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Le aste autunnali di Cambi. Dall’arte marinara alle maioliche

aste d'autunno da Cambi Coppia di globi celeste e terrestre, John Smith, Londra € 6.000 – 7.000
Coppia di globi celeste e terrestre, John Smith, Londra € 6.000 – 7.000 in asta da Cambi
Coppia di globi celeste e terrestre, John Smith, Londra (particolare)
€ 6.000 – 7.000

Le aste autunnali di Cambi iniziano con due appuntamenti, uno a Genova il 18-19-20 ottobre e uno a Milano il 25 ottobre. Nella sede genovese di Castello Mackenzie accanto alla tradizionale aste di antiquariato avranno luogo le aste specialistiche rivolte a settori di nicchia come l’arte marinara, gli strumenti scientifici e gli orologi da tavolo, mentre a Milano sarà battuta l’asta di Maioliche italiane.

Con l’asta di arte marinara e strumenti scientifici Cambi segna un ritorno alle origini, quando nel 2001 ha pubblicato il primo catalogo dedicato a questo settore specialistico. Nella prima tornata mattutina del 18 saranno battuti una selezione di strumenti scientifici tra i quali bilance, microscopi, planetarie, ottante e globi tra i quali una coppia di globi celeste e terrestre, John Smith, Londra (€ 6.000 – 7.000).

 Coppia di globi celeste e terrestre, John Smith, Londra € 6.000 – 7.000

Coppia di globi celeste e terrestre, John Smith, Londra
€ 6.000 – 7.000

Nel primo pomeriggio l’asta si concentrerà sulla vendita di eccezionali modelli navali eseguiti dalle mani esperte di artigiani di un tempo come il grande modello di veliero armato con sedici cannoni stimato 8-10 mila euro, davvero interessanti sono i ritratti e gouaches di famosi velieri come il Ritratto dell’HMS Majcienne nel golfo di Napoli di Tommaso de Simone (1805-1888)  stimato € 5.000 – 6.000 e una scena costiera di Scuola inglese del XIX secolo valutata € 3.500 – 4.000.

Grande modello di veliero armato con sedici cannoni opera viva verde, opera morta bianca e nera, numerosi dettagli sul ponte, cm 255x65x205 € 8.000 - 10.000
Grande modello di veliero armato con sedici cannoni
opera viva verde, opera morta bianca e nera, numerosi dettagli sul ponte, cm 255x65x205
€ 8.000 – 10.000

 

Tommaso de Simone (1805-1888) Ritratto dell'HMS Majcienne nel golfo di Napoli olio su tela, cm 46x67, firmato in basso a destra € 5.000 - 6.000
Tommaso de Simone (1805-1888)
Ritratto dell’HMS Majcienne nel golfo di Napoli
olio su tela, cm 46×67, firmato in basso a destra
€ 5.000 – 6.000
Scuola inglese del XIX secolo Scena costiera olio su tela, cm € 3.500 - 4.000
Scuola inglese del XIX secolo
Scena costiera
olio su tela, cm
€ 3.500 – 4.000

Il 18 ottobre alle 17.30 a castello Mackenzie andrà all’incanto una raccolta eterogenea di orologi da tavolo e da parete che trova proprio nella varietà dei pezzi che la compongono uno dei punti di maggiore interesse. Pezzi italiani, francesi, inglesi, olandesi, austriaci, tedeschi si alternano nel catalogo offrendo un’immagine sfaccettata dei cambiamenti che tecnica e gusto hanno subito attraverso circa 5 secoli di storia.

- Pendola da tavolo Luigi XV, Germania XVIII secolo Cassa in legno con guarnizioni e piedini in bronzo dorato. Quadrante in metallo argentato con interno dorato, numerazione in numeri romani ed arabi. Firmato John Georg Rieff. cm 51x26x66 € 5.000 - 6.000
Pendola da tavolo Luigi XV, Germania XVIII secolo
Cassa in legno con guarnizioni e piedini in bronzo dorato. Quadrante in metallo argentato con interno dorato, numerazione in numeri romani ed arabi. Firmato John Georg Rieff.
cm 51x26x66
€ 5.000 – 6.000

Tra i lotti più importanti si segnalano una Pendola da tavolo Luigi XV, Germania XVIII secolo con cassa in legno con guarnizioni e piedini in bronzo dorato, quadrante in metallo argentato con interno dorato, numerazione in numeri romani ed arabi, firmato John Georg Rieff (€ 5.000 – 6.000).

