miart 2017, Milano. Dal 31 marzo al 2 aprile 2017. Un buon inizio quello di Alessandro Rabottini, neo direttore di miart. L’aumento del 13% delle gallerie partecipanti non ha intaccato la qualità della fiera. I paesi coinvolti sono quattordici, con centosettantacinque gallerie internazionali. Più di sessanta curatori e sei premi in palio.
Una delle maggiori novità di questa edizione è stata la sezione On Demand. Le gallerie presentano, fra le altre, opere context-based e site-specific. Un’idea buona ma non sempre sviluppata al meglio.
Moltissimi De Chirico (data la recente pubblicazione del Catalogo Ragionato dell’artista – Giorgio de Chirico. Catalogo Generale-Opere dal 1913 al 1976, 2016), meno arte povera e cinetica rispetto agli scorsi anni; ancora meno transavanguardia. Se non per la Galleria ZERO… che dedica un intero spazio a Enzo Cucchi. Una scelta curatoriale -quella di far rappresentare gli anni Settanta dall’artista italiano- interessante. Molto bello anche lo spazio di Raffaella Cortese. Per la sezione On Demand presenta Alejandro Cesarco ma importanti da menzionare sono le opere di Miroslaw Balka – in questo momento in mostra all’Hangar Bicocca. Quattro carte bruciate nell’incendio avvenuto nel 1993 all’interno del suo studio (€ 15’000 l’una) e un’opera del 2013 intitolata Niobe (€ 60’000). Un artista tra i più considerevoli degli ultimi trent’anni che pone al centro del suo lavoro l’indagine sulla natura dell’uomo e sulla memoria individuale e collettiva.
Anche la Gladstone Gallery, nuova partecipante della fiera milanese, porta un’opera di Balka. Bella anche un’opera di Marisa Merz undated del valore di €225’000. La Galleria Vistamare espone due fotografie di Mimmo Jodice intitolate Attesa, già viste al MADRE, del valore di €17’000 cadauna. La Galleria Pack punta sugli acquerelli di Maria Magdalena Campos-Pons, originaria di Cuba ma trasferitasi a Boston. Gli acquerelli sono carte uniche e il prezzo parte dai €22’000. Settimana prossima l’artista inaugurerà Documenta ad Atene con un’installazione.
Lia Rumma presenta una fotografia del 2013 e un video del 2009 di Marina Abramovic. Due fotografie di Ugo Mulas, un neon di Alfredo Jaar. Molto interessanti le opere di Luca Monterastelli, artista italiano classe 1983 con una carriera in netta ascesa (già presente nella scorsa Biennale veneziana, Padiglione Italia, curato da Vincenzo Trione). Giò Marconi sprizza di colori con le opere di Dasha Shishkin che oscillano dai €14’000 ai €40’000. Due opere di Pier Paolo Calzolari datate 1980 e degne di nota sono esposte all’interno dello stand di Marianne Boesky. Dorme di giorno (€320’000) e una copia in inglese, Sleep by night, non in vendita.
Massimo Minini presenta, tra le altre, un’opera base specchio di Daniel Buren datata 1989 del valore di €150’000. Studio Dabbeni di Lugano va sul sicuro con una struttura classica e geometrica dello stesso artista francese per On Demand. Lo stand di Frittelli Arte Contemporanea (uno dei migliori della fiera) ospita (tra le altre) due belle opere di Mimmo Rotella, una pregiata Farfalla di Vasco Bendini del 1974 e significative opere di Balestrini, Mazzoleni e Pascali. Mentre la Repetto Gallery di Londra presenta i “classici” Pistoletto, Fontana, Melotti e in aggiunta un’importante opera di Gilberto Zorio del valore di €130’000.
Pure De’ Foscherari porta in fiera opere di Gilberto Zorio (come del resto Poggiali e Forconi), tra cui una particolare del valore di €200’000 creata dall’artista lo scorso anno per una mostra tenutasi in galleria. Allegra Ravizza, che da poco ha aperto una nuova sede a Honolulu, dedica l’intero spazio a Nanda Vigo, con opere che vanno dai €20’000 agli €80’000. Massimo De Carlo presenta un solo show dei Gelitin – quartetto di artisti radicali vicini all’azionismo viennese. Molto bella anche la selezione di opere di Francis Picabia esposte da Michael Werner.
Mazzoleni va di Burri, Colombo, Fontana e un bel Balla con cornice già visto a Bologna e un Kounellis del 2008 del valore di €125’000. Anche Farsetti propone un’opera dell’artista appena scomparso, datata 2001 e del valore di €190’000, oltre che a notevoli Calzolari, Colla e un’eccezionale Crepuscolo d’Estate di Afro del 1956. Tega raffinata e senza sbavature. Tra le opere in fiera spiccano un lavoro di Piotr Uklanski (the Wild regrets and the Bloody Sweats) datato 2012 e del valore di €125’000, un Cellotex di Alberto Burri, datato 1980 e del valore di €600’000, facente parte della mostra Il Rosso e il Nero aperta pochi giorni fa in sede, e un paio di notevoli De Chirico anni 1929 e 1933.
