Si attendevano da mesi i temutissimi effetti negativi della Brexit nel mondo dell’arte e fin dalle prime settimane successive alla vittoria del “leave” si erano ipotizzati importanti cambiamenti nelle geografie di mercato, con conseguenti perdite nei fatturati della case d’aste inglesi. I primi ad essere colpiti sembrano però essere collezionisti e gallerie, vittime delle svalutazioni dei propri acquisti in UK, per il calo di valore del pound.
La cronaca fornisce un esempio lampante delle dinamiche in atto: nel 2015 un dipinto di Pontormo “Ritratto di giovane con cappello rosso” viene acquistato tramite trattativa privata dal collezionista statunitense Tom Hill per la cifra di 30,7 milioni di sterline, l’opera viene ceduta da Nicholas James Alexander, VII conte di Caledon (Irlanda) e viene dunque pagata, come consuetudine, con la valuta corrente nel Paese. Successivamente il dipinto diventa oggetto di richiesta d’esportazione da parte del nuovo proprietario, una pratica comune tra i collezionisti privati, che assume maggiore rilevanza nell’ottica di Hill, intenzionato ad inaugurare un museo privato a New York in cui conservare le proprie opere.
È qui dunque che entra in gioco la National Gallery, il noto museo londinese si fa carico del desiderio istituzionale di mantenere il raro dipinto in patria ed entra in trattative con il collezionista statunitense per acquistarlo alle medesime condizioni di prezzo e valuta da lui sostenute l’anno precedente, ignorando (o omettendo di considerare) l’effetto che il referendum del giugno 2016 avrà sulla sterlina.
Ottenuti i finanziamenti necessari a coprire la somma di £30,7 milioni, le trattative promosse dalla National Gallery subiscono una dura battuta d’arresto nel novembre dello scorso anno. È Hill a rifiutarsi di procedere oltre, la causa è la perdita prevista che il collezionista evidenzia calcolando il divario del cambio dollaro/sterline dal momento dell’acquisto del 2015 al post voto,
Svalutatasi la moneta inglese, il conferimento del medesimo valore di prezzo non sarebbe dunque sufficiente a coprire il deficit causato dall’effetto Brexit, che ammonta a quasi 10 milioni di dollari. Per questo motivo Hill si rifiuterà di vendere il Pontormo fino a quando la National Gallery provvederà ad adeguare la propria offerta alla nuova situazione della moneta inglese.