Fa parte della collezione inoltre un orologio notturno in ebano, pietre dure e bronzo dorato, Firenze, circa 1690, di foggia architettonica, con scanalature sui fianchi ed un cassetto alla base, decorazioni con pannelli in pietre dure levigate nei toni del rosso e verde entro riserve dorate quadrante non coevo dipinto su rame con Cristo e i discepoli entro paesaggio, nella parte superiore un’apertura rivela le ore scandendole per quarti d’ora il movimento reca la firma Gio Monginot; scappamento a verga (€ 15.000 – 18.000).

Orologio notturno in ebano, pietre dure e bronzo dorato, Gio Monginot, Firenze, circa 1690 Di foggia architettonica, con scanalature sui fianchi ed un cassetto alla base, decorazioni con pannelli in pietre dure levigate nei toni del rosso e verde entro riserve dorate. Quadrante non coevo dipinto su rame con Cristo e i discepoli entro paesaggio, nella parte superiore un’apertura rivela le ore scandendole per quarti d’ora. Il movimento reca la firma Gio Monginot, Fiorenze; scappamento a verga. cm 71x21x84 € 15.000 - 18.000
Orologio notturno in ebano, pietre dure e bronzo dorato, Gio Monginot, Firenze, circa 1690
Di foggia architettonica, con scanalature sui fianchi ed un cassetto alla base, decorazioni con pannelli in pietre dure levigate nei toni del rosso e verde entro riserve dorate. Quadrante non coevo dipinto su rame con Cristo e i discepoli entro paesaggio, nella parte superiore un’apertura rivela le ore scandendole per quarti d’ora. Il movimento reca la firma Gio Monginot, Fiorenze; scappamento a verga.
cm 71x21x84
€ 15.000 – 18.000

 

Nelle giornate del 19-20 ottobre avrà luogo la tradizionale asta di Antiquariato che grazie alla grande varietà e quantità di pezzi in vendita riesce ad attirare numerosi curiosi oltre che gli esperti del settore. Tra i pezzi in vendita una console Luigi XV riccamente intagliata e dorata con specchiera, Genova, XVIII secolo, con gambe a voluta finemente intagliate con cascate floreali (€ 10.000 – 12.000) e un tavolo circolare e sei sedie en suite in legno lastronato e finemente intarsiato (€ 6.000 – 7.000).

Console Luigi XV riccamente intagliata e dorata con specchiera, Genova, XVIII secolo gambe a voluta finemente intagliate con cascate floreali riunite da traversa e terminanti con piede a ricciolo, fascia traforata intagliata a volute fogliacee, piano in marmo giallo, alta specchiera ad analogo decoro di volute fogliacee e fiori, cm 128x60x88 € 10.000 - 12.000
Console Luigi XV riccamente intagliata e dorata con specchiera, Genova, XVIII secolo
gambe a voluta finemente intagliate con cascate floreali riunite da traversa e terminanti con piede a ricciolo, fascia traforata intagliata a volute fogliacee, piano in marmo giallo, alta specchiera ad analogo decoro di volute fogliacee e fiori, cm 128x60x88
€ 10.000 – 12.000
Tavolo circolare e sei sedie en suite in legno lastronato e finemente intarsiato diametro cm 88, altezza cm 83 €  6.000 – 7.000
Tavolo circolare e sei sedie en suite in legno lastronato e finemente intarsiato
diametro cm 88, altezza cm 83
€ 6.000 – 7.000

L’appuntamento milanese a palazzo Serbelloni in calendario per martedì 25 ottobre alle 15.00 offre una collezione di importanti maioliche italiane dal Rinascimento al Barocco con il contributo eccezionale della dott.ssa Carmen Ravanelli Guidotti che ne ha curato il catalogo e la selezione.
Tra gli highlight degni di nota troviamo  coppa in maiolica di Faenza, Baldassarre Manara, 1535 ca. (€ 75.000 – 80.000) sulla cui superficie è istoriato il mito di Atteone mutato in cervo e un Piatto in maiolica Urbino, Patanazzi, rappresentante lo spettacolo duo dei gladiatori (€ 30.000 – 35.000).

