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Il miglior posto alla Cappella reale di Monza. Record di presenze

Cappella Reale, Monza
Cappella Reale, Monza

Record di presenze con 2500 visitatori nelle prime tre settimane di apertura per la mostra “Il miglior posto”. Un dialogo tra artisti nel tempo alla Villa Reale di Monza.

Ospitata dalla Cappella Reale della Reggia di Monza – eccezionalmente aperta per l’occasione – la mostra Il Miglior Posto, il cui punto di forza è il dialogo tra l’arte di epoche diverse, viene accolta positivamente dal pubblico.

Vuoi l’interesse destato dal dialogo temporale intessuto dalla mostra, vuoi l’eccezionalità del luogo che la ospita, la Cappella Reale di Monza ha accolto in poco tempo un numero di visitatori non esiguo.

Il miglior posto”, infatti, raggiunge la soglia dei 2500 visitatori nelle sole prime tre settimane di apertura. 

>> Per l’articolo sulla mostra “Il miglior posto”.

iL miglior posto Monza

La Cappella Reale, progettata insieme alla Villa Reale nel 1777 dall’architetto Giuseppe Piermarini, si rende scenografia esclusiva della mostra che viene corroborata dalla bellezza della struttura.

Le tre (contando la stessa Cappella Reale) opere d’arte presenti alla mostra non sono, solamente, oggetti da contemplare dal punto di vista meramente estetico. Uno sguardo che ha voglia di indagare e di approcciarsi al mondo intorno con un senso di religiosità può aiutare a farci scendere più in profondità.

Intuiamo che le opere si fanno portatrici di un contesto storico, di un atteggiamento verso tematiche profonde, di un modo di pensare e intendere ciò che ci circonda. Tutto questo viene declinato, nella fattispecie della mostra, in un approccio e una riflessione verso il sacro.

iL miglior posto Gianluca Quaglia, Monza

La Vergine con il Bambino e sant’Anna del Guerrieri è figlia del XVII secolo ò quindi, in certa misura, ancora legata a una profondissima religiosità.
La Cappella Reale di Monza è un prodotto del secolo dei lumi, che vede contrapporre la ragione al sacro. Ma è anche un luogo di rappresentanza del potere regio.
L’opera di Gianluca Quaglia è, infine, uno specchio dell’innominabile attuale.

La sintesi di questa singolare triade può quindi essere, per chi vuole, carica di significato e riflessioni… o di una semplice, ma altrettanto valida, immersione nel Bello.

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