«…buco questa tela, che era alla base di tutte le arti ed ho creato una dimensione infinita, l’idea è proprio quella lì, è una dimensione nuova corrispondente al cosmo. Il buco era appunto creare questo vuoto dentro di lì. L’uomo sulla terra, ha fatto il primo gesto, ha fatto una dimensione sulla sabbia, non s’è messo a dipengere…poi gli Assiri, già cominciano la seconda dimensione, il profilo, il movimento in marmo, a colori, così…poi Paolo Uccello scopre la terza dimensione. Che sono tutte ideali, no? primo piano, secondo piano e la prospettiva, che è la terza dimensione e che va anche parallela alla scoperta della scienza. Quelle erano grandi novità di allora…poi il mondo che è rotondo…cose da niente per noi, ma allora, erano delle scoperte enormi. La scoperta di Einstein del cosmo è la dimensione all’infinito, senza fine. E, allora, ecco che: primo, secondo e terzo piano…per andare più in là cosa devo fare? Io buco, passa l’infinito di lì, passa la luce, non c’è bisogno di dipingere. Tutti han creduto che io volessi distruggere: ma non è vero, io ho costruito, non distrutto, è lì la cosa. Che, dopo, io gli dia una strutturazione estetica, perchè il quadro sta bene così, è una ragione di gusto estetico»
Lucio Fontana (1899 – 1968)