Coppa Faenza, Baldassarre Manara, 1535 ca. Maiolica Diametro cm 24,8 buona conservazione; minime connessioni al bordo e all’attaccatura del piede  Provenienza: collazione privata A bowl, Faenza, Baldassarre Manara, circa 1535 € 75.000 - 80.000 Coppa a cavetto liscio con orlo leggermente rialzato ed ampio piede svasato. A piena superficie è istoriato il mito di Atteone mutato in cervo (OVI- DIO, METAMORFOSI, III, 138- 252). In particolare è fissato il momento in cui il giovane, durante una battuta di caccia, sorprende Diana e le ninfe sue compagne, intente al bagno. La dea adirata è raffigurata sul punto di gettare acqua su Atteone, così da trasformarlo in cervo. Qui però il giovane ha ancora le sembianze di pastore e non è seguito dai cani che, dopo la metamorfosi in cervo, non riconoscendo il padrone, lo sbraneranno. Dipinto in arancio, bruno, blu, giallo, nero e verde. Questa poetica versione di Atteone fa parte nel corpus pittorico del Manara, maiolicaro faentino la cui attività, per le opere datate, ad oggi è documentata tra il 1532 e il 1538. Anche se non è datata, questa coppa è uno dei saggi più riusciti del maestro, in cui egli manifesta copiosamente e magistralmente tutti gli stilemi a lui peculiari (blocchi rocciosi a scaglie, città murate con alti edifici in lontananza, montagne all’orizzonte che sembrano cristalli di ghiaccio ecc.), cui va aggiunta una particolare qualità cromatica, fragrante di verdi e azzurri emulsionati, e di orizzonti in cui il giallo sfuma nell’azzurro in un momento indefinito di alba/tramonto. Inoltre la stessa posa aggraziata dei suoi protagonisti e la bonaria concretezza delle forme delle figurine femminili ignude (seno arrotondato col capezzolo marcato), li ritroviamo anche nei piatti datati “1534” e “1535”, con “Narciso” e con “La Resurrezione” del Victoria and Albert di Londra, e con “Tuccia” , del British Museum, con “Esaco ed Esperia” di raccolta privata, con “Atalanta e Ippomene” del Fitzwilliam Museum di Cambridge, con “Il Trionfo del tempo” dell’Ashmolean Museum di Oxford, ecc.1. Questa coppa passò all’asta londinese di Christie nel giugno 1992, come opera vicina alla maniera del “Pittore in Castel Durante”: attribuzione che seppur ormai superata, mantiene un suo interesse critico perché dà occasione di osservare come intorno al terzo decennio del ‘500 sia a Faenza sia nelle botteghe marchigiane fosse maturata una comune maniera peculiare al lessico del “primo-istoriato”, con istorie popolate di figurine dalle pose armoniose, sempre calate in un’atmosfera che la tavolozza tersa e delicata fa sembrare rarefatta e un po’ sospesa. In senso iconografico queste istorie vengono vengono elaborate di preferenza guardando sia le vignette silografate delle edizioni a stampa “volgari”, specie ovidiane, sia le incisioni raffaellesche di Marcantonio Raimondi. In questo caso il maestro per Atteone ha trascritto in controparte, ma con tutta la sua seducente vena fabulistica, la figura di Ippomene da una delle vignette dell’edizione veneziana delle “Metamorfosi” di Ovidio (b,c), impiegata integralmente anche per un istoriato col mito di “Atalanta”, del Fitzwilliam Museum di Cambridge, mentre per quella di Diana ha dedotto la stessa figura della omonima incisione del “Maestro. I. B. con l’uccello” (d, e). 1RAVANELLI GUIDOTTI 1996, pp. 112- 123, schede 2-4, 12, 23, 28, pp. 142- 144, 172-175, 188-190. Bibliografia L’opera è passata all’asta di Christie’s nel 1992 (CHRI- STIE’S 1992, lotto 282) ed è pubblicata in: RAVANELLI GUIDOTTI 1996, pp. 130-131, scheda 7.
Coppa, Faenza, Baldassarre Manara, 1535 ca.
Maiolica. Diametro cm 24,8, buona conservazione; minime connessioni al bordo e all’attaccatura del piede. Provenienza: collazione privata Stima € 75.000 – 80.000
