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Gli artisti Eliana Trentalancia e Massimo Malpezzi espongono a Pietrasanta

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Da una parte la gioia di vivere ironica ed esplosiva espressa nelle tele Pop di Massimo Malpezzi, grafico, giornalista e fotografo con uno stile personale che passa attraverso l’espressività storica della Pop Art, ne coglie l’essenza e la sostanza e la ricarica con una nuova e luminosa vitalità.
Dall’altra, i pezzi unici d’Interior Design di Eliana Trentalancia che ha lavorato per i più prestigiosi marchi del lusso internazionali della moda e del design, è appassionata di scienze esoteriche e di alchimia e rivela un’anima dark-gotica, colta, sofisticata e sorprendentemente post-moderna.


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Hanno presentato quadri e mobili a Milano, lanciando un nuovo concetto innovativo di arte e artigianato e, dopo Milano, portano a Pietrasanta alla Galleria Daliano Ribani Arte in via del Marzocco 59, le loro opere. Le Brilliant Pop di Massimo Malpezzi saranno esposte dal 16 luglio al 27 luglio e dal 13 agosto al 24 agosto e i nuovi e unici pezzi di Decorative Interior art, con il titolo Reloaded Design: Unique Visionary Decor di Eliana Trentalancia sono in mostra da giugno fino alla fine di agosto. Originali e appassionati, i due artisti si raccontano ad ArtsLife.

Come è nata l’idea di creare riedizioni di mobili e pezzi d’arredamento ?
Eliana Trentalancia. Sono ormai quasi 30 anni che vivo nel mondo della moda, dei gioielli e del design. Ho fatto la stilista, mi sono occupata di Relazioni Pubbliche e di Comunicazione per i grandi marchi del lusso e ciascuno di loro ha lasciato un segno indelebile di raffinatezza, di gusto e di bellezza che hanno maturato in me la voglia di sperimentare ancora la mia creatività. Sin da ragazzina sono stata appassionata di esoterismo e di simbologia e provo un’attrazione irresistibile per le cose vecchie, gli oggetti che hanno una storia e portano i segni del tempo.

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Quando è maturata l’idea di reinventare questo nuovo look per un’arte Pop ?
Massimo Malpezzi. In realtà è il frutto di una continua evoluzione, ero partito cinque anni fa con dei soggetti molto grafici e non molto materici, il Brilliant era però sempre presente. Poi, a un certo punto, mi è venuta l’idea di ricreare, in una forma molto personale, personaggi del fumetto, dei super eroi, degli attori. Ho sempre amato le icone classiche della Pop art quelle raffigurate da Andy Warhol e da Richard Hamilton, con le loro Marilyn per esempio. Roy Lichtenstein diceva: Fuori c’è il mondo; la pop art sembra accettare il suo ambiente che non è nè buono nè cattivo, è semplicemente diverso, un altro stato mentale.

Il progetto Reloaded Design mette insieme tante tue esperienze e passioni. Quali?
E-T. Ciò che mi affascina di più è il processo di mutamento, di trasformazione, di rinascita di un mobile che era destinato a essere dimenticato. Provo una sensazione elettrizzante nello scovare pezzi d’arredamento bellissimi ma impolverati e abbandonati, frutto della fantastica capacità manifatturiera italiana del passato. Di un pezzo mi attrae una forma, un particolare intaglio. I mobili che scovo nelle cataste dei magazzini sono per me, per dirla in maniera Pirandelliana, come dei “personaggi” dimenticati “in cerca d’autore”. Quando li prendo e inizio a pulirli e sverniciarli, ne scopro l’essenza e ne rivelo le forme iniziali. Il lavoro di trasformazione viene da sé, perché ciascuno di loro ha un suo preciso carattere, un’ identità, un fascino unico. È come vestire una donna: le si trova il vestito, il gioiello, il trucco che più le si addice. Così per i mobili avviene esattamente lo stesso processo di valorizzazione e di esaltazione delle forme. Il mio non è un lavoro di restauro, anzi è assolutamente agli antipodi. Io non uso le tecniche di restauro classiche. Ogni pezzo è una sperimentazione dettata dal gusto, dalla voglia di trasgredire, di provare nuove strade. Uso tutto ciò che mi piace: materiali preziosi legati al mondo della moda, come i cristalli, gli strass, le passamanerie, le paillettes, le pietre dure e semi-preziose. Ma anche i materiali poveri, come quelli da cantiere, le reti e le lastre di ferro grezzo o i cavi d’acciaio. O quelli classici dell’antiquariato, come i profili e i decori dorati. Mi piace mischiare, mettere in contrasto il grezzo e il prezioso, i materiali più naturali e poveri con quelli più raffinati. Anche le tecniche sono inusuali. Alcuni pezzi sono interamente realizzati con l’inchiostro puro, quello per scrivere, altri sono stati anneriti e affumicati con le torce, altri ancora rivestiti interamente di rete di ferro tagliata e modellata per seguire le forme del mobile. Non esistono limiti alle sperimentazioni.

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L’arte per te è una sorta di evasione?
M.M. Assolutamente sì, se intendiamo l’arte come evasione e divertimento, e mai come in questo mio personalissimo gioco con i personaggi. il divertimento diventa parte integrante. Certo il successo che sto avendo nel riscontrare lo stupore di chi vede dal vivo le mie tele, mi ha indotto a riflettere se questo divertimento possa diventare qualche cosa di più.
I personaggi sono entrati nella mia arte da poco, diciamo da un paio di anni e, da quel momento, la produzione delle mie tele si è intensificata, segno di un percorso preciso e significativo per me.
I personaggi contemporanei sono la parte sostanziosa delle idee che trasporto sulla tela, ma esiste un filone che mi piace molto, ed è quello dei super eroi e dei topo killer insieme ad altri personaggi dei fumetti, tutti con in mano un kriss. Mi piace dare un nuovo coraggio a chi immagina Topolino, Olivia, Betty Boop come anime indifese e un po’ buoniste, ecco allora che quell’arma in mano sta a dire: Ok, occhio, sappiamo essere diversi da ciò che immaginate!

Tutti Limited edition o solo pezzi unici?
E.T. Pezzi unici in particolar modo, ma anche Limited edition, soprattutto per i pezzi più piccoli, come i Mini Table o le piccole consolle.

Si può richiedere una tua opera su commissione?
M.M. Ho realizzato su richiesta una tela con Miles Davis o con Marilyn o con Caparezza, per esempio. Li eseguo su formato orizzontale o verticale e in diverse misure.

 

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