Print Friendly and PDF

Carlo Bononi. In mostra a Ferrara un artista da riscoprire

Carlo Bononi: Genio delle Arti, c. 1620, Olio su tela, cm 120,5 x 101. Collezione Lauro Carlo Bononi: Genio delle Arti, c. 1620, Olio su tela, cm 120,5 x 101. Collezione Lauro
Carlo Bononi, Noli me tangere, c. 1608-14. Olio su tela, cm 69 x 91. Collezione privata
Carlo Bononi, Noli me tangere, c. 1608-14. Olio su tela, cm 69 x 91. Collezione privata

La mostra dedicata a Carlo Bononi in programma da ottobre a Palazzo dei Diamanti sarà un’occasione unica per accostarsi a un capitolo della storia dell’arte tanto affascinante quanto poco conosciuto.

Carlo Bononi è stato uno dei grandi protagonisti della pittura del Seicento. Il suo nome, non a caso, è stato spesso accostato a quelli di Tintoretto, dei Carracci o di Caravaggio.
Questa è la prima mostra monografica a lui dedicata.
Per secoli Bononi, come del resto l’intero Seicento ferrarese, è rimasto in ombra, offuscato dal ricordo della magica stagione rinascimentale degli Este.
Una lenta operazione di recupero critico ha progressivamente messo a fuoco la figura di Carlo Bononi, un artista che seppe interpretare in modo sublime e intimamente partecipato la tensione religiosa del suo tempo.

Carlo Bononi: Genio delle Arti, c. 1620, Olio su tela, cm 120,5 x 101. Collezione Lauro
Carlo Bononi: Genio delle Arti, c. 1620, Olio su tela, cm 120,5 x 101. Collezione Lauro

Pittore di grandi cicli decorativi sacri e di pale d’altare, Bononi elabora un linguaggio pittorico che pone al centro l’emozione, il rapporto intimo e sentimentale tra le figure dipinte e l’osservatore. Negli anni drammatici dei contrasti religiosi, dei terremoti e delle pestilenze, il sapiente uso della luce e il magistrale ricorso alla teatralità fanno di lui uno dei primi pittori barocchi della penisola, come testimoniano le seducenti decorazioni di Santa Maria in Vado.

>> Bononi fu anche un grande naturalista: nelle sue opere il sacro dialoga con il quotidiano. Tele come il Miracolo di Soriano o l’Angelo custode mostrano quanto sentita fosse per l’artista la necessità di calare il racconto religioso nella realtà, incarnando santi e madonne in persone reali e concretamente riconoscibili.

Carlo Bononi fu anche interprete di una classe di committenti colti e attenti alle arti, con preferenze spiccatamente musicali, inclini a contenuti figurativi un po’ licenziosi, come provano le varie redazioni del Genio delle arti, capolavori con i quali Bononi dialoga apertamente con Caravaggio e con i suoi seguaci.CARLO BONONI L'ultimo sognatore dell'Officina ferrarese

CARLO BONONI
L’ultimo sognatore dell’Officina ferrarese
Ferrara, Palazzo dei Diamanti
14 ottobre 2017 – 7 gennaio 2018

Commenta con Facebook

leave a reply