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Tape, le molteplici suggestioni della carta

TAPE a cura di Luca Sposato

TAPE a cura di Luca SposatoTape, da Die Mauer – Arte Contemporanea una mostra collettiva a cura di Luca Sposato. Le molteplici suggestioni della carta.

Dalla notte dei tempi, lasciare un segno, una presenza, è stato un bisogno umano prima che artistico. Marcare un territorio, incidere sulla pietra, quindi raffinare la mano e riprodurre il mondo osservato e vissuto è una necessità ancora oggi ribadita in numerosissime attività intellettive e quotidiane.

La Carta è stata una conquista perché permise di annullare le distanze con la sua facile divulgazione: per l’artista fu amore a primo Segno.
Il rapporto millenario tra la carta e l’artista, ha portato quest’ultimo ad impadronirsene spiritualmente, ricercando l’anima di questo supporto così comune eppure così misterioso.

Dal disegno, all’incisione, alla fotografia, la varietà di tecniche sottolinea la profondità di questo tipo di indagine: tra i culmini più sofisticati ed eleganti abbiamo la ricerca di Escher e la sua intuizione di utilizzare il Nastro di Möbius come esempio visivo per oltrepassare la superficie bidimensionale e quindi suggerire tutta la potenzialità plastica posseduta dalla carta.

La Carta è viva.

La proposta della Galleria DieMauer – arte Contemporanea è quella di evidenziare questa potenzialità e proporre artisti che non si fermano alla superficie del supporto, ma lo plasmano a loro immagine per riscoprire la vitalità insita nella cellulosa, scolpendo con la mente.

Carlo Colli, indagatore minimalista del linguaggio artistico, procedendo introspettivamente alla ricerca di una sintesi tra l’atto pittorico e la pittura stessa, propone una serie di opere su un formato standard di carta da disegno (particolare rilevante per sottolineare la modularità del suo processo), battezzate Re-compose, definibili come la summa del suo percorso artistico: oltre a rimarcare l’errore, il difetto dello strappo sulla matrice cartacea opportunamente tinta a monocromo, come osservabile in una sua precedente ricerca chiamata Skin, in questi recenti lavori Colli utilizza del nastro adesivo per celare/palesare la rottura, dando così forma all’effimero, ad un’applicazione spesso e volentieri affidata ad altre mani con l’invito a strabordare e invadere lo spazio circostante.

Massimiliano Turco offre un’innovativa interpretazione della pittura segnica, promuovendo il tempo a strumento indispensabile per la sua arte: dopo la felice intuizione dell’evidenza plastica che il Segno riesce ad offrire sulla sola superficie marmorea. Nella proposta cartacea, riprendendo la potenzialità scultorea di una superficie bidimensionale, come nel Nastro di Möbius, Turco lavora con un’unica interruzione, determinante la dimensione della trama di inchiostro, ampliando il suo lavoro col binomio Tempo/Memoria.TAPE a cura di Luca SposatoAndrea Marini, scultore a tempo pieno, perseguendo la sua Ricerca di creare un mondo ibrido tra arte-natura-uomo, mostra nelle sue grafiche una continuità sicura e prorompente con le sue opere tridimensionali
Anziché essere base primigenia di un progetto, in questo caso il disegno diventa l’evoluzione delle sue sculture, marcando il senso inarrestabile di Rinascita voluto dall’artista, e richiamando felicemente il leit-motiv dell’esposizione, ovvero il nastro, metafora della corposità ottenuta con un piano bidimensionale.

Paolo Meoni, facendo propria la descrizione della Fotografia come “Scultura di Luce”, analizza il mezzo fotografico sintetizzando il risultato in forme pure e grafiche, comunque conformi alla meccanicità dello strumento. Se nella serie A Scanner Darkly la scannerizzazione reiterata di un unico tratto porta a una destrutturazione quasi “Pop” del Segno (non impropriamente si notano similitudini col processo serigrafico), nelle Nature Morte il richiamo alla proto-fotografia, ovvero l’incisione, appare più evidente nel tono nebuloso e onirico ottenuto da questi “scatti a puntasecca”.

>> Die Mauer è un nuovo spazio dedicato all’arte contemporanea a Prato. Un punto di incontro tra galleria e la sperimentazione di progetti, confronti, attività formative aperte alla città.
Die Mauer (che in tedesco vuol dire “Il Muro”) è nata in via Pomeria, di fronte alle auguste mura medioevali per poi trasferirsi in centro città nel 2013 in una delle strade storiche del centro Via Firenzuola, per i Pratesi Via del Pesce.

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