Passaporto confiscato e arresti domiciliari a Teheran per il vincitore del premio Un Certain Regard con il film A Man of Integrity
A maggio scorso aveva vissuto il suo momento di rande celebrità, vincendo il premio Un Certain Regard al Festival del Cinema di Cannes per il film A Man of Integrity. Ora il regista iraniano Mohammad Rasoulof si trova a scontrarsi con il dramma della censura ancora forte nel suo Paese, che ha portato al suo arresto con le accuse di “propaganda contro il regime” e di comportamenti volti a “mettere in pericolo la sicurezza nazionale“. Il film denuncia la corruzione burocratica in Iran, narrando le vicende di un uomo che si rifiuta di pagare una tangente per un prestito che salverebbe la sua attività. Già due dei suoi film precedenti, Manuscripts Do not Burn (2013) e Iron Island (2005), erano stati banditi in Iran.
Rasoulof è attualmente agli arresti domiciliari a Teheran, in attesa di processo: il suo passaporto era stato confiscato già a settembre, dopo che era tornato dagli USA, dove aveva partecipato al Telluride Film Festival. Il regista era già stato imprigionato una volta, nel 2010, assieme al suo amico e collega Jafar Panahi, condannati entrambi a sei anni di carcere, poi ridotti a dodici mesi e infine assolti. A Panahi, tuttavia, fu impedito di realizzare film per venti anni.