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Bellini e la sua scuola. La pittura rinascimentale veneta in mostra a Conegliano

Jacopo Negretti detto Palma il Vecchio (Serina, 1480 circa – Venezia, 1528) Madonna con il Bambino tra i Santi Girolamo ed Elena secondo decennio del xvi secolo Olio su tavola, cm. 76x104 Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, inv. 92 Jacopo Negretti detto Palma il Vecchio (Serina, 1480 circa – Venezia, 1528) Madonna con il Bambino tra i Santi Girolamo ed Elena secondo decennio del xvi secolo Olio su tavola, cm. 76x104 Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, inv. 92
Jacopo Negretti detto Palma il Vecchio (Serina, 1480 circa – Venezia, 1528) Madonna con il Bambino tra i Santi Girolamo ed Elena secondo decennio del xvi secolo Olio su tavola, cm. 76x104 Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, inv. 92
Jacopo Negretti detto Palma il Vecchio
(Serina, 1480 circa – Venezia, 1528)
Madonna con il Bambino tra i Santi Girolamo ed Elena
secondo decennio del xvi secolo
Olio su tavola, cm. 76×104
Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, inv. 92

Sino al 18 giugno, Palazzo Sarcinelli ospita capolavori della pittura rinascimentale veneta, da Bellini a Jacopo Palma il Vecchio, sino a Tintoretto.

A una sessantina  di chilometri da Venezia, in direzione delle Dolomiti bellunesi, Conegliano coglie l’occasione del quinto centenario della morte di Giovanni Bellini (Venezia, 1430 ca – 1516) per riprendere il ciclo di mostre dedicato alla pittura veneta del XV e XVI secolo, iniziato nel 2014 con l’esposizione Un Cinquecento Inquieto, proseguito con Carpaccio, Vittore e Benedetto nel 2015 e con I Vivarini nel 2016.

Stavolta Palazzo Sarcinelli mette in secondo piano i suoi stucchi e i bassorilievi per fare spazio alla mostra Bellini e i Belliniani:una selezione di circa trenta opere tutte provenienti dalla collezione della storica Accademia dei Concordi di Rovigo, fatta eccezione per un olio su tavola che è stato invece concesso in prestito da una collezione privata di Treviso.

Andrea Previtali (Berbenno di Valle Imagna, 1470 circa-Bergamo, 1528) Ritratto di giovane 1501-1502 circa Olio su tavola, cm. 24,5x19,5 Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, inv. 146
Andrea Previtali
(Berbenno di Valle Imagna, 1470 circa-Bergamo, 1528)
Ritratto di giovane
1501-1502 circa
Olio su tavola, cm. 24,5×19,5
Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, inv. 146

Sino al 18 giugno, le sale dell’edificio cinquecentesco nel centro di Conegliano sono sede di un percorso che fa luce sul ruolo centrale di Bellini nell’evoluzione del linguaggio pittorico veneto, dal tardogotico del Quattrocento inoltrato, alla maturità del Rinascimento italiano della seconda metà del XVI secolo. Non solo, la mostra rende chiara l’ascendenza del maestro veneziano sugli artisti del tempo. Bellini fece scuola. La sua bottega era molto frequentata e in tanti – allievi, collaboratori, seguaci – si servirono dei suoi modelli e cartoni, contribuendo alla diffusione di specifiche tipologie iconografiche religiose da lui elaborate e facendosi eredi del suo modo di dipingere, di trattare il colore, di definire la figura umana.

Marco Bello (Venezia, 1470 circa- 1523) Circoncisione ultimo decennio del xv secolo Tempera su tavola, cm. 60,5x85 Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, inv. 89
Marco Bello
(Venezia, 1470 circa- 1523)
Circoncisione
ultimo decennio del xv secolo
Tempera su tavola, cm. 60,5×85
Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, inv. 89

Promossa dal Comune di Conegliano e da Civita Tre Venezie, la mostra può contare su un allestimento raccolto ed equilibrato, che si adatta al carattere devozionale di molte delle opere esposte. L’illuminazione orienta lo sguardo del visitatore, consentendogli di apprezzare nel dettaglio ogni singola tavola, di ammirare i preziosi ori ancora memori delle icone bizantine nella Santa Lucia e storie della sua vita (1462) di Quirizio da Murano; i brillanti colori a tempera del trevigiano Jacopo da Valenza; i paesaggi narrativi di Girolamo da Santacroce; l’eleganza della posa, la grazia dei lineamenti, l’umanità composta della Madonna con il Bambino (1470 ca)di Bellini, una delle due opere del pittore in esposizione (l’altra è un Cristo portacroce autografo della maturità).