Sempre degna di nota è la Osart Gallery di Milano. Citata all’interno del nostro report di ArteFiera di quest’anno per Shusaku Arakawa (e non solo). Menzionata oggi per aver ancora una volta osato con una selezione di lavori di Piero Fogliati – artista piemontese scomparso lo scorso anno. Opere che divertono come il Liquimofono del 1968 che ci fa credere di trovarci in prossimità di un ruscello. Un elegante lavoro di ricerca che andrebbe premiato e riconosciuto tra i migliori e audaci progetti di tutta la fiera.
Last but not least, Matteo Lampertico dedica un intero spazio a Tancredi Parmeggiani, con opere che variano dagli €85’000 ai €180’000 (nello spazio Decades), mentre nello stand principale svetta (tra gli altri) una fantastica Natura Selvatica del 1958 di Birolli e un paio di sculture di Leoncillo.
Miart si conferma una fiera con un livello curatoriale alto. Niente che ci lasci a bocca aperta, forse, ma molte opere e stand degni di nota.
PREMI E ACQUISIZIONI
ASSEGNATI
Premio BEART/EMERGENT alla migliore galleria emergente alla galleria PACT, Parigi
Premio HERNO al migliore allestimento alla Anthony Reynolds Gallery, Londra
Per il Fondo di Acquisizione “Giampiero Cantoni” di Fondazione Fiera Milano, acquistate per 100.000 euro le opere
Annelore Reuen – Alte Hausschlampe di Gregor Schneider (GUIDO COSTA PROJECTS, Torino)
Mask (Film Portrait Collage) CCVI di John Stezaker (THE APPROACH, Londra)
Collage
Olympe des Gounges di Goshka Macuga (ANDREW KREPS GALLERY, New York)
Yes I Belive Every Word You Say di Andrea Büttner (HOLLYBUSH GARDENS, Londra)
Senza Titolo (Laocoonte) di Chiara Camoni (SPAZIOA, Pistoia)
Fashioned to a device behind a tree #15 di Glazed ceramic, performance, di Salvatore Arancio (FEDERICA SCHIAVO GALLERY, Milano, Roma)
Untitled di Annabella Papp (STUART SHAVE/MODERN ART, Londra)
Valley Fire di Monica Bonvicini (GALLERIA RAFFAELLA CORTESE, Milano)
La galleria PACT – con sede a Parigi – si aggiudica quest’anno il Premio BeART/emergent, il premio del valore di 4.000 € destinato alla galleria della sezione emergent più meritevole per la promozione di giovani artisti, attribuito oggi all’interno di miart 2017.
La giuria internazionale, composta da Anna Gritz, (Curatore, Kunst-Werke – Institute for Contemporary Art, Berlin), Balthazar Lovay (Direttore, Fri Art, Fribourg) e Sam Thorne (Direttore, Nottingham Contemporary, Nottingham) ha motivato così la scelta all’unanimità: Abbiamo trovato l’allestimento dello stand forte e convincente. In particolare siamo rimasti colpiti dalla ricerca sulla scultura di Amy Brener, tra l’archeologia e la fantascienza, che combina passato e futuro, con calchi di frammenti architettonici e oggetti di uso quotidiano.
Il Premio BeART/emergent si presenta quest’anno con una veste rinnovata grazie alla partnership con BeART, piattaforma di crowdfunding creata per il mondo dell’arte con lo scopo di collegare artisti con individui e imprese interessati a sostenere progetti innovativi. Emergent è la sezione di miart che dall’edizione 2013 della fiera è riservata alle giovani gallerie d’avanguardia e che si è imposta come punto di riferimento internazionale per le giovanissime generazioni di galleristi e artisti.
La giuria internazionale del Premio Herno – composta da Suzanne Cotter (Direttore, Serralves Museum of Contemporary Art, Porto), Anne Pontégnie (Curatore Indipendente, Le Consortium, Dijon – Cranford Collection, Londra) e Nicolaus Schafhausen (Direttore, Kunsthalle Wien, Vienna) – ha inoltre annunciato il nome della galleria vincitrice della terza edizione del premio, del valore di 10.000 €, destinato allo stand con il miglior progetto espositivo, pensato, allestito e curato in tutti i dettagli come una mostra e capace di coniugare elevate componenti di ricerca, qualità e accuratezza del disegno allestitivo.
