Sfiorati i 2 milioni di euro nella vendita della Raccolta Romano che si è svolta lo scorso 19 ottobre da Pandolfini nel capoluogo fiorentino. Oltre il 70 % dei lotti venduti per la collezione dei noti antiquari attivi a Firenze dagli inizi del XIX secolo, Salvatore e Francesco Romano padre e figlio legati dall’amore per l’arte.
La vastissima collezione testimonia il nascere e l’evolversi del gusto che ha caratterizzato il primo Novecento, così vasta che già nel 2009 Sotheby’s aveva disperso circa 1800 lotti a Palazzo Magnani Feroni.
Il catalogo Pandolfini ne prevedeva solo 121, tutti molto selezionati e scelti con cura dal dipartimento della Maison insieme a due studiosi, Andrea Bacchi (professore dell’Università di Bologna e direttore della Fondazione Federico Zeri) e Giancarlo Gentilini (professore dell’Università degli Studi di Perugia) con l’intento di realizzare un catalogo che si potesse assimilare a un vero e proprio volume d’arte.
Pietro De Bernardi (AD della maison) ha commentato:«Non possiamo che essere soddisfatti e onorati per la risposta del mondo collezionistico e dell’esito che ha avuto la vendita del catalogo dedicato alla Raccolta Romano. È un risultato che assume ancor più rilevanza se rapportato al catalogo che lo ha generato il quale rappresenta una vera e propria novità nel mondo delle aste italiane ed europee. La profonda collaborazione alla stesura prestata da Andrea Bacchi e Giancarlo Gentilini i quali, con i nostri esperti, hanno dato vita a una pubblicazione molto approfondita per schedatura e soprattutto per confronti bibliografici, ci ha consentito di rivolgerci anche ad un mondo particolarmente ristretto di collezionisti privati che in termini economici potremmo definire una nicchia nella nicchia del panorama artistico e collezionistico internazionale. E’ un piacere constatare che il gusto e la passione per l’arte che hanno segnato la storia della Raccolta Romano, e che noi seppur con altre vie condividiamo, sono un’eredità che non è andata perduta. Una continuità di passione che, con ogni probabilità, è stata alla base del successo della vendita».
Il punto focale della vendita sono state le opere scultoree. Il top lot è stato Michelangelo Naccherino con IL TEMPO CHE SVELA LA VERITÀ E CALPESTA LA MENZOGNA, aggiudicato per 216.500 euro. Questo colossale gruppo marmoreo dichiarato di particolare interesse culturale, fu acquistato dai Romano a Napoli, dove era posto nella nicchia di un giardino. In realtà la sua destinazione e la sua vicenda sono state sicuramente ben più importanti se si pensa che già nel 1617 lo stesso Naccherino proponeva la sua opera al Granduca Cosimo II de’ Medici.
Molto bene anche la scultura in pietra dipinta di Pietro Lombardo, un toccante SAN SEBASTIANO a che è entrato in una nuova collezione per 192.100 euro. Questa scultura a grandezza pressoché naturale è una delle novità più interessanti emerse negli studi promossi da questa vendita oltre ad essere una delle sculture più importanti delle per altro ricche collezioni dei Romano. Passando alla scultura meno monumentale, ricordiamo i 32.500 euro che hanno permesso a un nuovo collezionista di aggiudicarsi CALVARIO, un gruppo in alabastro che coniuga grandissima perizia tecnica a una squisita eleganza, del maestro trapanese Pietro Orlando.
Restando nell’ambito scultoreo non si può dimenticare la vivacissima gara alla fine della quale è stata aggiudicata per 62.500 euro LA PRUDENZA di Jacopo della Quercia. Due ovali in marmo, ALESSANDRO MAGNO E OLIMPIA, di uno scultore romano del XVII secolo sono stati venduti per 40.000 euro, e ancora la TESTA DI MONACO O ABATE, un marmo nero di Tournai, opera di uno scultore inglese del XII-XIII è stata aggiudicata per 21.250 euro.
Il BACINO DI ACQUASANTIERA, in marmo bianco decorato all’interno con due serpi intrecciate ed esternamente con medaglioni di satiri, un’opera molisana del millecinquecento è stata battuta per 27.500 euro.
Per i dipinti si segnala il successo di Bernardo Cavallino, che era in catalogo con due opere: CRISTO E L’ADULTERA e LE NOZZE DI TOBIOLO E SARA entrambe da considerarsi riscoperte, non tanto per l’attribuzione quanto per l’essere rimaste praticamente sconosciute alla storia della pittura napoletana e non solo. Dopo una lunga gara CRISTO E L’ADULTERA è stato aggiudicato a un compratore collegato telefonicamente per 192.500 euro a fronte di una stima di 60 mila euro; mentre si è fermata a 87.500 euro la serie di rilanci per LE NOZZE DI TOBIOLO E SARA, anche questi offerti da un acquirente collegato via telefono; forse il medesimo che ha riunito la coppia di opere del Cavallino esposte assieme nella mostra sulla pittura napoletane del ’38.
Ha suscitato particolare interesse, ed è stato conteso fino alla cifra di 45.000 euro, GIACOBBE LOTTA CON L’ANGELO; IL SOGNO DI GIACOBBE un’opera, fino ad oggi inedita, attribuita a Agostino Beltrano in virtù dei molti confronti con opere firmate e datate. Anche tra gli arredi non vi è stata un’unica impronta collezionistica, nella diversità delle proposte a catalogo è stato vivacemente conteso e aggiudicato per 27.500 euro l’elegantissimo LAMPADARIO in vetro e cristallo con medaglioni in guisa di camei, toscano della metà del XVIII secolo, come la COPPIA DI CASSONI fiorentini del XVI in noce con stemmi nobiliari che sono passati di mano per 47.500 euro.
Tra le tante aggiudicazioni è opportuno ricordare l’apprezzamento registrato per entrambi gli arazzi in catalogo. IL TRIONFO DI GIUDITTA, di Martin Reynbouts è andato d arricchire una nuova collezione per 50.000 euro, una cifra di tutto rispetto per un’opera il cui il mercato di riferimento ha segnato un momento di stasi se non per opere di grande rilevanza e in ottimo stato di conservazione.
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Asta UN SECOLO TRA COLLEZIONISMO E MERCATO ANTIQUARIO A FIRENZE
19 OTTOBRE 2016
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