La mostra “Artemisia Gentileschi e il suo tempo” che il Museo di Roma a Palazzo Braschi ospita dal 30 novembre 2016 al 7 maggio 2017, consentirà al visitatore di ripercorrere l’intero arco temporale della vita e delle opere dell’artista, in dialogo con quelle dei protagonisti del Seicento come Cristofano Allori, Simon Vouet, Giovanni Baglione, Antiveduto Gramatica e Jusepe de Ribera. Infatti, degli oltre 90 dipinti presenti alla mostra, 29 sono di Artemisia Gentileschi mentre gli altri sono di quei pittori – precedenti e contemporanei – con i quali Artemisia ha stabilito un dialogo, un confronto, in alcuni casi uno scontro.
Lo scopo della mostra è quindi quello di andare oltre la biografia e la produzione artistica della pittrice e di indagare quanto lei abbia incamerato suggestioni dall’ambiente che la circondava restituendo una sua visione che, a sua volta, ha influenzato l’arte del suo tempo. Una mostra destinata ad offrire spunti per nuovi studi. Un’esposizione che vanta opere con 80 provenienze diverse, tre anni di lavoro di due equipe e tre curatori. Uno sforzo, anche in termini economici, davvero importante. Il tutto enfatizzato dal coinvolgente contesto delle sale di Palazzo Braschi con un affaccio magnifico su Piazza Navona.
Un altro obiettivo di questa mostra è quello di sfatare una serie di luoghi comuni che circolano intorno alla figura di Artemisia Gentileschi donna e pittrice, alimentati anche dalla biografia parecchio romanzata di Anna Banti che l’hanno resa più celebre che realmente conosciuta tra il pubblico. Artemisia non è stata la vittima sacrificale del mondo maschile del tempo. Le ricerche, i documenti che sono stati riesaminati proprio in vista di questa mostra ci rivelano un personaggio diverso da quello cui siamo abituati. Indubbiamente la violenza subita da ragazza dal pittore Agostino Tassi e la presenza ambigua e ingombrante del padre le hanno provocato grandi sofferenze che non possono che manifestarsi nelle sue passionali opere.
Tuttavia Artemisia, nonostante le grandi difficoltà e sofferenze riesce ad affermarsi in un mondo artistico prevalentemente maschile e lo fa con carattere e senza scrupoli. Scrive lettere appassionate al suo amante, viaggia, frequenta le corti del tempo, intreccia amicizie, si fa agente di se stessa. Ben presto è desiderata dalle corti più importanti di tutto il mondo. ” Occorreva fare una pulizia da un punto di vista critico , da un punto di vista filologico. E questo è molto importante per la Storia dell’Arte” spiega Francesca Baladassarri curatrice della mostra.
Un altro degli stereotipi che circolano sul conto di Artemisia è che sia stata una sorta di camaleonte, che dovunque sia andata abbia in qualche modo scimmiottato lo stile artistico del posto. “Artemisia è una grande pittrice di narrazione , drammaturgia e di sfumature” spiega la curatrice della mostra , nella sezione dedicata a Roma, Judith Mann. Occorre sottolineare che le opere di Artemisia in esposizione sono tutte autografe e selezionate con molta severità perchè, come spiega Nicola Spinosa, curatore della mostra e della sezione dedicata a Napoli – “le precedenti mostre avevano presentato anche opere che avevano destato non pochi sospetti sulla autografia artemisiana”.
L’esposizione è divisa in sezioni cronologiche:
– GLI ESORDI A ROMA ( 1606 – 1613) – Cresciuta nel mondo del naturalismo caravaggesco, Artemisia si formò nella bottega del padre Orazio. Nel 1611 subisce lo stupro del pittore Agostino Tassi, amico del padre , che avrebbe dovuto insegnarle la prospettiva. Malgrado il trauma subito, amplificato dal processo che ne segue , l’artista eseguì alcuni dei suoi lavori più ispirati . In questa prima sezione, tra le opere presenti , segnaliamo all’attenzione al pubblico due autentici capolavori. Il primo, “Susanna e i vecchioni” del 1610, rappresenta l’esordio artistico di Artemisia. Un’opera che, come spiega Judit Mann “ dimostra una capacità magistrale di restituire in maniera naturalista un nudo di donna , in un periodo di Controriforma, realizzando questo quadro all’età di soli diciassette anni“. Il secondo capolavoro è la sensuale Danae (1612 ca.) che ci mostra una Artemisia in pieno possesso delle sue capacità pittoriche.