Coppa a cavetto liscio con orlo leggermente rialzato ed ampio piede svasato. A piena superficie è istoriato il mito di Atteone mutato in cervo (OVI- DIO, METAMORFOSI, III, 138- 252). In particolare è fissato il momento in cui il giovane, durante una battuta di caccia, sorprende Diana e le ninfe sue compagne, intente al bagno. La dea adirata è raffigurata sul punto di gettare acqua su Atteone, così da trasformarlo in cervo. Qui però il giovane ha ancora le sembianze di pastore e non è seguito dai cani che, dopo la metamorfosi in cervo, non riconoscendo il padrone, lo sbraneranno. Dipinto in arancio, bruno, blu, giallo, nero e verde. Questa poetica versione di Atteone fa parte nel corpus pittorico del Manara, maiolicaro faentino la cui attività, per le opere datate, ad oggi è documentata tra il 1532 e il 1538. Anche se non è datata, questa coppa è uno dei saggi più riusciti del maestro, in cui egli manifesta copiosamente e magistralmente tutti gli stilemi a lui peculiari (blocchi rocciosi a scaglie, città murate con alti edifici in lontananza, montagne all’orizzonte che sembrano cristalli di ghiaccio ecc.), cui va aggiunta una particolare qualità cromatica, fragrante di verdi e azzurri emulsionati, e di orizzonti in cui il giallo sfuma nell’azzurro in un momento indefinito di alba/tramonto. Inoltre la stessa posa aggraziata dei suoi protagonisti e la bonaria concretezza delle forme delle figurine femminili ignude (seno arrotondato col capezzolo marcato), li ritroviamo anche nei piatti datati “1534” e “1535”, con “Narciso” e con “La Resurrezione” del Victoria and Albert di Londra, e con “Tuccia” , del British Museum, con “Esaco ed Esperia” di raccolta privata, con “Atalanta e Ippomene” del Fitzwilliam Museum di Cambridge, con “Il Trionfo del tempo” dell’Ashmolean Museum di Oxford, ecc.1. Questa coppa passò all’asta londinese di Christie nel giugno 1992, come opera vicina alla maniera del “Pittore in Castel Durante”: attribuzione che seppur ormai superata, mantiene un suo interesse critico perché dà occasione di osservare come intorno al terzo decennio del ‘500 sia a Faenza sia nelle botteghe marchigiane fosse maturata una comune maniera peculiare al lessico del “primo-istoriato”, con istorie popolate di figurine dalle pose armoniose, sempre calate in un’atmosfera che la tavolozza tersa e delicata fa sembrare rarefatta e un po’ sospesa. In senso iconografico queste istorie vengono vengono elaborate di preferenza guardando sia le vignette silografate delle edizioni a stampa “volgari”, specie ovidiane, sia le incisioni raffaellesche di Marcantonio Raimondi. In questo caso il maestro per Atteone ha trascritto in controparte, ma con tutta la sua seducente vena fabulistica, la figura di Ippomene da una delle vignette dell’edizione veneziana delle “Metamorfosi” di Ovidio (b,c), impiegata integralmente anche per un istoriato col mito di “Atalanta”, del Fitzwilliam Museum di Cambridge, mentre per quella di Diana ha dedotto la stessa figura della omonima incisione del “Maestro. I. B. con l’uccello” (d, e).
Piatto Urbino , Patanazzi, , Lo spettacolo duo dei gladiatori , buono stato conservazioni diam cm 44 Maiolica Diametro 44 Buono stato di conservazione  Provenienza: collezione privata tedesca A plate, Urbino, Patanazzi, The performance of two gladiators € 30.000 - 35.000 Si tratta di un grande bacile con robusta tesa orizzontale e ampio cavetto liscio poggiante su largo e basso piede ad anello. Sul recto, a piena superficie, è raffigurata una scena ambientata all’interno di un’arena circondata da uno steccato, composto da grossi pali, dietro cui si accalcano uomini e donne; in primo piano, su un piano lastricato, al centro dell’arena sono raffigurati degli uomini ignudi, alcuni con elmo e scudo, che si affrontano impugnando spade e coltelli. Sullo sfondo si intravedono edifici, tra i quali un tempio rotondo, una torre, delle colonne ecc., probabilmente a evocare Roma. Sul