Giovanni Bellini (Venezia, 1430 circa-1516) Cristo portacroce 1510 circa Olio su tavola, cm. 48,5x27 Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, inv. 142
Giovanni Bellini
(Venezia, 1430 circa-1516)
Cristo portacroce
1510 circa
Olio su tavola, cm. 48,5×27
Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, inv. 142

Confronti e rimandi sono una costante lungo il percorso espositivo. Non sempre espliciti, sono invece evidenti nelle opere che appartengono allo stesso gruppo iconografico, dalle Madonne con il Bambino alle cosiddette “devote meditazioni”, composizioni corali caratterizzate dalla presenza di santi e donatori. Tra queste, la Circoncisione di Marco Bello dell’ultimo decennio del XV secolo, esposta accanto a una replica quasi identica, probabilmente sempre dello stesso artista, entrambe citazioni dell’omonima opera del Bellini custodita alla National Gallery di Londra.

Giovanni Bellini (Venezia, 1430 circa-1516) Madonna con il Bambino 1470 circa Tempera su tavola, cm. 83x62,5 Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, inv. 141
Giovanni Bellini
(Venezia, 1430 circa-1516)
Madonna con il Bambino
1470 circa
Tempera su tavola, cm. 83×62,5
Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, inv. 141

I riferimenti non si fermano al maestro veneziano ma si allargano a includere altri protagonisti della scena artistica del tempo, come i fiamminghi ai quali è dedicato un piccolo capitolo della mostra con una copia cinquecentesca dell’Adamo ed Eva di Albrecht Dürer e la Vanitas (1520-1525) di Mabuse; o Tiziano e Giorgione con la loro pittura tonale che si innesta sulla lezione belliniana nella Madonna con il Bambino tra i santi Gerolamo ed Elena e nella Flagellazione di Cristo di Jacopo Palma il Vecchio.

In chiusura della mostra, Quattro teste virili di Tintoretto, o perlomeno di qualcuno della sua cerchia, a dirci che il Rinascimento è ormai alla fine. L’armonia cromatica, gli equilibri compositivi, le prospettive esatte e la compostezza della pittura di Giovanni Bellini sono già un ricordo. L’epoca barocca è alle porte.

Jan Gossaert detto il Mabuse (Maubeuge, 1480 circa- Middelburg (?), 1532) Vanitas 1520-1525 Olio su tavola, cm. 60x31 Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, inv. 297
Jan Gossaert detto il Mabuse
(Maubeuge, 1480 circa- Middelburg (?), 1532)
Vanitas
1520-1525
Olio su tavola, cm. 60×31
Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, inv. 297
Gerolamo da Santacroce (Bergamo, circa 1503-Venezia, 1556) Madonna con il Bambino, quattro Santi e un donatore secondo decennio del xvi secolo Olio su tavola, cm. 31x40.5 Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, inv. 145
Gerolamo da Santacroce
(Bergamo, circa 1503-Venezia, 1556)
Madonna con il Bambino, quattro Santi e un donatore
secondo decennio del xvi secolo
Olio su tavola, cm. 31×40.5
Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, inv. 145
Jacopo Negretti detto Palma il Vecchio (Serina, 1480 circa - Venezia, 1528) Flagellazione di Cristo terzo decennio del xvi secolo olio su tela, 217 × 254,5 cm Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, inv. 72
Jacopo Negretti
detto Palma il Vecchio
(Serina, 1480 circa – Venezia, 1528)
Flagellazione di Cristo
terzo decennio del xvi secolo
olio su tela, 217 × 254,5 cm
Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia
dei Concordi, inv. 72

INFORMAZIONI UTILI

Bellini e i Belliniani. Dall’Accademia dei Concordi di Rovigo

sino al 18 giugno

Palazzo Sarcinelli

Via XX Settembre 132, Conegliano (TV)

www.mostrabellini.it

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