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Nuova vita al terzo Kisen di Milano

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Dopo giorni fatti di tavole imbandite – panettoni, lenticchie e pasta al forno – si è tornati alla vita di tutti i giorni, “schisceta” alla scrivania compresa. Mentre le amiche più healthy sono alle prese con centrifugati detox e insalatone, nella mia routine è ritornato l’appuntamento settimanale con il sushi, in assoluto una delle mie pietanze preferite, una sorta di comfort food sano che risolleva perfettamente l’umore. Milano nelle ultime settimane si è arricchita di un nuovo punto di riferimento per la cucina fusion che si candida a entrare nella “top ten dei ristoranti etnici della città”.

Nella centralissima via Moscova, Kisen è il frutto dello spirito imprenditoriale di un gruppo di giovani ristoratori milanesi e bustocchi, tra i primi a portare la vera cucina giapponese in città. A capo di quest’ avventura c’è Christian Zaccaro che, all’età di venticinque anni, ha investito nel mondo della ristorazione con l’apertura, tredici anni fa, del primo Kisen, in via Gian Giacomo Mora al 9, zona Colonne di San Lorenzo al quale si aggiungono le recenti aperture a Busto Arsizio e Milano.

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Kisen ha tre assi nella manica: la creatività dei piatti, l’ambiente raffinato e chic e la selezione di materie prime di altissima qualità impiegate nel menù “Feeling Excellence”, realizzato da uno chef giapponese di Osaka, responsabile della formazione del personale di cucina dei tre ristoranti. Ad attendervi in Moscova c’è un ambiente ampio e di design che ricorda la natura orientale con canne di bambù e una combinazione di pietra, legno, ferro e luci in una perfetta simmetria che unisce i due piani su cui si sviluppa. Non solo sushi o sashimi ma anche tanta sperimentazione per un’esperienza di gusto e sapori inedita che combina il meglio della cucina asiatica con quella europea. Il consiglio è osare e lasciarsi trasportare dai sensi per soddisfare, almeno per una volta, la curiosità. Si può inziare stimolando le papille gustative con dei golosi bignè di patate croccanti avvolti da salmone scottato alla piastra, continuare con dei kanicreamkorokke – crocchette in crema di granchio al latte con salsa dello chef e ebiflower – tempura di gambero e fiore di zucca avvolto da salmone scottato alla piastra.

Gli amanti del dim sum non avranno che l’imbarazzo della scelta scegliendo tra pasta alla barbabietola, al the verde, al nero di seppia, allo zafferano e al gambero. Tra le tartare meritano di essere assaggiate “White” – con capasante, seppie, chips di barbabietole su letto di riso al nero di seppia o “Kisen” – con gamberi crudi, capasante, branzino, polvere di miso e riso venere. Anche i temaki, che di solito non ordino per via dell’alga troppo “presente”, sono deliziosi e delicati come “Amaebi” – con gambero crudo avocado e tobiko. Se anche la vostra passione sono gli uramaki roll non perdetevi l’omaggio alla città della Madonnina, “Yellow” con riso giallo, tartare di ricciola, gambero rosso e chips di fiori di loto.

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E non è finita qui, la carta di Kisen è un vero e proprio viaggio gastronomico che include gunkan, cruditee, carpacci, ben quattordici tipi di California maki, sashimi e chirashi, nigiri, ramen, udon, ampia selezione di teriyaki cucinati sull’apposita piastra, ma anche insalate e zuppe. Ad accompagnare la cena non solo vini, spumanti e champagne, ma anche sfiziosi cocktail studiati ad hoc dal mixologist Franco Tucci Ponti, che ha combinato al meglio elementi e ingredienti nipponici con classici italiani per esaltare la bontà e ricercatezza dei piatti di Kisen.

Francesca Corradi

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