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Christie’s prova il colpo. All’asta un’altra storia firmata Basquiat

Jean-Michel Basquiat, The Guilt of Golden Teeth, 1982. Jean-Michel Basquiat, The Guilt of Golden Teeth, 1982.
Jean-Michel Basquiat, The Guilt of Golden Teeth, 1982.
Jean-Michel Basquiat, The Guilt of Golden Teeth, 1982.

Un dipinto di Basquiat del valore di circa $40 milioni passa all’asta da Christie’s. É l’ennesimo lavoro dell’artista in vendita nel 2021, anno molto positivo per le sue aggiudicazioni.

Quest’anno l’imperativo del mercato dell’arte sembra essere uno: se vuoi organizzare un’asta che si rispetti, non può mancare una super opera di Jean-Michel Basquiat. Dopo le vendite record del primo semestre, anche questa seconda parte di 2021 ha seguito lo stesso leitmotiv. Christie’s punta nuovamente sul writer americano nell’asta in programma il 9 novembre a New York. The Guilt of Gold Teeth risale al 1982, quando Basquiat aveva solo 22 anni. Un periodo fecondo per l’artista, che il mercato pare apprezzare particolarmente. Tanto che Christie’s non ha ancora divulgato una stima ufficiale, disponibile solo su richiesta. Ad ogni modo, il dipinto dovrebbe valere intorno ai $40 milioni.

Se dovesse raggiungere la cifra, il dipinto si collocherebbe tra le opere più costose di Basquiat. Sono infatti solo sette i lotti che hanno raggiunto una valutazione simile, quasi tutti risalenti proprio ai primi anni ’80. Tre di queste sono state vendute nel 2021: WarriorIn any case e Versus Medici. Un trittico dal sapore narrativo, dipinti che conservano nelle loro trame un momento di vita dell’artista che li ha realizzate. Non fa eccezione The Guilt of Gold Teeth. La sua creazione risale al periodo che Basquiat passò a Modena. Un passaggio dolceamaro della sua carriera, piccolo intoppo in una crescita altrimenti inarrestabile.

Reduce, tra le altre, dalle mostre alla Anina Nosei Gallery di New York e alla Galerie Bruno Bischofberger di Zurigo, l’artista intraprende un viaggio in Italia. Entra in contatto con Emilio Mazzoli, mercante disposto a ospitare una mostra su di lui. Purtroppo però le condizioni di lavoro si rivelano estreme. “Era come una fabbrica, una fabbrica malata. L’ho odiato” avrebbe detto Basquait commentando la richiesta di Mazzoli di realizzare otto opere in una settimana. La mostra, alla fine, non si fece. Oggi però una di quelle opere torna all’asta dopo un ultimo passaggio avvenuto nel 1998, quando l’attuale proprietario lo acquistò da Sotheby’s New York ($387.500).

Probabilmente aveva intravisto un valore nella composizione, ben giostrata tra le onde del blu e il muro color albicocca. Pieno di scritte, classico stile Basquiat. Ma forse più ordinato, disciplinato nel suo disporsi segnico. Come se il caos fosse dominato da qualcuno, preparato per una messa in scena. Quella allestita dalla strana figura nel centro, con un teschio al posto del viso e un cilindro per cappello. É il barone Semedi, figura collegata alla morte nella tradizione vudù.

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