Milano. La “Teoria delle apparenze” di Giulio Paolini (Genova, 1940) sbarca alla Galleria Fumagalli dal 16 gennaio al 14 aprile 2018. A cura di Angela Madesani e Annamaria Maggi, la mostra si propone di attraversare tutta la produzione dell’artista, con una selezione di opere dal 1969 al 2015.
>> Le tele prospettiche degli anni ’70, la dimensione teatrale-letteraria degli anni ’80 e i più recenti studi sull’identità dell’autore e la sua condizione. La ricerca di Paolini è di matrice concettuale e prende avvio dal suo “Disegno geometrico” del 1960; la ricerca sulla struttura e sui metodi lo porteranno successivamente a definire il suo modus operandi: lontano dalla figurazione ma vicino al segno, alla geometria e alla matematica.
Le opere esposte seguono il percorso dell’artista a partire dal 1969, anno rappresentato dallo stendardo in cotone dal titolo “Quam raptim ad sublimia” (quanto prima verso il sublime). Ineffabilità e invalicabilità della parola evocate in questa frase latina, che Paolini riprende da un’incisione nel pavimento marmoreo del Museo del Vaticano.
Quadro come contenitore di tutte le opere future e passate. Questa l’idea dietro all’analisi e alla ricerca compiuta da Paolini sullo spazio, manifestatasi in opere come “Teoria delle apparenze” (1972) ed “Equivalenza” (1975).
Ripetizione, circolarità, rimandi, doppio. Temi che affollano la poetica di Paolini dalla metà degli anni ’70 in poi, insieme a calchi in gesso di statue o decorazioni architettoniche tipiche della classicità, che rimandano ad un’attenta riflessione sulla tradizione, ormai apprezzabile solo se frammentata.
In mostra anche “L’Indifferent” (1992): una fotografia a colori (mancante di alcune parti, ritagliate) incorniciata su un cavalletto di legno, espressione della teatralizzazione del lavoro dell’artista. La percezione visiva dello spettatore è messa alla prova mentre esso viene coinvolto nell’atto di definizione dell’opera, come succede anche nell’osservazione della più recente “Terra di nessuno” (2013/2014) dove, sempre sul medesimo supporto, una tela e quattro frammenti di un disegno in teca rimandano all’immagine di un quadro, senza però rivelarlo del tutto.
“Il mio modo di agire è in rapporto, staffetta continua, tra il quadro prima e quello dopo. Ogni mio quadro in definitiva è la replica del precedente (vorrei dire che nasce già come replica del precedente).”
Giulio Paolini
“Teoria delle apparenze” è un omaggio ad una delle figure più rappresentative dell’avanguardia italiana. Paolini, con le sue installazioni, disegni, collage, calchi e fotografie -dagli anni ’60 a oggi- ha sempre saputo mettere in discussione sé stesso e il metodo, rigenerando il suo lavoro con orizzonti sempre nuovi.
Informazioni utili
GIULIO PAOLINI
TEORIA DELLE APPARENZE
Opere dal 1969 al 2015
Inaugurazione lunedì 15 gennaio 2018 dalle 18.30
Dal 16 gennaio al 14 aprile 2018
Via Bonaventura Cavalieri 6, 20121 Milano
Dal martedì al sabato dalle 11 alle 19
Info: +39 02 36799285 | info@galleriafumagalli.com