– ARTEMISIA A FIRENZE (1613 -1620) – Dopo lo scandalo seguito al processo per stupro e un matrimonio riparatore con un modesto pittore toscano del tempo, Artemisia deve lasciare Roma e recarsi a Firenze dove però, ben presto diventa amica delle personalità più importanti del tempo. Cosimo II dei Medici le apre le porte della raffinata Corte di Firenze. Due figure fondamentali per la formazione di Artemisia nel periodo fiorentino sono le amicizie con Michelangelo Buonarroti il Giovane – suo mecenate e protettore – e lo scienziato Galileo Galilei. Artemisia lo omaggia con due quadri : Aurora (1625 ca) e Inclinazione (1615 -1616). Per quanto riguarda l’evoluzione dello stile pittorico , fondamentale sarà il dialogo con gli artisti toscani, primo fra tutti Cristofano Allori. In questo ambiente stimolante Artemisia compie un notevole “salto culturale”. E questo le permette di essere accolta, nel 1516, prima donna nella storia, nella prestigiosa Accademia di disegno.
– IL RITORNO A ROMA (1620-1627) – Dopo aver lasciato la Corte medicea per problemi di debiti, Artemisia torna a Roma. In questo periodo, il pittore che esercitò maggiore influenza su Artemisia fu Simon Vouet. In questa sezione potrete contemplare il celebre ” Giuditta che decapita Oloferne” , 1620 -21 ca. proveniente dagli Uffizi.
– ARTEMISIA A NAPOLI – A Napoli incontra una situazione, dal punto di vista artistico, estremamente importante. Incontra tutto quel gruppo di pittori che sta portando avanti , da alcuni anni l’esperienza del naturalismo caravaggesco ma rivisitato in chiave classicista o aprendosi alle nuove esperienze che nel frattempo erano venute maturando. A Napoli dunque, Artemisa può portare avanti questo discorso di revisone del naturalismo caravaggesco. Tra i capolavori presenti in questa sezione ricordiamo Ester e Assuero ( 1626 -29 ca.) e Nascita di San Giovanni Battista (1635 ca.).Intorno al 1625 Artemisia si trasferisce a Londra per raggiungere il padre Orazio , ormai anziano e malato dove lavorerà anche per la corte di Carlo I Stuart.Tornata a Napoli , le vengono affidati numerosi e prestigiosi incarichi . Ormai è anziana e spesso si avvale di pittori modesti ma, come spiega Nicola Spinosa ” quando è Artemisia stessa a mettere le mani sulla tavolozza, abbiamo risultati eccezionali come la Cleopatra presente alla mostra”.
Questa mostra propone dunque una nuova lettura dell’opera di Artemisia, grande protagonista dell’arte del Seicento e donna d’acciaio. La passione delle sue tele sembra vibrare per le sale di Palazzo Braschi e come conclude in conferenza stampa Nicola Spinosa ” La vita è bella finchè ci si emoziona davanti un quadro, emozionatevi!”
Informazioni utili
SEDE : Museo di Roma Palazzo Braschi – Ingresso da Piazza Navona e da Piazza San Pantaleo, 10
ORARIO : dal martedi alla domencia dalle 10 alle 19 (la biglietteria chiude un’ora prima). Giorni di chiusura : 25 Dicembre, 1 Gennaio, 1 Maggio.
BIGLIETTI: Intero 11 euro; ridotto 9 euro. Speciale famiglia 22 euro.
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI TEL 060608 ( tutti i giorni ore 9:00 – 21:00). www.museodiroma.it hashtag #ArtemisiaRoma
La mostra è patrocinata dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, promossa e prodotta da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia Group e organizzata da Zètema Progetto Cultura. Sponsor della mostra Generali Italia. Sponsor tecnico Trenitalia. L’evento è consigliato da Sky Arte HD . Catalogo Skira.