verso, al centro del piede, su due registri è tracciata la legenda “SPETACVL.DVRO. DI./ COLTELATORI”, in blu e a caratteri capitali (b). Iconograficamente la scena ha il suo archetipo rinascimentale, specie per le tre figure centrali, nella nota incisione del Pollaiolo raffigurante la “Battaglia di dieci uomini nudi”, della quale esistono molti esemplari e copie, a dimostrazione dell’influenza che la composizione, forse ispirata a bassorilievi antichi, esercitò su molte opere successive di altri artisti.Tuttavia questa versione maiolicata risulta essere fedele trasposizione del soggetto di uno degli stucchi per un soffitto di palazzo Corboli a Urbino (c), attribuito a Federico Brandani, intorno al 1560-62 ca., trascritto contemporaneamente sulla maiolica servendosi di un disegno, di forma rotonda, come quelli ideati da Battista Franco e Taddeo Zuccari per i maiolicari d’Urbino, da trasferire sui vasellami dei servizi istoriati granducali, in particolare per il cosiddetto “Spanish service”: disegni che hanno in molti casi corrispettive redazioni maiolicate. Il tema del nostro piatto è tratto da un disegno di Taddeo Zuccari (d), dal quale furono ricavate altre reda- zioni, ascritte sia alla bottega dei Fontana (Mode- na, Galleria Estense:“VRBINO” 1559?, Stockholm, Nationalmuseum: 1560- 65 ca., e collezione pri- vata1) sia a quella dei Patanazzi (Birmingham, City Museum and Art Gallery: 1580 ca. )2: opere che c risaltano per una scelta tematica nell’ambito dei soggetti classici sviluppati nella maiolica italiana, che evoca un aspetto della cultura romana legato allo “spetacul duro” dei gladiatori nel circo, particolarmente dei cosiddetti “coltellatori”, come in questo specifico caso esplicita la legenda tracciata sul verso dell’opera. Non meno interessante è l’impianto della scena, animata dallo schieramento di innumerevoli personaggi, mentre comprimari risultano i gruppi serrati sullo sfondo. Ma è soprattutto sul primo piano che si concentra l’azione tumultuosa degli uomini che si sfidano, anatomicamente aderenti al manierismo classicista, che in Urbino dalla metà degli anni ’30 del ‘500 aveva avuto protagonisti come il “Pittore del bacile di Apollo”, del quale sembra una reminiscenza anche il piano di base a riquadrature prospettiche, disposte secondo linee con punto di fuga centrale. Stilisticamente l’opera manifesta i caratteri quasi “patanazziani” delle opere della fase matura della bottega dei Fontana d’Urbino, alla quale vanno ascritti anche la tipologia del bacile e le caratteristiche epigrafiche della legenda, che similmente ritroviamo, ad esempio, in altri bacili del Museo di Braunschweig3 e del Museo del castello di Varsavia4, con cui quest’opera condivide anche i dettagli delle architetture romane sullo sfondo e i tratti fisionomici delle figure. 1WILSON 1996, n. 150, pp 371-373. 2CLIFFORD- MALLET 1976, nn. 9, 9 a, 9b. Clifford e Mal- let suggeriscono che nelle tre versioni citate potrebbe trattarsi del tentativo dei Troiani di bruciare le navi gre- che e che la figuretta femminile che sovrasta il fondo, po- trebbe essere Elena. Per il piatto della Galleria estense, v. anche LIVERANI F. 1979, schede 28, pp. 92- 94. 3LESSMANN 1979, nn. 243- 248. 4SVIETLICKA 2010, n. 51: attr. Urbino, bottega dei Fon- tana, 1560- 65 ca. Bibliografia SOTHEBY’S London, 10th October 1978, lotto 131; SOTHEBY’S London, 9 July 2014, lotto 26. WILSON 1996, p 371 Fig. d.
Piatto Urbino , Patanazzi, , Lo spettacolo duo dei gladiatori , buono stato conservazioni diam cm 44
Maiolica Diametro 44 Buono stato di conservazione Provenienza: collezione privata tedesca Stima € 30.000 – 35.000
