Stand affollati e code all’ingresso per il Salone del Libro di Torino giunto alla trentesima edizione. Nella prima giornata sono stati venduti 56mila biglietti. Difficile non riportare alla mente il match tra Torino e Milano. Risultato? KO Tempo di Libri, la fiera milanese debuttata lo scorso 19 aprile. Un po’ perché era il primo anno, un po’ per la “triste” decisione di allestirla a Rho -forse bastava Fiera Milano City-, un po’ per alcuni editori assenti (tra gli altri Adelphi e Iperborea…) e altri che hanno fatto resistenza come Sellerio, minimum fax e Manni, Milano non ha portato a casa i risultati sperati. 30 a 0: forse è proprio l’esperienza trentennale di Torino che ha pesato e pesa ancora di più ora, a Salone aperto, con un pubblico internazionale fedele al Salone quello “originale” e ben 469 espositori. Al centro quest’anno, dopo lo strappo con Milano, i piccoli e medi editori che in assenza di grandi stand quali Mondadori, Rizzoli ed Einaudi, hanno visto i loro spazi raddoppiati.
Alcuni assenti, ma i numeri sono ugualmente a posto. Avvio record, insomma. Riassunto dalle parole di Franceschini: “Appuntamento insostituibile”. Tuttavia, il ministro dei Beni Culturali auspica a una collaborazione con Milano, mettendo da parte la competizione, lavorando per un fine comune: la promozione della cultura. “Si deve recuperare la capacità di fare sistema, non possiamo rassegnarci a competere: grandi contro piccoli, Nord contro Sud, libro fisico contro libro digitale, in un settore che sembra non avere possibilità di allargamento”. Ma di questo si parlerà a fine Salone, ora i riflettori sono puntati su Torino e il confronto è inevitabile.
Nicola Lagioia (direttore della fiera torinese) aggiunge: “Il Salone è inimitabile”. Un format svecchiato, con proposte innovative: il reading di Daniel Pennac (Il caso Malaussène, Feltrinelli 2017) al Grattacielo di Intesa SanPaolo, all’incontro con la sua fedele traduttrice Yasmina Mélaouah, l’arrivo del premio Pulitzer Richard Ford…si aggiungono gli svariati incontri previsti con i protagonisti della cultura e della letteratura italiana.
“I 1.200 incontri in programma, gli 80 festival della cultura confluiti nel salone sono il segnale di un Paese differente, che crede nella cultura, librerie e biblioteche sono avamposti di promozione della vita civile e di tutela del bene comune. Ma non possiamo dimenticare che dal 2010 a oggi abbiamo perso tre milioni di lettori, una tendenza che va contrastata andando incontro alle nuove generazioni”. Massimo Bray (nuovo presidente della Fondazione per il libro, l’ente promotore del Salone del Libro di Torino).
A motivo di ciò, è stato definito un calendario di incontri e iniziative legate ai giovani lettori e alle scuole, a dir poco serrato.
Torino resta ancorata saldamente al suo Salone di maggio. Tradizione, storia e consuetudine vincono su tutto. La “combo” vince anche su una città, come quella meneghina, che si sta affermando come meta del turismo internazionale e promotrice di cultura in senso lato. All’inizio intimorita dalla notizia della concorrenza, Torino ha saputo rispondere trasformandosi in molti aspetti. Il clima di sfida convogliato in un flusso di rinnovato entusiasmo e voglia di fare hanno prodotto un Salone ricchissimo, pieno zeppo di eventi, di autori e soprattutto di lettori!
Un’apertura che promette bene ma ora si procede, aspettando con pazienza –impazienza?– il bilancio finale. Il dato certo è che con Torino bisogna fare i conti.
Informazioni utili
Salone Internazionale del Libro di Torino
18 maggio – 22 maggio
Lingotto Fiere, via Nizza 280 – 10126 Torino (I)
Orari: Tutti i giorni dalle 10,00 alle 20,00. Dopo le 20.00 il Salone diventa Salone Off e continua con incontri, concerti ed eventi in tutta la città.
www.salonelibro.it