Si tratta della Anthony Reynolds Gallery di Londra, con la mostra personale di Lucy Harvey, premiata per l’ambizione, la qualità del concept dell’allestimento e la capacità di raccontare nello spazio di uno stand fieristico una pratica artistica complessa e profondamente legata all’esistenza dell’artista.
Con il Premio Herno, miart e Herno S.p.A. danno nuova enfasi all’exhibition making e al concetto di display, puntando su valori condivisi. La ricerca di qualità assoluta e il saper fare che stanno alla base della migliore arte contemporanea e di un prodotto manifatturiero d’eccellenza sono solo un necessario punto di partenza, che deve poi essere seguito da un’altrettanta importante capacità di esporre e catturare l’attenzione, creando un perfetto equilibrio tra creatività, estetica, funzionalità e fruibilità. In questo modo il Premio Herno ha parallelamente l’obiettivo di evidenziare il ruolo – sia storico che contemporaneo – della galleria come luogo di produzione di conoscenza attraverso il format della mostra.
Annunciate infine le opere acquisite a miart 2017 da Fondazione Fiera Milano attraverso i 100.000 € del Fondo di Acquisizione “Giampiero Cantoni”, selezionate dalla giuria internazionale composta dal Presidente di Fondazione Fiera Milano, Giovanni Gorno Tempini affiancato da Martin Clark, Direttore della Kunsthalle di Bergen, Nicholas Cullinan, Direttore della National Portrait Gallery di Londra, e Letizia Ragaglia, Direttore di Museion a Bolzano.
Queste le opere acquisite grazie al fondo “Giampiero Cantoni” a miart 2017:
> GUIDO COSTA PROJECTS, Torino
Gregor Schneider
Annelore Reuen – Alte Hausschlampe, 2000
10 fotografie in bianco e nero / 19,8 X 25,8 cm. L’una
Serie 5/6
> THE APPROACH , Londra
John Stezaker
Mask (Film Portrait Collage) CCVI, 2016
Collage / 51,8 X 40,2 cm
> ANDREW KREPS GALLERY, New York
Goshka Macuga
Olympe des Gounges, 2016
Gomma e resina
Edition of 5
> HOLLYBUSH GARDENS, Londra
Andrea Büttner
Yes I Belive Every Word You Say, 2007
Xilografia
90 x 220 x 0,1 cm
> SPAZIOA, Pistoia
Chiara Camoni
Senza Titolo (Laocoonte), 2017
Terracotta refrattaria bianca
> FEDERICA SCHIAVO GALLERY, Milano, Roma
Salvatore Arancio
Fashioned to a device behind a tree #15, 2015
Ceramica patinata, performance / 62 X 61 X 55 cm
> STUART SHAVE/MODERN ART, Londra
Annabella Papp
Untitled, 2014
Argilla / 31,3 X 26,7 X 3,7 cm
> GALLERIA RAFFAELLA CORTESE, Milano
Monica Bonvicini
Valley Fire 2015, 2016
Tempera e vernice spray su carta cotone Fabriano su tela / 190 x150 cm
Altre infomazioni
www.miart.it
L’ITALIA RIPARTE DA POMPEI, bello slogan, ma vediamo nella concretezza quel che si produce a Pompei oggi in campagna elettorale, e il nuovo Sindaco non potrà non tenerne conto.
Ad esempio per il Centenario della Grande Guerra, l’opera CAPORETTO è stata prodotta nel mio studio, a seguire anche STALINGRAD, tutte visibili on line ma sinceramente l’impatto fisico di un ingrandimento è più coinvolgente come gli Scavi di Pompei insegnano : Pompeii in The World of Stefano Armellin. Inoltre sempre a Pompei ho assemblato il Poema visivo del XXI secolo, con pagina dedicata da anni su Fb : Stefano Armellin The Opera, lì espongo i 2013 pezzi del periodo 1993/2013; si trattava oggi di sistemare l’Epilogo (non ci sono foto), l’ho fatto recentemente, sono 170 strisce di carta composte da 1044 pezzi formato 24 x 33 cm, sei pezzi in media per striscia, in questo Epilogo si tirano le somme e si cerca davvero di andare oltre l’esistente italiano : Miart e fiere varie, Biennale di Venezia, AMACI, ecc. e internazionale : Art Basel, Guggenheim, Metropolitan, MoMA, ecc. Senza dubbio una bella sfida perché si tratta di riuscire a dire qualcosa di nuovo, capace di fare sintesi e provocare un interesse autentico e di stimolo per le nuove generazioni. Lavori quelli dell’Epilogo sempre realizzati nel periodo 1993/2013, serve ora una giusta esposizione fisica per questa fatica solitaria in risposta a quanti credono che Pompei sia troppo a Sud per proporre qualcosa di nuovo per l’Italia dell’arte e non solo.
Stefano Armellin
http://armellin.blogspot.com
Pompei, domenica 2 aprile 2017