Fino al 17 aprile 2017 al MAST – GALLERY, Bologna
«Tutto sembra essere in movimento, come se sedessimo sul dorso di una tigre senza avere la più vaga idea di quale sia la destinazione del nostro viaggio». Esordisce così Urs Stahel, il curatore della Photogallery Mast e della nuova esposizione alla presentazione di LAVORO IN MOVIMENTO, dove non è la fotografia che stimola lo sguardo dei visitatori ma, per la prima volta, sono i video e le installazioni di 14 artisti di fama internazionale al centro di un percorso di estremo interesse per riflettere su quello che sta accadendo a noi e intorno a noi.
La molteplice interpretazione filmata della realtà offre un’immediata testimonianza della mutabilità del mondo della produzione industriale, le metamorfosi rapide e spiazzanti, le fabbriche abbandonate come cimeli e quelle in piena attività, l’alta artigianalità manuale più tradizionale opposta alla tecnologia più avanzata. «Oggi il mondo del lavoro cambia a ritmo quasi quotidiano: ciò che valeva ieri, domani non avrà più valore, ciò che facciamo oggi potrebbe in tempi brevi non avere più alcun senso» sottolinea il curatore.
L’uomo di oggi è entrato in un vortice che ha spezzato ogni sicurezza. «La straordinaria rapidità dello sviluppo tecnologico ci disorienta, crea incertezza, smarrimento, provvisorietà, ansia, sia nel singolo individuo sia – a seconda dei paesi e dei continenti – in intere categorie professionali» continua Stahel.
E allora, quali saranno i rapporti nel futuro? Quali i nuovi comportamenti, i rituali e le leggi? E quali città saranno costruite? E come sarà la gestioni dei rifiuti , soprattutto elettronici?
Yuri Ancarani, Gaëlle Boucand, Chen Chieh-jen, Willie Doherty, Harun Farocki/Antje Ehmann, Pieter Hugo, Ali Kazma, Eva Leitolf, Armin Linke, Gabriela Löffel, Ad Nuis, Julika Rudelius e Thomas Vroege suscitano questi interrogativi pressanti e rappresentano il vasto scenario mondiale, sociale ed economico.
«I video si configurano come piccole galassie nelle quali la singola opera ha un valore autonomo ma trova il suo significato soprattutto in relazione alle altre, di cui diventa di volta in volta commento, critica o tacita risposta» spiega Urs Stahel.
E tra la vasta panoramica dei lavori esposti, s’incontrano Harun Farocki/Antje Ehmann che propongono novanta video, girati in un unico piano sequenza in quindici città diverse sul tema del lavoro. Yuri Ancarani esplora invece il lavoro invisibile in tre video dal titolo Il Capo del 210, Da Vinci del 2012 e Piattaforma Luna del 2011. La videoinstallazione di Pieter Hugo, dal titolo Permanent Error (2010) mette in primo piano su dieci monitor, gli orrori della discarica di Agbogbloshie, alla periferia di Accra, la capitale del Ghana. In Empty (2006) Willie Doherty ha ripreso un palazzo per uffici vuoto a Belfast e in un intero giorno ha scattato molte foto poi montate in un film dove il passaggio della luce e il movimento delle nuvole sembrano inghiottire l’immobile.
«Rappresenta un passato che non c’è più» dice l’artista irlandese. E se nel video di Gaëlle Boucand, l’artista propone l’autoritratto di un profugo francese della finanza in Svizzera da quasi 20 anni che rimugina sulla sua proprietà offrendo un’immagine surreale di se stesso e dei propri valori, Armin Linke in Flocking (2008), un progetto a metà tra ricerca scientifica e produzione artistica, mostra in un video le traiettorie dei singoli uccelli quando volano insieme. Una visione suggestiva e stimolante per tutti.
LAVORO IN MOVIMENTO
Lo sguardo della videocamera sul comportamento sociale ed economico
25 GENNAIO – 17 APRILE 2017
MAST. GALLERY, BOLOGNA,
Fondazione MAST
Via Speranza, 42
40133 Bologna
www.mast.org