Se lo scorso novembre l’atmosfera nelle sale di Palazzo Serbelloni da Sotheby’s a Milano era stata tiepida, non si può dire altrettanto per la evening sale di stasera, con solo tre lotti invenduti su 44 offerti (n° 26/27/36).
Il primo lotto, un piccolo arazzo di Alighiero Boetti del 1990, è partito da 28 mila euro e si è fermato a 75 mila euro, aggiudicato a un buyer al telefono.
Ha fatto scintille il secondo artista in asta: Josef Albers, presente in catalogo con due ‘Homage to the Square’, entrambi già provenienti dalla galleria Beyeler di Basilea e stimati € 200.000-300.000 l’uno. Il primo di colore giallo (1961) è partito da 160 mila euro. Ma già il primo rilancio è salito a ben 300 mila, per poi fermarsi alla battuta finale di 703,500 €. Anche il secondo lavoro dell’artista tedesco, di colore rosso (1969), è arrivato a 631,500 €.
Le aggiudicazioni migliori, come spesso accade, sono state per Lucio Fontana. Il cinque tagli su tela grigia del 1966 proveniente da una collezione privata e mai apparso sul mercato, è stato venduto per 1,015,500 € e l’unico sinuoso taglio su un intenso blu notte è arrivato a 931,500 €. Il taglio su rosa si è fermato a 487,500€ e il grande teatrino arancione a 403,500€. Molto bene anche una crocifissione in terracotta smaltata che, stimata 80-120 mila, è stata venduta per 331,500 €.
Non ha brillato come sperato la Combustione Plastica del 1967 di Alberto Burri, uno studio per la vetrata del convento dei Cappuccini a Sion, in Svizzera, progettato dall’architetto Mirco Ravanne tra il 1964 e il 1968. Era offerta a 500/700 mila ed è passata di mano per 607,500 €.
Al contrario ha brillato eccome Giorgio Morandi. La sua natura morta del 1962 da 180 mila euro è salita, rilancio dopo rilancio, fino a ben 511,500€. Al di sopra delle stime anche il Giardino d’inverno di Afro (241,500 €.), il Senza titolo di Conrad Marca-Relli (118,750 €) e una rete di Yayoi Kusama (112,500 €)