tesserato sarà a disposizione nelle sale convenzionate con il Festival da giovedì 16 giugno – occasione in cui verrà introdotto da Cristina Pato, una delle protagoniste – segue il collettivo di musicisti del Silk Road Ensemble, fondato nel 2000 dal leggendario violoncellista Yo-Yo Ma (“I never committed to being a musician, I just fell into it”, dice in apertura lo stesso musicista) grazie al suo desiderio di comunicare con il linguaggio della musica, per fondere più voci e costruire un’espressione tanto particolare, sì, tuttavia in grado di diventare universale, proprio perché concepita come comunicazione; come arte non elitaria, ma aperta a tutti.
“Il potere universale della musica unisce i popoli oltre i limiti geografici, come una moderna Via della Seta”. La missione dei musicisti che fanno parte del collettivo è proprio dar voce a questo potere. Indimenticabile è la frase pronunciata proprio da uno dei musicisti, in occasione del ricordo della tragedia dell’11 settembre: “Eravamo a un punto delicato, dovevamo scegliere. Avremmo potuto essere tutti nemici, ma abbiamo scelto la musica”.
Per raccontare quest’esperienza singolare e la quotidianità di un gruppo così eterogeneo, l’acclamato documentarista sceglie di concentrarsi sulla vita di alcuni dei musicisti: dalla cinese Wu Man, che suona un bizzarro strumento chiamato ‘pipa’, a Kayhan Kalhor, compositore e musicista iraniano e uno degli ultimi rimasti a suonare il Kamancheh, o ancora Kinan Azmeh, suonatore di clarinetto siriano impegnato anche nell’educazione alla musica dei più piccoli, o Cristina Pato, artista della cornamusa simpaticamente definita ‘la Jimi Hendrix della Galizia’. Soggetti infinitamente lontani fra loro, provenienti da mondi estremi e opposti ma accomunati da una grande passione e dalla costante ricerca di ‘qualcosa che dia loro un senso’, come annunciato dallo stesso Yo-Yo Ma.
“Incredibili vicende umane e politiche, singolari strumenti e una grande utopia sono gli ingredienti di un film trascinante”, leggero ma non superficiale, che sfrutta il fascino folkloristico dei suoi protagonisti e dei loro colori, delle loro tradizioni, sociali e familiari, culturali e politiche; un film che, come i volti di cui racconta, si astiene dal giudicare, ma non rinuncia a mostrare l’amarezza; che non insegna, ma stimola l’apprendimento. E lo fa, come i suoi protagonisti, scegliendo consapevolmente.
Sul sito ufficiale del festival tutte le informazioni sul programma e gli eventi della manifestazione.