Si tratta di un grande bacile con robusta tesa orizzontale e ampio cavetto liscio poggiante su largo e basso piede ad anello. Sul recto, a piena superficie, è raffigurata una scena ambientata all’interno di un’arena circondata da uno steccato, composto da grossi pali, dietro cui si accalcano uomini e donne; in primo piano, su un piano lastricato, al centro dell’arena sono raffigurati degli uomini ignudi, alcuni con elmo e scudo, che si affrontano impugnando spade e coltelli. Sullo sfondo si intravedono edifici, tra i quali un tempio rotondo, una torre, delle colonne ecc., probabilmente a evocare Roma. Sul verso, al centro del piede, su due registri è tracciata la legenda “SPETACVL.DVRO. DI./ COLTELATORI”, in blu e a caratteri capitali (b). Iconograficamente la scena ha il suo archetipo rinascimentale, specie per le tre figure centrali, nella nota incisione del Pollaiolo raffigurante la “Battaglia di dieci uomini nudi”, della quale esistono molti esemplari e copie, a dimostrazione dell’influenza che la composizione, forse ispirata a bassorilievi antichi, esercitò su molte opere successive di altri artisti.Tuttavia questa versione maiolicata risulta essere fedele trasposizione del soggetto di uno degli stucchi per un soffitto di palazzo Corboli a Urbino (c), attribuito a Federico Brandani, intorno al 1560-62 ca., trascritto contemporaneamente sulla maiolica servendosi di un disegno, di forma rotonda, come quelli ideati da Battista Franco e Taddeo Zuccari per i maiolicari d’Urbino, da trasferire sui vasellami dei servizi istoriati granducali, in particolare per il cosiddetto “Spanish service”: disegni che hanno in molti casi corrispettive redazioni maiolicate. Il tema del nostro piatto è tratto da un disegno di Taddeo Zuccari (d), dal quale furono ricavate altre reda- zioni, ascritte sia alla bottega dei Fontana (Mode- na, Galleria Estense:“VRBINO” 1559?, Stockholm, Nationalmuseum: 1560- 65 ca., e collezione pri- vata1) sia a quella dei Patanazzi (Birmingham, City Museum and Art Gallery: 1580 ca. )2: opere che risaltano per una scelta tematica nell’ambito dei soggetti classici sviluppati nella maiolica italiana, che evoca un aspetto della cultura romana legato allo “spetacul duro” dei gladiatori nel circo, particolarmente dei cosiddetti “coltellatori”, come in questo specifico caso esplicita la legenda tracciata sul verso dell’opera. Non meno interessante è l’impianto della scena, animata dallo schieramento di innumerevoli personaggi, mentre comprimari risultano i gruppi serrati sullo sfondo. Ma è soprattutto sul primo piano che si concentra l’azione tumultuosa degli uomini che si sfidano, anatomicamente aderenti al manierismo classicista, che in Urbino dalla metà degli anni ’30 del ‘500 aveva avuto protagonisti come il “Pittore del bacile di Apollo”, del quale sembra una reminiscenza anche il piano di base a riquadrature prospettiche, disposte secondo linee con punto di fuga centrale. Stilisticamente l’opera manifesta i caratteri quasi “patanazziani” delle opere della fase matura della bottega dei Fontana d’Urbino, alla quale vanno ascritti anche la tipologia del bacile e le caratteristiche epigrafiche della legenda, che similmente ritroviamo, ad esempio, in altri bacili del Museo di Braunschweig3 e del Museo del castello di Varsavia4, con cui quest’opera condivide anche i dettagli delle architetture romane sullo sfondo e i tratti fisionomici delle figure.

 

Calendario e cataloghi online:

n. 265 Arte Marinara e Strumenti Scientifici
Asta 18 ottobre 2016 Genova Castello Mackenzie
Esposizione da Venerdì 14 a Domenica 16 ore 10-19

n. 271 Dalla raccolta di un maître-horloger
Asta 18 ottobre 2016 Genova Castello Mackenzie
Esposizione da Venerdì 14 a Domenica 16 ore 10-19

n. 268 Antiquariato
Asta 19 e 20 ottobre 2016 Genova Castello Mackenzie
Esposizione da Venerdì 14 a Domenica 16 ore 10-19

n. 267 Importanti maioliche italiane dal Rinascimento al Barocco
Asta 25 Giugno 2016 Milano Palazzo Serbelloni
Esposizione Sabato 22 a Lunedi 24 ore 10-19

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