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Atene-Kassel, andata e ritorno. documenta 14 apre al pubblico nella sua città natale

Martha Minujín The Parthenon of Books Martha Minujín The Parthenon of Books © Roman Maerz
Martha Minujín The Parthenon of Books
Martha Minujín The Parthenon of Books © Roman Maerz

Una replica in scala reale del Partenone fatta con più di 100mila libri nel bel mezzo di Friedrichsplatz, a Kassel, è il soggetto delle primissime immagini che arrivano dalla città tedesca, dove ieri, 10 giugno, ha aperto al pubblico documenta 14.

Alter ego di carta, acciaio e plastica del tempio sull’Acropoli di Atene che, per la prima volta dal 1955, ospita una sede distaccata della rassegna quinquennale, la monumentale installazione è il reenactment dell’opera El Partenon de libros prohibidos che l’artista argentina Marta Minujín aveva innalzato nel 1983 in una piazza di Buenos Aires, impiegando migliaia di volumi banditi dalla dittatura militare argentina, da Il Capitale di Karl Marx a Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry. Un monumento alla democrazia, alla resistenza e al potere dell’istruzione e della conoscenza contro ogni forma di censura e oscurantismo, che rivive in un luogo significativo per la storia della Germania e dell’Europa tutta, dove, nel 1933, qualcosa come 2mila libri furono bruciati dai nazisti.

documenta 14,
Andreas Angelidakis
Polemos, 2017, foam and vinyl seating modules installation view Fridericianum, Kassel documenta 14, photo Nils Klinge

Con la partecipazione di più di 150 artisti da tutto il mondo e la direzione artistica del curatore e critico d’arte polacco Adam Szymczyk, documenta 14 si muove tra questioni politiche, economiche, antropologiche e sociali. Il programma è articolato e le sedi espositive non sono poche. Tra queste, il Fridericianum, dove è stata allestita parte della collezione dell’EMST, il Museo Nazionale di Arte Contemporanea di Atene, tra nomi internazionali e artisti greci poco conosciuti; il Documenta Halle, il Grimmwelt – il museo dedicato ai fratelli Grimm che ha inaugurato nel 2015 – e la Neue Galerie.

Artur Żmijewski (geb. 1966, Warschau) Realism (2017) Sechskanal-Digitalvideo übertragen von 16-mm-Film, schwarz-weiß, ohne Ton Je ca. 4–12 min
Artur Żmijewski
(geb. 1966, Warschau)
Realism (2017)
Sechskanal-Digitalvideo übertragen von 16-mm-Film, schwarz-weiß, ohne Ton
Je ca. 4–12 min

Nelle sue sale, Adam Szymczyk avrebbe voluto esporre la collezione segreta di più di 1400 opere d’arte sottratte agli ebrei in epoca nazista e ritrovate nel 2012 nell’appartamento di Monaco di Cornelius Gurlitt, figlio del cosiddetto mercante d’arte di Hitler. Non riuscendo nell’impresa, il curatore di documenta 14 e il suo team hanno deciso di esporre una serie di opere che in un modo o nell’altro hanno attinenza con la vicenda Gurlitt, come il progetto Rose Valland Institute dell’artista tedesca Maria Eichhorn, che prende il nome dalla storica dell’arte francese, nota per aver salvato dai nazisti un numero imprecisato di capolavori.

Maria Eichhorn
Maria Eichhorn
Unrechtmäßig aus jüdischem Eigentum erworbene Bücher
Von der Berliner Stadtbibliothek 1943 unrechtmäßig aus jüdischem Eigentum erworbene Bücher, die im sogenannten Zugangsbuch J registriert sind; Zugangsbuch J, Zentral- und Landesbibliothek Berlin, Berlin
Heinrich Hoffmann, Abtransport der Bibliothek der Familie Rothschild durch Mitarbeiter des Einsatzstabs Reichsleiter Rosenberg, Paris, 1940,
13 × 18 cm, Bayerische Staatsbibliothek, München

Il percorso espositivo si estende poi alla vecchia sede centrale delle poste di Kassel, rinominata per l’occasione Neue Neue Galerie, sino a Nordstadt, quartiere a nord della città, abitato perlopiù da immigrati.

Documenta 14 Kassel resterà aperta al pubblico sino al 17 settembre 2017, mentre la sede di Atene sarà visitabile sino al 16 luglio.

www.documenta14.de

Rasheed Araeen (geb. 1935, Karachi) The Reading Room (2016–2017) Stahl- und Glastische, Holz- hocker, Exemplare der Zeitschrift Third Text Zur Installation gehören: OPUS D2–D4 (2016) Acryl auf Leinwand Je 16 × 160 cm OPUS TC 1–TC 4 (2016) Acryl auf Leinwand Je 16 × 160 cm
Rasheed Araeen
(geb. 1935, Karachi)
The Reading Room (2016–2017)

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