Un nucleo inedito di 24 disegni che Zoran Mušič (1909-2005) realizzò nel 1945, mentre era imprigionato a Dachau, al centro della mostra Zoran Mušič. Occhi vetrificati allestita – dal 27 gennaio al 2 aprile – al Museo “Revoltella” di Trieste.
I documenti sono stati ritrovati nel 2016 con un pizzico di fortuna dal professor Franco Cecotti, collaboratore dell’IRSML e oggi vicepresidente dell’Associazione Nazionale Ex Deportati-ANED per una indagine che stava conducendo riguardante gli italiani deportati a Dachau. Una eccezionale testimonianza dal valore storico e artistico universale.
Disegni che l’artista realizzò segretamente e a costo della vita, realizzati a matita o inchiostro sui supporti più disparati. Immagini che restituiscono l’orrore di chi conviveva con pile di cadaveri e corpi scheletrici ogni giorno della sua permanenza nell’inferno di un campo di concentramento.
I disegni in realtà facevano parte di un corpus più ampio di pezzi che l’artista in parte donò ai compagni sopravvissuti e poi andati dispersi.
Immagini che Mušič non riuscì più a rappresentare per 25 anni quando decise di fare i conti con i demoni interiori che avevano cambiato per sempre l’essenza della sua vita e della sua arte. Ecco quindi che tra le diverse fasi pittoriche che caratterizzano il percorso creativo dell’artista sloveno quella databile tra il 1970 e il 1976 intitolata Noi non siamo gli ultimi, acclamata dal pubblico e dalla critica, reinterpreta la tragica esperienza di Dachau.
Info e prenotazioni: www.museorevoltella.it