Nel caso qualcuno si fosse dimenticato che il sole, in fondo, esiste per tutti, sbarca nelle sale italiane Manchester By The Sea di Kenneth Lonergan, con Casey Affleck e Michelle Williams. Candidato a 6 premi Oscar, dal 16 febbraio al cinema.
Il trailer di Manchester By The Sea, il nuovo lungometraggio drammatico di Kenneth Lonergan (You can count on me, 2000; Margaret, 2011), non lascia molto spazio all’interpretazione. Atmosfere soffuse, amori impossibili, genitori e figli e adolescenza ribelle: fin dalla prima immagine l’attesa dello spettatore è spinta dolcemente verso l’emozione di un panorama che si staglia oltre l’oceano.
>> Non meno importante è il contributo della stampa estera: i complimenti rivolti dalle maggiori testate internazionali sono troppi, tanti che non si riescono letteralmente a leggere, nel loro scorrere rapido fra un’inquadratura e l’altra, mentre la musica già solletica il nervo emotivo. Persino la schermata introduttiva del sito ufficiale del film non fa che confermare quello che le scritte hanno fatto nel promo: vedere per credere.
Genere: drammatico. Musica: lirica. Protagonisti: Casey Affleck e le sue strazianti espressioni di dolore, Michelle Williams e la sua morbida, quasi angelica, bellezza.
Dopo la morte del fratello Joe (Kyle Chandler), Lee Chandler (Casey Affleck) – modesto tuttofare di Boston dalla quotidianità monotona e circondato da improbabili esemplari di umanità isterica – scopre di essere stato indicato come unico tutore del nipote Patrick (Lucas Hedges). Così, senza troppo entusiasmo Lee ritorna alla città natale: Manchester-by-the-Sea, pittoresco villaggio della provincia nord-americana con le ville colorate e una forte tradizione di pesca e domeniche in barca, per prendersi cura di Patrick, di appena 16 anni, nel pieno di una normale quanto turbolenta adolescenza. Il soggiorno presso il paese in cui è nato – e da cui è scappato a seguito di un terribile episodio – costringe il tormentato Lee ad affrontare i fantasmi di un passato che l’hanno allontanato da sua moglie Randi (Michelle Williams) e dal resto della comunità. In memoria del buon Joe, Lee e Patrick si faranno forza a vicenda, cercando di abituarsi ad un mondo ormai svuotato e facendo i conti con la difficoltà di andare avanti e di ritrovare un’ombra di serenità.
Il film, che negli Stati Uniti è uscito il 18 novembre 2016, arriverà nelle sale italiane il 16 febbraio, dopo mesi di continuo passaparola e, non a caso, nel pieno della stagione dei premi internazionali.
>> Dopo l’anteprima al Sundance Film Festival, si perde il conto delle manifestazioni che l’hanno ospitato: il TIFF (Toronto International Film Festival), il London Film Festival e, qui in Italia, la Festa del Cinema di Roma (come il suo collega e rivale Moonlight, dallo stesso giorno nelle sale italiane), ricevendo ovunque apprezzamenti e alcuni fra i maggiori riconoscimenti dell’industria internazionale: 6 candidature ai Golden Globes, di cui uno vinto da Casey Affleck per la migliore interpretazione; 3 candidature alla National Society of Film Critics; 4 premi vinti ai National Board of Review Awards; infine, più recentemente, 6 candidature ai BAFTA (British Academy of Film and Television Arts), di cui due premi vinti, da Casey Affleck per Migliore Attore Protagonista e dal regista Kenneth Lonergan per la Miglior Sceneggiatura Originale.
Dopo aver ballato e cantato con i protagonisti di La La Land, niente di meglio di un dramma straziante per inaugurare quest’anno cinematografico.
Manchester by the Sea è il tipico film che ci aspetteremmo essere tratto da un romanzo: uno di quei romanzi tristi, lunghi, pieni di pagine e di descrizioni emotive che dilaniano il cuore delle casalinghe. Uno di quei romanzi di cui parlerebbero le protagoniste di Desperate Housewives all’incontro settimanale del club del libro. In quanto tale, la carta vincente usata dal regista (nonché sceneggiatore, secondo i dettami di una perfetta politique des auteurs) è semplice: non risparmiare nessun asso nella manica.
Kenneth Lonergan mette allora in scena un susseguirsi incredibile di tragedie e drammi insuperabili, con personaggi che effettivamente non riescono ad andare avanti, bloccati dalle catastrofi del proprio passato e per questo impossibilitati a godersi il presente (quando mai il futuro!).
>> L’ispirazione melodrammatica è evidente: non mancano d’altronde i colpi di scena, mostrati grazie al tradizionale espediente dei flashback, facilmente riassumibili in catastrofi e disgrazie al limite dell’inverosimile. Da La confessione della signora Doyle (Fritz Lang, 1952) a Dancer in the dark (Lars von Trier, 2000), fino al più recente The Light Between Oceans – La luce sugli oceani (Derek Cianfrance, 2016 – con Michael Fassbender e Alicia Vikander) il genere –melodramma2– è ricco di esempi e declinazioni.
L’operazione commerciale trova a questo punto il suo senso compiuto: la penna di Kenneth Lonergan non delude le aspettative sollecitate dal trailer. Sullo sfondo di un paesaggio marittimo, con il cielo grigio, le casette di legno colorate e le barche a motore (ci sono perfino il faro e i gabbiani!), la regia invisibile e l’autoironia dei protagonisti conducono il pubblico verso il momento patetico per eccellenza, soffocando le lacrime fino al punto di esplosione.
>> Per questo motivo è evidente che il momento migliore del film è sulle spalle di Michelle Williams (grande attrice mai sovraesposta, che in questi anni ha saputo scegliere pochi ruoli, ma con grande coscienza e ambizione), che con la sua interpretazione contemporaneamente soffice ed esplosiva commuove anche lo spettatore più cinico – e conferma che, nell’Olimpo dei grandi, c’è una poltrona che l’aspetta.
Manchester by the Sea, prodotto da Amazon Studios – e da niente di meno che Matt Damon – e distribuito da Universal Pictures, con il suo cast d’eccellenza – degno di nota il guest starring di Matthew Broderick e Gretchen Mol (Boardwalk Empire) – potrà allora vantare un posto d’onore nella cinematografia d’autore del 2017: le candidature dell’Academy per ora non sono altro che candidature, ma insieme agli altri riconoscimenti saranno sufficienti a riempire le sale.
Impeccabile dal famoso “punto di vista estetico”, resta tuttavia il dubbio sia un film dal respiro fin troppo corto: quando l’entusiasmo sarà passato – e non ci sarà nessun libro a ricordarci i protagonisti sulla copertina flessibile della ristampa – c’è il sospetto che anche alla casalinga che si sarà commossa più delle altre resterà ben poco di cui discutere. Se non, al massimo, un vecchio, banale ma sempre efficace: “Bello, forse troppo lungo, ma davvero un bel film”.
“Un capolavoro”
– Rolling Stone, AP (Associated Press), Entertainment Weekly
“It may be the best film you see this year”
– Rolling Stone
Guarda il trailer di Manchester by the sea