Aquarius, il film che segna il trionfale ritorno di Sonia Braga, dal 15 dicembre al cinema. Recensione.
Aquarius, del regista brasiliano Kleber Mendonça Filho (Neighboring Sounds), presentato in concorso all’ultimo Festival di Cannes e accolto con favore unanime dalla critica segna il trionfale ritorno sul grande schermo di Sonia Braga (Donna Flor e i suoi due mariti, Il bacio della donna ragno).
L’attrice brasiliana in Aquarius veste i panni di Clara, una donna che rivendica il proprio diritto di esprimere e preservare un’identità culturale, politica e sessuale, il diritto di essere sola e libera; dà vita a un personaggio che lotta per preservare le proprie radici, in un film che ha i colori della controcultura e dell’emancipazione femminile.
>> Una storia scandita dai ricordi di una vita che riemergono a tempo di musica.
Clara è un critico musicale e vive in un piccolo palazzo degli anni Quaranta chiamato “Aquarius”, che si affaccia sullo splendido lungomare di Recife. Una compagnia immobiliare ha già acquistato tutti gli appartamenti dell’edificio per farne un grattacielo di lusso, ma Clara è decisa a non cedere la casa a cui è legata dai ricordi di una vita. Dopo i primi approcci amichevoli, gli speculatori ingaggiano una vera e propria guerra fredda con la donna, in un crescendo di violenza psicologica..
Aquarius è un film che parla di libertà, ma anche di memoria. Al ritmo di bossa nova vediamo fotografie di una Recife non c’è più, ma a cui Clara è rimasta legata, come simbolo di fedeltà anche verso sé stessa, la propria storia e le proprie origini. Il suo appartamento nel residence Aquarius -che dà il titolo alla pellicola- è uno scrigno di memorie che la lega al ricordo della sua famiglia. La musica è il potere che la lega alla sua terra (con la passione per icone come Elis Regina e Maria Bethania) e al contempo le apre nuovi orizzonti, verso nuove culture e nuovi mondi (i Queen ad esempio, che nel Brasile degli anni ’70 erano la musica del futuro). Clara è una donna sopravvissuta alla malattia e all’amore, che non si lascia piegare dall’idea di progresso e crescita che la società le vuole imporre. Non accetta di vendere la casa in cui è stata felice, non cede al miraggio di “affari irresistibili” o alle pressioni della famiglia che teme per la sua solitudine.
Tutti gli inquilini del residence hanno preso i soldi e se ne sono andati, ma Clara oppone una strenua resistenza rifiutando le offerte sempre più appetitose della compagnia edilizia… Inizia così una campagna di intimidazioni, molestie e abusi – sulla scia dell’Inquilino del terzo piano di Polański.
Quello di Clara è un assedio morale, che fa fronte all’idea di una finta democrazia, di un Brasile dipinto di ombre e corruzione, cinismo e clientelismo.
Aquarius è il ritratto appassionato di una donna indipendente, a volte snob forse, che fa dell’alterigia una corazza, della musica una forza interiore; un film che finisce in modo inatteso, o che forse non finisce proprio. Una delle pellicole più belle del 2016, sorretta dall’interpretazione magistrale di una grande attrice per troppo tempo lontana da grandi ruoli.
*** Un film dalla ricchezza inesauribile (Le Monde) **
** Un’opera immensa (Le Nouvel Observateur) **
** Il film che ha fatto ballare, ridere e piangere la Croisette (Le Figaro) **
** Meraviglioso e sorprendente (New York Times) **
** Sonia Braga è una forza della natura (Screen International) **
** Un magnifico ritratto di donna (The Guardian) **
** Un grande film di rivolta (Libération)**
>> Dopo l’accoglienza entusiastica ricevuta a Cannes con Aquarius, Sonia Braga ha appena terminato di girare il nuovo film di John Turturro, Going Places, con Audrey Tatou e Susan Sarandon.